di S.F.
La storia va avanti dal 2016 e per il momento non se ne è usciti. Anzi. Con tanto di diffide e contenziosi aperti con Auri ed i vari Comuni del sub ambito 4, Terni il più grande: al centro dell’attenzione c’è la richiesta di riequilibrio della concessione per il servizio integrato dei rifiuti – raccolta e trasporto – da parte del raggruppamento temporaneo di imprese Asm-Cns, con l’obiettivo di mettere fine alle controversie pendenti sviluppate nell’ultimo quinquennio. Una questione complessa che tira in ballo la base d’asta di gara – bando pubblicato nel maggio 2013 – per l’affidamento, il metodo tariffario, l’Arera e le maggiori utenze, quest’ultime parte del problema. Si parla di milioni di euro in ballo e in settimana l’assemblea dei sindaci ha dato il via libera ad un percorso per l’avvio di un percorso amministrativo di verifica da chiudere entro settembre. Poi si vedrà.
C’è anche il Tar: Auri non riconosce squilibrio
Asm-Cns si è rifatto sotto con un’istanza per chiedere il riequilibrio della concessione: «Tale squilibrio – si legge nella relazione tecnica a firma del direttore Auri Giuseppe Rossi – sarebbe oggi suffragato dai dati contenuti nel Mtr (metodo tariffario) Tari 2020 approvato, che evidenzierebbe un elevato margine dei cosiddetti ‘costi efficienti’ non adeguatamente riconosciuto nel limite massimo delle entrate tariffarie deliberato con l’approvazione del suddetto Mtr 2020; è opportuno precisare al riguardo che il suddetto Rti in relazione alla approvazione di Mtr 2020 ha proposto ricorso al Tar Umbria motivando il ricorso proprio in ragione del mancato riconoscimento da parte di Auri del predetto squilibrio della concessione». Da ricordare che l’affidamento è scattato il 1° gennaio 2015 e terminerà il 31 dicembre del 2029.
L’inghippo maggiori utenze
Già tra il 2016 e il 2017 l’Rti aveva manifestato problemi in riferimento alle maggiori utenze rispetto alla base di gara, con numero molto superiore a quello indicato nei documenti per la concessione: da ciò era stati determinati i dimensionamenti del servizio per mezzi e personale. Sponda Auri è stato fatto notare che nel contempo è intervenuta l’Arera – Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – con modifica del metodo tariffario. Al netto dell’aspetto tecnico, la questione è semplice: in sostanza Asm-Cns spende di più (circa il 15%) nel confronto con ciò che pagano i comuni e dunque è sorto lo squilibrio della concessione. Nel 2017 l’Auri tuttavia aveva specificato che «la pretesa economica non trova accoglimento in quanto la tematica ha tutti i presupposti di una variante al piano di ambito». Risposta? Diffide e messa in mora con il coinvolgimento dell’avvocato Giovanni Ranalli. «Il gestore sostiene che il disciplinare tecnico abbia previsto un meccanismo automatico di revisione del corrispettivo direttamente collegato alle utenze rilevate in fase di dispiegamento delle attività. Tuttavia, il meccanismo evocato da Asm-Cns, ove esistente, consentirebbe un adeguamento tariffario solo per le annualità 2016 e 2017. A partire dal 2018 la materia dei corrispettivi è stata riassorbita nella più ampia disciplina del metodo Arera Mtr che in questi casi ammette solo un eventuale riequilibrio della concessione determinato da squilibri economico-finanziari», viene specificato nella relazione.
La partita 2016-2017 e le reciproche concessioni
La contesa è divisa in due filoni, pre e post Arera. Per il 2016-2017 – il Comune di Terni ha già transato – l’Rti ha avanzato una richiesta di oltre 4,6 milioni di euro per le maggiori utenze (74.297 rispetto alle 60.075 previste dalla documentazione di gara). «Auri – viene puntualizzato – nelle sue interlocuzioni con il gestore ha sempre fatto riferimento al fatto che il punto di riferimento come calcolo del differenziale delle utenze dovesse basarsi sul censimento indicato dal gestore nella documentazione di gara pari a 72.113. Appare del tutto evidente che l’esatta identificazione delle utenze a distanza di oltre 5 anni dall’espletamento del servizio pone delle indubbie difficoltà come si evidenzia dai dati discordanti di cui sopra. Inoltre Auri ritiene opportuno inserire nella definizione del quantum 2016 e 2017 anche la decurtazione delle penali applicate al gestore (3.267.717 euro al netto della transazione con il Comune di Terni). In tal senso in un ottica transattiva si evidenzia la possibilità di procedere ad una rideterminazione delle stesse (in merito al quantum complessivo calcolato) a fronte di reciproche concessioni».
Cosa si farà
Il valore di transazione sarà recuperato dal 2022 in avanti in rate. «Il calcolo del valore per ogni singolo Comune sarà suddiviso – si legge – con modalità che tengano conto degli effettivi scostamenti delle utenze rilevate o in alternativa degli scostamenti definiti tra costi efficienti e costi riconosciuti dei Pef Mtr riequilibrati; la transazione sulle annualità 2016 e 2017 sarà subordinata all’accettazione della successiva proposta operativa riferita alle annualità 2018, 2019, 2020 e 2021». Saranno analizzate tutte le voci per capire se accogliere – in parte o tutte – le richieste.
Le annualità successive
Per quel che concerne il periodo 2018-2021 il riequilibrio ci sarà sulla base delle indicazioni di Arera nel metodo tariffario ed a quanto eventualmente contenuto nel Mtr 2. Le voci che saranno verificate riguardano l’efficienza dei costi effettivi, l’analisi del disequilibrio economico, lo sviluppo del piano tariffario pluriennale e del Pef (in arrivo la proroga al 31 luglio per il 2021, Comuni in affanno in questi giorni per l’approvazione in consiglio, a Terni è già stato inviato ai consiglieri ma con ogni probabilità sarà ritirato).
Le tempistiche ed il rischio per i Comuni
Il gestore – la parte finale del documento a firma Rossi – si impegna «a definire il percorso in 60 giorni dalla accettazione del percorso proposto da Auri». Quest’ultima si appoggerà ad una società per le verifiche dei dimensionamenti del servizio e degli aspetti contabili per la definizione finale del riequilibrio della concessione: «Il pregresso riferito alle annualità 2016 e 2017 entrerà comunque a far parte della proposta di riequilibrio complessivo da sottoporre all’approvazione dell’Autorità; laddove Arera non consentisse tale operazione, resta inteso che l’eventuale obbligo di corrispondere le somme in questione all’Rti rimarrà in capo ai singoli Comuni. Si precisa che avrà comunque come dato di partenza il piano economico-finanziario presentato in gara dall’Rti». La data indicata per chiudere il percorso è il 30 settembre, altrimenti «gestore, Auri ed i Comuni sono liberi di agire a tutela dei propri interessi svincolandosi definitivamente dalle proposte formulate». I problemi sui rifiuti non mancano mai.