Punto essiccamento fanghi a Terni in piano Pnrr: «Regione candida città a discarica»

Via libera all’inserimento tra le proposte di finanziamento per 8,5 milioni di euro: i consiglieri di minoranza attaccano. Nel mirino il depuratore Sii

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La parte sul progetto Sii nell’analisi di coerenza

«Donatella Tesei e la Lega candidano Terni a diventare ufficialmente la discarica dei fanghi reflui dell’Umbria». L’attacco porta la firma dei consiglieri comunali di M5S, Pd e Senso Civico del consiglio comunale: mercoledì la Regione ha dato il via libera all’inserimento tra le proposte di finanziamento ai bandi relativi al Pnrr al ministero per la transizione ecologica in scadenza il prossimo 14 febbraio. Del tema se ne era parlato a lungo – con tanto di sopralluogo al depuratore Sii – nel gennaio 2021.

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Una parte del depuratore Sii

‘Caccavalorizzatore’. Cosa è indicato nel piano

I consiglieri ternani sottolineano che «il tanto discusso impianto di digestione anaerobica di trattamento fanghi, con conseguente stabilizzazione e sfruttamento energetico, ribattezzato ‘caccavalorizzatore’, è stato inserito dalla Regione Umbria tra le proposte di finanziamento ai bandi relativi al Pnrr. Ecco il piano di ripresa che la giunta Tesei riserva alla città di Terni. Mentre Perugia incassa centinaia e centinaia di milioni di euro per valorizzazione urbanistica, nuovo sistema integrato di trasporti e molto altro ancora su Terni la Regione vuole spendere 8,5 milioni di euro del Pnrr per l’impianto di essiccazione dei fanghi reflui». Nel documento di palazzo Donini si parla di un impianto che «sarà in grado di trattare fango umido proveniente da decanter centrifugo/nastropresse con un contenuto medio del 22% di sostanza secca, al fine di essiccare ulteriormente il fango fino a raggiungere la percentuale dell’85% circa di sostanza secca; è dimensionato per una capacità di trattamento pari a 21.660 tonnellate/anno su una base di 7.896 ore/anno di esercizio. L’impianto di progetto è del tipo essiccatore di tipo indiretto a strato sottile, ossia un cilindro riscaldato all’interno del quale avanza il fango e che subisce il passaggio del vapore di processo in equicorrente. L’essiccazione avviene grazie al riscaldamento del fango, e la trasmissione del calore avviene per la maggior parte per conduzione con le pareti del cilindro, e per ua quota ridotta per convezione con il gas di processo».

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Una parte dell’impianto Sii

Revamping e spazzamento stradale

C’è anche altro nel provvedimento firmato dalla Regione: «Tra le 70 pagine del documento – aggiungono – sull’analisi di coerenza particolare preoccupazione desta la progettazione di un nuovo impianto a biomassa con produzione di energia elettrica in località Maratta collegato al revamping di un impianto esistente per il trattamento a recupero dello spazzamento stradale per un valore complessivo di 5,4 milioni. Una questione su cui occorrerà fare massima chiarezza, onde evitare che l’ennesimo impianto impattante dal punto di vista delle emissioni si andrebbe ad insediare in una zona in cui le centraline Arpa hanno già certificato essere la più inquinata dell’Umbria. Senza considerare l’impatto a livello visivo in una zona che andrebbe a lambire la pista ciclabile. Progetti che nulla hanno di innovativo e che la giunta regionale ha tirato fuori dai cassetti impolverati». C’è un altro problema: «Un documento che arriva con estremo ritardo, a ridosso della scadenza dei bandi che come al solito non permette alcun tipo di partecipazione e coinvolgimento. Autoritarismo e accentramento – chiudono i consiglieri – del potere decisionale sono oramai il tratto distintivo della giunta Tesei e i ternani si troveranno ancora una volta a dover subire scelte del tutto discutibili sul loro futuro senza la minima possibilità di proferire opinione».

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De Luca (M5S): «150 milioni in progetti vecchi»

Attacca anche il consigliere regionale M5S Thomas De Luca: «Come buttare letteralmente nella monnezza 150 milioni di euro e far tornare l’Umbria indietro di 20 anni. Con la delibera su ‘Nuovi impianti di gestione dei rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti’ del 2 febbraio 2022 la destra fallisce definitivamente l’occasione di trasformare l’Umbria in un modello virtuoso. La giunta Tesei tira fuori dai cassetti progetti vecchi e obsoleti solo per far fronte alle scadenze imminenti dei bandi pubblicati dal ministero della transizione ecologica. Lasciando nel caos più totale i singoli ambiti territoriali senza alcuna politica coordinata a livello regionale. Di fronte all’attuale sovradimensionamento dell’impiantistica regionale – aggiunge – per la gestione dell’organico, con i due impianti di Casone e Nera Montoro costretti ad importare rifiuti da fuori regione per sopravvivere, la destra ci porta a spendere 30 milioni di euro per un ulteriore impianto da 55.000 tonnellate a Olmeto. Due impianti di essiccamento fanghi di Foligno e Terni per quasi 70 mila tonnellate di capacità su cui dovrà essere fatta la massima chiarezza in merito alle metodologie di ‘valorizzazione termica’ annunciate nel Pnrr regionale. La ciliegina sulla torta è però rappresentata dal nuovo impianto a biomassa per il trattamento a recupero dello spazzamento stradale a Terni. L’ennesimo impianto di valorizzazione termica dei rifiuti, un piccolo inceneritore a due passi dai fratelli più grandi. Di fatto la destra consegna la gestione dei rifiuti ad una totale disconnessione tra i vari ex ambiti, una babele di pratiche diverse ciascuna con le sue gravi criticità. Mentre l’Ati4 prosegue la strada verso la raccolta differenziata spinta e il recupero di materia, ma senza riuscire a fare il salto di qualità per chiudere il ciclo in maniera virtuosa, gli altri ambiti tornano indietro di 20 anni con le ecoisole interrate super tecnologiche. Semplicemente folle l’idea di realizzare le ecoisole anche nell’alta Valnerina, proseguendo la strada che ha portato i comuni del cratere ad essere il fanalino di coda per percentuali di raccolta differenziata. Era l’8 settembre del 2020 quando, in un question time dedicato, abbiamo chiesto alla giunta regionale di intavolare una discussione sulla visione dell’Umbria del futuro da realizzare attraverso il Pnrr. Ci risposero che era troppo presto, la verità è che chi governa la Regione non ha la più pallida idea di dove mettersi le mani. Era l’occasione – conclude – di utilizzare lo stanziamento straordinario di risorse per chiudere il ciclo dei rifiuti, colmare il ritardo sulla dotazione impiantistica e mettere in sicurezza la Regione per i prossimi 50 anni trasformando l’Umbria in un modello internazionale. Invece la giunta Tesei, di fronte ad uno stanziamento senza precedenti da parte dell’Europa, sceglie di indebitare le prossime generazioni per chiedere 150 milioni di euro e buttarli letteralmente nella monnezza».

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