Terni: giovani dentro e fuori lo stadio. Una passione ancora viva?

Il derby sembra aver riacceso la voglia di tifare. Dalle 2 mila presenze e poco più degli ultimi tempi, si è passati a 10 mila. E ora?

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di L.M.

La vittoria nel derby di sabato contro il Perugia è ancora negli occhi dei tifosi rossoverdi e, in molti, sembra aver riacceso una passione che si pensava addormentata, se non persa. Anche in tanti giovani che, rispetto agli ‘anni d’oro’ del tifo, da tempo sembrano seguire con più distacco e meno partecipazione le vicende delle Fere. Abbiamo raccolto i pensieri di alcuni di loro per capire meglio che rapporto ci sia oggi con la squadra della propria città e, più in generale, con il fenomeno-calcio e le curve che restano il cuore pulsante del mondo ultras.

Passione viscerale

«La sensazione che si prova ad andare allo stadio è bellissima – dice Giammarco, 20 anni – la si percepisce già dalla mattina, ti svegli con una felicità e un’emozione che ti porti fino all’entrata del tornello. Quando metto piede al ‘Liberati’ e vedo quei colori rossoverdi, non penso più a nulla e provo sensazioni forti per tutti i 90 minuti della partita. Che si vinca o che si perda, è sempre qualcosa di unico». Anche Francesco, 20 anni, è un tifoso ‘d’acciaio’: «La Ternana la vivo con tutta la passione che ho in corpo, se perde sono arrabbiato tutta la giornata ma se vince sono pronto a festeggiare. Quest’anno non mi sono perso nemmeno una partita in casa, mentre in trasferta, insieme ai miei fratelli cerchiamo di andarne a vedere il più possibile provando ad organizzarci con il lavoro e con lo studio. Il sogno più grande in questo momento è quello di vederla tornare in serie A».

«I ‘vuoti’ hanno più di un motivo»

Se una parte della tifoseria manifesta un attaccamento quasi maniacale ai colori rossoverdi, un’altra parte sembra essersi un po’ allontanata. Rispetto agli anni a cavallo fra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, quando gli stadi erano davvero gremiti, ad oggi le presenze si sono ridimensionate e non poco. Derby a parte. Per Giammarco i numeri sono diminuiti «per due fattori. In primo luogo gli anni difficili in serie C, quando con la nuova società siamo retrocessi è stato un dispiacere per tanta gente che si è allontanata dallo stadio. Il secondo fattore è il cambio generazionale, perché spesso i ragazzi di oggi si interessano più ad altre cose piuttosto che alla Ternana. Mi spiace molto vedere lo stadio semivuoto, soprattutto perché questa squadra merita il tifo che era presente al derby. Sappiamo quanto può aiutare uno stadio pieno per spingere la squadra, spero e sono convinto che in futuro torneremo a riempire il ‘Liberati’ e tutti insieme raggiungeremo grandi traguardi». Secondo un altro giovane tifoso, Michele, 20 anni, l’allontanamento dalla fede calcistica è da rintracciare anche nei primi anni ‘grigi’ della gestione Bandecchi: «Non vivo più il calcio come lo vivevo prima dell’Unicusano, a causa di alcuni cambiamenti che hanno fatto sì che mi allontanassi dalla Ternana. Dopo la promozione in B dell’anno scorso, mi sono ravvicinato anche per alcuni miglioramenti nella gestione societaria. L’unico fattore che mi suscita dispiacere è non vedere lo stadio gremito di gente come lo era fino a qualche tempo fa. Mi ha fatto piacere vedere che un gran numero di tifosi ha supportato la Ternana sabato allo stadio».

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