Rogo impianto Asm: «Causa? Carter di una moto». Approvato piano revamping

Terni – Menecali in audizione: «Ricerca del partner? Si può concretizzare per inizio 2022». Situazione debitoria ancora problematica: «Forse abbattiamo il muro dei 100 milioni»

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di S.F.

Un’audizione per fare il punto della situazione a livello finanziario e programmatico su Asm. Protagonista martedì pomeriggio in III° commissione consiliare il numero uno del CdA Asm, Mirko Menecali: al centro dell’attenzione in particolar modo due argomenti, l’incendio – spunta una nuova ipotesi in seguito all’indagine interna – nell’impianto di selezione dei rifiuti indifferenziati di via Ratini del 12 agosto e la ricerca del partner industriale con cessione delle azioni fino al 49%. In quest’ultimo caso si parla di febbraio 2022 per concretizzare l’operazione. Sempre che tutto fili liscio.

Asm cerca partner industriale: cessione azioni fino al 49%

Il consuntivo 2020

Menecali e il consuntivo 2020: giù settore energia

Più sintetico del solito – anche perché Federico Brizi, presidente leghista della commissione, e Alessandro Gentiletti di Senso Civico hanno fatto pressione in tal senso – il numero uno del CdA Asm in apertura. Si inizia dai numeri rappresentati in una serie di slide ed il contesto generale: «La gestione ordinaria – ha esordito – è la stessa che si evidenzia da qualche tempo, i tre business principali (energia, idrico e ambiente) si muovono in modo prevedibile. Per la prima c’è un lieve calo di fatturato consuntivi 2020, bene invece la parte innovazione (centrale idroelettrica). C’è poi la strutturale perdita dell’area ambiente per la raccolta, ma sono fiducioso di andare a recuperare con le delibere Auri per il riassetto della concessione: hanno riconosciuto il problema ed in questo momento è in corso l’attività specifica di collaborazione per rifare i conteggi e capire l’entità dell’operazione. L’idrico era già a posto. In questo modo dovremmo risolvere l’endemica mancanza di produrre reddito o utile». In generale «dal punto di vista economico la situazione è in linea con le aspettative».

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La situazione debitoria

La situazione debitoria: Gse e Csea. Il personale

Breve accenno anche ad un altro aspetto: «Ci sono due dirigenti in meno e la strategia di sostituzione delle persone in somministrazione con personale dipendente sta funzionando. Un’operazione – le parole di Menecali – che ci ha consentito di continuare il trend di aumento senza un incremento del costo del lavoro». Bene, ma i guai restano per lo stato patrimoniale: «C’è una riduzione strutturale delle passività correnti ma rimane un’importante composizione del debito a medio-lungo termine. Dai 132 milioni del 2017 siamo passati a 104, nel 2021 forse riusciremo ad abbattere il muro dei 100. In questo contesto – ha specificato – si inserisce la situazione pregressa legata a Gse e Csea». Per oltre 48 milioni di euro, vale a dire quasi il 50% sul totale.

La situazione Gse/Csea

I dubbi su incendio, rilancio e ricerca partner

Il primo a farsi avanti per chiedere delucidazioni extra conteggi è Gentiletti: «Pare che lei ad agosto abbia detto che la causa dell’incendio nell’impianto di Maratta sia dovuta alle pile a litio. Conferma? E qual è il futuro di quell’area?». Focus anche sulla ricerca del partner industriale e gli eventuali aggiornamenti. Federico Pasculli (M5S) ha chiesto spiegazioni sul pagamento verso i fornitori, il futuro di Umbria Energy, i progetti innovativi Asm e il bando deserto per la centrale di Alviano. Michele Rossi (Terni Civica) si è esposto sul sistema antincendio automatico: «Ne era dotato?».

La situazione aggiornata

L’incendio: spunta carter di una moto. La riattivazione

Parte la maxi spiegazioni di Menecali sui diversi punti tirati in ballo: «Dissi che l’ipotesi più probabile era un cattivo conferimento, ad esempio le batterie al litio. Le indagini interne dovranno essere verificate dalla magistratura, ma fanno pensare che nel caso specifico possa riguardare un carter di una moto (è stato trovato un grande componente metallico) che ha generato calore ed è rimasto incastrato nell’impianto. Quest’ultimo – ha risposto in merito agli input sul sistema di antincendio –  era assolutamente a norma, verificato e certificato. Per come era stato studiato andava a coprire delle aree di rischio in modo più efficace. La riattivazione? Il prima possibile, nell’ultimo CdA abbiamo approvato il piano di investimento per il revamping. Non ci rinunciamo, si parla di un investimento di circa 600 mila euro. Nella peggiore delle ipotesi – ha puntualizzato – puntiamo a febbraio per farlo tornare in funzione del tutto. I tecnici ci stanno lavorando e il sistema antincendio verrà ulteriormente potenziato. Puntiamo su un maggior automatismo. E visto il layout non è possibile pensare di introdurre a monte del processo di conferimento una fase in più di selezione manuale».

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Lo stato patrimoniale

Umbria Energy e Alviano

Si passa ai progetti innovativi: «L’interesse di Asm resta, il progetto in pancia del nuovo impianto a Maratta è fermo non per volontà nostra. Ma per attività collegate alla gestione delle autorizzazioni e all’acquisto del terreno. La centrale di Alviano? Sì, è andato deserto il bando perché la Compagnia elettrica italiana si è tirata indietro all’ultimo perdendo la caparra: la cosa (per questa storia si è andati anche al Tar Umbria, ndR) non mi dispiace onestamente perché così l’asset resta in Asm. Per ragioni economiche e strategiche di lungo periodo devo dire che le mutate condizioni mi fanno sperare di non doverla alienare». Capitolo successivo Umbria Energy: «La risposta è semplice. Non abbiamo una strategia di crescita verso la vendita e il futuro industriale è di focalizzazione verso l’area ambiente oppure nella gestione delle reti. Non certo diventare una società commerciale. La cessione non è prevista in questo momento». Sui pagamenti ai fornitori nessuna indicazione particolare: «Non li ricordo i tempi».

L’area di via Ratini

Il partner industriale: chiusura in avvio di 2022

Il tema davvero complesso e spinoso è un altro. Menecali lo sa e lo fa presente: «Sono più in difficoltà su questo tema – le parole ai consiglieri –  perché c’è una gara pubblica aperta e non posso rivelare tutte le informazioni essendoci un accordo di riservatezza. La procedura è in pieno svolgimento, siamo nell’ultimo step dopo la ricezione delle offerte ‘grezze’ e la fase negoziale: credo che per tutto il 2021 con buona probabilità Asm sarà al 100% del Comune, poi tra ottobre e dicembre sarà proposta all’amministrazione. Per poi concretizzare la chiusura a febbraio 2022. Non è scontato dire che ci sarà offerta valida», ha aggiunto il presidente di Asm. A questo punto è Tiziana De Angelis (Pd) ad incalzarlo: «L’azienda non ha programmi dunque? Non si può parlare di progetti innovativi per via di questa procedura? State valutando solo l’offerta o anche la qualità progettuale?». Botta e risposta: «Puntiamo sull’impianto nuovo a Maratta per la preselezione, l’ultima progettazione vale circa 20 milioni di euro. Permetterebbe di sistemare i problemi reddituali dell’azienda e non solo». L’esponente Dem non molla: «Perché non vi siete rapportati con l’università e con il territorio non parlate?». Menecali è chiamato di nuovo in ballo: «Un bando di gara purtroppo è complesso e sono stati individuati degli advisor legali, vale a dire i nostri consulenti».

La sede di Asm

La critica

In conclusione è Gentiletti che torna a farsi avanti per criticare la modalità comunicativa di Menecali: «La causa dell’incendio dovuta alle pile era una sua ipotesi dunque, senza supporto tecnico-scientifico. Ritengo – l’attacco –  che il presidente di Asm non debba farlo senza riscontri. Dire che la colpa è del cattivo conferimento dei cittadini è un torto alla città, rischia solo di fare confusione».  Menecali risponde e chiude il discorso: «La prossima volta mi esimerò dal farlo. Ma sottolineo che nella maggior parte dei casi i cittadini sono bravissimi nel conferimento. Ribadisco che per la ricerca del partner industriale siamo nell’ultima fase ed il principale obiettivo non è far presto, ma assicurare gli obiettivi dell’operazione. Deve essere conveniente in termini industriali e non finanziari, non è una vendita per questo motivo». Tutto in mano a lui stesso e al direttore generale Stefano Tirinzi.

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