«Punto essiccamento fanghi regionale a Terni? Vedremo»

Sopralluogo della II° commissione nel depuratore di via Vanzetti: cogeneratore in esercizio entro l’estate 2022. Opposizione critica: «Discarica a cielo aperto»

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di S.F.

I consiglieri di minoranza vogliono vederci chiaro e, dopo scambi social ed un confronto nell’ultimo consiglio comunale sul tema, si è passati al sopralluogo di natura tecnica per farsi spiegare nel dettaglio cosa accadrà nei prossimi anni. Sì, perché lo scontro sui progetti che la Regione Umbria ha inserito nel Recovery Plan in merito a rifiuti e fanghi, con mirino anche sul depuratore di via Vanzetti a Terni, è destinato a proseguire: è qui che gli ingegneri Giuliano Marziali e Paolo Rueca – direttore generale Sii, sul posto anche il presidente della società Carlo Orsini – lunedì mattina hanno accolto gli esponenti dei vari gruppi per far chiarezza. O almeno provarci.

L’ACCUSA DEL M5S: «VOGLIONO BRUCIARE I FANGHI A TERNI». LO SCONTRO

Il ‘tour’ e il cogeneratore: «Entro luglio 2022 in esercizio»

Caschetti, mascherine e tutti – in realtà durante le spiegazioni tecniche di Marziali non c’è molta attenzione, di mezzo anche il maltempo – in gruppo in giro per l’impianto con governance Sii e uomini Asm a fare da ‘ciceroni’. Le informazioni di maggior rilievo, in particolar modo sulle tempistiche, le dà in avvio Rueca: «All’interno del nostro depuratore – assoggettato ad Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale – dobbiamo per normativa mettere in esercizio al massimo entro il luglio 2022 un impianto di cogenerazione, non è un altro che un motore a combustione interna. Dovrà gestire il biogas prodotto – ha sottolineato – dal digestore anaerobico per evitare che quello in eccesso vada in torcia. E quindi deve essere gestito in questo modo: entra biogas in eccesso ed escono calore ed energia elettrica». In loco anche l’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvati.

MIRINO SU VIA VANZETTI – DOCUMENTO

Il recente guaio e l’obbligo

Rueca ha spiegato che il nuovo digestore è a regime da circa due mesi perché nel 2018 ci fu un guasto rilevante: «Questo è più performante – ha aggiunto – e produce un sughero naturale di biogas che, al momento, viene bruciato in torcia. Adesso c’è un iter in Regione per eliminare questa situazione: siamo obbligati a presentare un progetto entro la fine di marzo per il cogeneratore. Un container che produce energia elettrica e calore: sarà utilizzata per le macchine all’interno del sistema. Questa è una prescrizione obbligatoria e non c’entra nulla con l’essiccatore. Sono istanze separate», ci ha tenuto a ribadire. Si passa all’argomento oggetto di scontro nelle recenti settimane.

VIDEO – IL DG SII, RUECA: «ECCO TEMPISTICHE E SVILUPPI»

Essiccatore: «Pensiamo a noi, poi si vedrà». L’incenerimento

Il direttore generale Sii in questo caso ha messo in evidenza un aspetto: «Procederemo con una nostra prima linea con processo autorizzativo a sè, inizierà entro maggio. Prevede la realizzazione dell’impianto per i fanghi prodotti dal nostro territorio: il vantaggio è economico ed ambientale, quest’ultimo in primis, perché si eliminano i problemi che pone la nuova normativa sia per il divieto di smaltimento in discarica sia per le caratteristiche che occorrono per il recupero del fango. La quantità annua passerà da 7.000 tonnellate a poco più di 2.000». C’è però chi ha messo in guardia: «Incenerimento? No. L’essiccatore viaggia con un flusso termico di 250-300 gradi, l’inceneritore dai 700 in su. In sostanza con l’essiccatore il fango viene privato dell’acqua che contiene e ciò consentirà di ridurre al 25-30% ciò che viene prodotto adesso. Inoltre dal 1° gennaio 2014, gradualmente, i fanghi non potranno più essere portati in discarica».

Possibile punto di essiccamento regionale

Il concetto che Orsini e Rueca cercano di far passare è uno, in sintesi: «Oggi è allo studio l’impianto per l’autosufficienza di Terni. Si stanno chiedendo le autorizzazioni: ci sarà subito una riduzione dei viaggi, trasporti e conferimenti in discarica. Poi –  è intervenuto direttamente Orsini – è stata fatta la richiesta per un eventuale punto di essiccamento per tutta la regione: questa seconda linea sarà sottoposta a conferenza di servizi ed autorizzazioni. Oggi pensiamo al nostro fabbisogno. Se poi le autorità competenti diranno che si può fare, saremo pronti ad essiccare anche gli altri fanghi», ha specificato. Poi ancora Rueca: «Dall’evaporazione dell’acqua esce un prodotto stabile e ok a livello ambientale, volto per lo più ad una funzione ammendante». Poi il lungo tour, le spiegazioni di Marziali ed i dubbi della minoranza che persistono.

La minoranza: «Conferma che Terni sarà centro di raccolta regionale»

Nel primo pomeriggio arriva puntuale la nota di Senso Civico, Pd e M5S: «Il sopralluogo effettuato ha confermato che l’amministrazione comunale ha intenzione di far diventare Terni un centro di raccolta regionale per l’essiccamento dei fanghi reflui. Abbiamo partecipato per rispetto istituzionale, ma ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi iniziativa che non sia chiara e non metta subito nero su bianco che la nostra città non può contribuire ancora di più allo smaltimento dei rifiuti regionali. L’entusiasmo dell’amministrazione comunale per il progetto è davvero grottesco e delinea la visione che il centrodestra ha della nostra città: una terra di conquista e una discarica a cielo aperto. Assolutamente non credibile la promessa che i fanghi che finiranno in discarica, in quanto essiccati, saranno di meno, in quanto con questo progetto confluiranno a Terni tutti i fanghi dell’Umbria, con un appesantimento e una congestione della nostra realtà e ciò a dispetto della situazione ambientale che il Consiglio comunale ha definito già disastrosa. Continueremo ad opporci con determinazione ad un progetto che non condividiamo, così come ad ulteriori processi di carbonizzazione  che, al di là dei tecnicismi – concludono – dietro i quali si nasconde l’assessora che viene dall’Arpa, rappresentano scelte inaccettabili per il territorio».

«Nessun incenerimento»

Di diverso avviso la presidente della II° commissione, Rita Pepegna (FdI): «Questa mattina ogni commissario si è potuto fare un quadro tecnico nitido su quello che si andrà a realizzare. Ho trovato la relazione dell’ingegner Rueca molto chiara: si va alla costruzione  di una linea che prevede la ventilazione a 36° dei fanghi per poi captare i loro gas in maniera da utilizzarli, tramite un cogeneratore, come energia, senza così mandarli in dispersione. Nessun incenerimento, nessuna termo combustione quindi, ma essicazione al fine di evitare dispersioni e conferire in discarica fanghi meno ingombranti e inquinanti, in linea con le nuove normative.  Rilevante è anche quello che ha detto il presidente Orsini: l’impianto al momento avrà una sola linea di essiccazione dedicata esclusivamente ai fanghi prodotti a Terni e in provincia; la seconda linea – quella che si occuperà eventualmente dei fanghi con provenienza regionale – è legata alle decisione di una conferenza dei servizi che è tutta da definire. Non entro in polemiche – conclude – ma sottolineo che questo sopralluogob è stato chiesto proprio dalla minoranza, nella persona del consigliere Paolo Angeletti, per chiarimenti tecnici».

 

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