Terni, maxi impianto essiccamento fanghi: parte verifica Via per il progetto, i dettagli

Pubblicata la documentazione tecnica: 2.800 mq di superficie, capacità di trattamento da 21.660 t/anno sulla base di 7.896 ore di esercizio. Le varie fasi

Condividi questo articolo su

di S.F.

L’area interessata

Vasche di accumulo, essiccatore, centrale termica, pellettizzatrice, sezione di scarico, condensazione e trattamento fumana e deodorizzazione. Roba per addetti ai lavori ma interessante perché è tutto ciò che è previsto – ci sono anche alcune opere di demolizione di mezzo – per il maxi progetto a firma Servizio idrico integrato per lo sviluppo di un impianto di essiccamento fanghi nell’area del depuratore di via Vanzetti: ora è possibile avere tutti i dettagli dell’iter – tecnici e non – visto che la Regione Umbria ha pubblicato l’intera documentazione. Motivo? È iniziata la verifica di assoggettabilità a Via, la Valutazione di impatto ambientale. Sul tema ci sono polemiche ormai da oltre un anno.

IL RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE COMPLETO – DOCUMENTO

L’area interessata

L’area coinvolta: quasi 3 mila metri quadrati 

Della progettazione architettonica e strutturale se è occupato lo studio Corradi di Terni, mentre il lungo – oltre 120 pagine – rapporto preliminare ambientale porta la firma dell’architetto Andrea Pochini e della dottoressa naturalista Alessandra Moccia con il coinvolgimento dello studio A2A di Perugia. Bene, si entra nei dettagli. In primis la superficie interessata dal nuovo impianto è quantificata in 2.800 metri quadrati ed è compresa nell’area del depuratore di acque reflue urbane di Terni. Di preciso? Dove ci sono le vasche di essiccazione fanghi per evaporazione naturale, non utilizzate da tempo. L’intervento – viene ricordato nei vari atti tecnici – consiste «nella realizzazione e messa in esercizio di un impianto d’essiccamento dei fanghi disidratati prodotti dagli impianti di depurazione siti nella Regione Umbria».

IL PROBLEMA AURI/SII E LO STOP IN ATTESA DELLA VERIFICA

Il progetto

La doppia linea e le tonnellate 

Le linee di essiccazione saranno due, equivalenti. L’impianto – viene specificato – è in grado «di trattare fango umido proveniente da decanter centrifugo/nastropresse con un contenuto medio del 22% di sostanza secca da essiccare all’85% circa di sostanza secca, con una capacità di trattamento pari a 21.660 tonnellate/anno su una base di 7.896 ore/anno di esercizio, quindi in grado di trattare l’attuale produzione di fanghi pari a 20.800 ton/anno. In considerazione degli obiettivi in atto presso i vari ambiti della Regione Umbria, al fine di ridurre la produzione di fango ottimizzando i vari processi di digestione aerobica e anaerobica e di disidratazione dei fanghi, si avrà una riduzione della quantità di fango prodotta dai vari impianti di depurazione che andrà a compensare eventuali incrementi degli Ab.eq». Diverse le fasi di esercizio.

L’IMPIANTO NEL PIANO PNRR DELLA REGIONE: OLTRE 8 MILIONI DI EURO

Le fasi di esercizio

L’ingresso e l’uscita del fango. I container

Le fase di esercizio sono il conferimento del fango umido – automezzi in ingresso da via Capponi, quindi via Vanzetti ed accesso nella strada tra i fabbricati industriali – ed il trasporto in uscita del fango secco: «In base alla potenzialitò dell’impianto, si attende una produzione di fango essiccato di circa 5.000 tonnellate/anno, con densità 600 chili/mc, per un totale dicirca 8300 mc/anno e quindi circa 480 container/anno». Il numero massimo di mezzi in uscita sarà di due al giorno. «Si prevede – si legge – la realizzazione di due vasche di accumulo (una per linea) interrate avente un volume teorico di circa 130 mc. La vasche sul fondo sono complete di un sistema idraulico di movimentazione fango. Il fango dal dalla vasca di accumulo viene inviato all’essiccatore a mezzo di una pompa monovite a portata costante controllata dall’essiccatore stesso».

IL SOPRALLUOGO DEL GENNAIO 2021

L’opera di mitigazione

Gli impatti dell’impianto

C’è una sezione dedicata agli impatti sia in fase di cantiere che di esercizio: «Sono ascrivibili principalmente al rumore e alle emissioni in atmosfera durante la cantierizzazione e dell’esercizio determinato dalle turbine in funzione della centrale idroelettrica, se non opportunamente mitigati. Per quanto riguarda gli altri impatti rinvenuti si possono definire contenuti e mitigabili. L’impianto sarà dotato di specifici presidi ambientali e di sicurezza atti a scongiurare potenziali interferenze nei confronti delle componenti ambientali con particolare riferimento alle acque superficiali e di falda, alle emissioni in atmosfera (odori) e rumorose», viene sottolineato. Focus anche su un ulteriore aspetto: «L’essiccatore proposto scambia calore sia per conduzione, attraverso la parete calda della camera di essiccamento, che per convezione attraverso un flusso di vapore saturo caldo, circolante in circuito chiuso, che concorre all’evaporazione dell’acqua dal fango in transito. Come mezzo scaldante viene utilizzato olio diatermico ad una temperatura di 240- 250°C circa».

L’area coinvolta

Smaltimento e discariche

Nella parte conclusiva del rapporto preliminare ambientale ci sono i vantaggi che comporta l’impianto, quantomeno secondo i tecnici. Capitolo aspetti economici: «Risparmio sui costi dello smaltimento dei fanghi e possibile impiego del pellets quale combustibile per un termovalorizzatore con conseguente produzione di energia elettrica e/o di calore per teleriscaldamento». Quindi il lato sociale: «Minori emissioni complessive in atmosfera dovute ai trasporti per minore utilizzo della rete viaria regionale/nazionale e minore utilizzo delle discariche per la riduzione delle quantità conferite». Tutto ciò perché – viene ribadito – l’Umbria «è sprovvista di impianti di essiccamento dei fanghi di depurazione». Sarà utilizzato a ciclo continuo settimanale per circa 7.896 ore in un anno.


Filipponi e De Angelis con Angeletti

Il Pd: «Scelta scellerata»

«A Terni – il commento di Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis del Pd – per migliorare la situazione ambientale e lavorare per invertire la rotta del drammatico calo demografico, si fa procedere l’iter per la realizzazione per l’impianto di trattamento dei fanghi proventi da tutta la Regione. L’iter va avanti con la valutazione d’impatto ambientale in una superficie interessata dal nuovo impianto è quantificata in 2.800 metri quadrati, compresa nell’area del depuratore di acque reflue urbane di Terni, in via Vanzetti a un km dal centro città. Lo si vuole realizzare – spiegano – laddove oggi ci sono le vasche di essiccazione fanghi per evaporazione naturale, non utilizzate da tempo. L’intervento prevede la realizzazione e messa in esercizio di un impianto d’essiccamento dei fanghi disidratati prodotti dagli impianti di depurazione siti nella Regione Umbria. Inoltre si evince che le linee di essiccazione saranno addirittura due, equivalenti. L’impianto dovrebbe trattare fango umido proveniente da decanter centrifugo/nastropresse per una produzione di fanghi pari a 20.800 ton/anno. Di fatto si vuole concentrare a Terni il trattamento di fango dei vari processi di digestione aerobica, prodotto dai vari impianti di depurazione dislocati in tutti gli ambiti dell’Umbria. Dopo la vendita delle quote di Asm nel servizio idrico e il tentativo in corso di vendita del 49% delle quote di Asm al privato, un’altra scelta scellerata alla quale ci opporremo».

Gentiletti con il vicesindaco Salvati

Gentiletti

«Un essiccatore di fanghi reflui, per tutta la Regione, lungo la pista ciclabile – il commento di Alessandro Gentiletti di Senso Civico – turistica fra Terni e Narni, vicino ad altri impianti di smaltimento dei rifiuti e poco distante dal centro. Che ingolferà il traffico pesante, gia sovraccarico e aumenterà le necessità di discarica. Dopo i sopralluoghi e un primo stop che ci aveva fatto ben sperare ora ritorna questo progetto. Questo l’amore per il territorio della giunta Latini, questi i grandi progetti per il rilancio della città. Giuste le voci di dissenso che si stanno sollevando, a cui spero se ne aggiungano altre. Faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per cercare di impedirlo. Intanto prendiamo nota e, quando andremo a votare a settembre, ricordiamoci di che pasta è fatta la destra che governa Terni e vorrebbe governare il paese».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli