Terni, inceneritore Acea: la Regione dice no ad estensione rifiuti

C’è il non superamento del dissenso espresso dai Comuni e Usl Umbria 2. L’iter era attivo dal 2014: chiusa la valutazione per il lungo procedimento Via. Ma la partita non è chiusa

Condividi questo articolo su

di S.F.

Partita chiusa, quantomeno per ora. Palazzo Donini ritiene opportuno «in questa fase, in considerazione dell’imminente approvazione dell’aggiornamento del piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, disporre il non superamento del dissenso espresso dai Comuni di Terni e Narni, dall’Usl Umbria2 nonché dalla Provincia di Perugia sul progetto di estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico-termovalorizzatore di Acea Ambiente srl in via Ratini» a Maratta Bassa Terni. Arriva dunque il no al tentativo della multiutility romana con l’iter di Valutazione di impatto ambientale che era attivo da sette anni.

14 OTTOBRE, MONSIGNORI FIRMA: PARTITA CHIUSA
IL VERBALE DEL COMITATO DI COORDINAMENTO SULLA VALUTAZIONE AMBIENTALE: DISSENSO
LA ‘DIFESA’ DI ACEA NEL 2019

Inceneritore Acea Terni, l’Usl controbatte

TUTTI I PARERI DEGLI ENTI
NEL CONTEMPO IL M5S ATTACCA: «NEGAZIONISMO DALLA REGIONE»
«ACEA RITIRI L’ISTANZA»

Il giudizio di compatibilità ambientale. L’iter attivo dal 2014

La pubblicazione dell’atto arriva in seguito alla determina dirigenziale firmata giovedì 14 ottobre dal dirigente del servizio sostenibilità ambientale, valutazioni ed autorizzazoni ambientali Andrea Monsignori: nel documento – fatte tutte le verifiche del caso – viene espresso un «giudizio non favorevole di compatibilità ambientale del progetto». I Comuni di Terni e Narni si erano opposti nel 2019. La storia va avanti dal 7 ottobre 2014 quando Acea presentò istanza per avviare il procedimento di Via coordinato con l’iter per l’Aia in modifica dell’installazione esistente; nel dicembre 2018 il percorso era stato riavviato post esposizione del progetto da parte del gruppo romano, quindi i recenti passaggi ed il giro dei pareri degli enti coinvolti. Da ricordare che sul tema più volte si era espresso – in modo negativo ovviamente – il ‘Comitato No Inceneritori’ di Terni.

Terni, Acea non molla per l’inceneritore

Possibile il ricorso al Tar. Le sedute del comitato

Per ora non si fa nulla in attesa del nuovo piano regionale dei rifiuti. Tuttavia c’è il pericolo’ di ricorso da parte di Acea: la determina dirigenziale è impugnabile al Tar Umbria entro sessanta giorni a decorrere dalla data di notifica. In seguito alla seconda seduta di conferenza di Via erano arrivati i tre pareri negativi (Terni, Nrni, Usl Umbria 2), il parere favorevole con prescrizioni dell’Arpa e il sì del servizio energia, qualità dell’ambiente, rifiuti, attività estrattive e bonifica della Regione. Non acquisito quello della Provincia di Terni. Per quel che concerne il comitato di coordinamento sulla valutazione ambientale convocato nel 2021 si legge che «ha ritenuto non rilevante, e quindi superata, la mancata espressione dei pareri della Provincia di Terni e dei servizi regionali», poi gli ulteriori approfondimenti e, a maggioranza dei presenti, il via libera al non superamento del dissenso degli enti. Il no della giunta regionale era invece arrivato lo scorso 29 settembre (atto pubblicato solo oggi). Nella delibera dell’esecutivo Tesei viene inoltre evidenziato che «le previsioni del piano regionale vigente per il trattamento termico dei rifiuti urbani non sono state attuate» e la decisione arriva tenendo in considerazione che i Comuni di Terni e Narni «chiedono di rinviare ogni decisione in ordine all’incenerimento dei rifiuti urbani nell’ambito delle procedure di approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti». Una sorta di rinvio, poi si vedrà.

Inceneritore, Acea: «Emissioni invariate»

Il gruppo M5S

M5S: «Torna l’incubo dei due inceneritori»

Gli esponenti pentastellati mettono in guardia: «Al contrario di quello che Lega ternana vorrebbe far credere, l’inceneritore di Terni continuerà a bruciare 100 mila tonnellate di rifiuti ogni anno, parliamo di pulper di cartiera con alta probabilità contaminati da plastiche e collanti. Trasportate annualmente da oltre 4000 camion. Allo stesso tempo i cittadini di Terni saranno probabilmente costretti a spegnere i loro caminetti domestici, stando a quanto previsto dal Piano regionale della qualità dell’aria redatto dalla giunta Tesei, con il silenzio assenso della giunta Latini, in cui non si ritiene necessario intervenire a sostegno della sostenibilità ambientale per quanto riguarda gli impianti di matrice industriale.  Intanto in attesa del piano dei rifiuti regionale che pende come una spada di Damocle sulla nostra città, la giunta regionale non ha ancora chiarito dove intende bruciare il Css (cioè quello stesso rifiuto urbano a cui è stato cambiato il nome), alla luce del fatto che l’impianto Acea è uno di quelli già autorizzati.  Infatti, grazie proprio ad uno degli emendamenti che la Lega è riuscita a piazzare all’interno del decreto semplificazioni per mano del sottosegretario Gava con cui è in stretto contatto qualche esponente locale del Carroccio, sia l’impianto Acea che quello attualmente non in esercizio di Terni Biomassa potranno bruciare rifiuti urbani trasformati in Css senza essere soggetto alla valutazione di impatto ambientale. Alla luce dei fatti, quel parere negativo verso la combustione della monnezza nell’impianto di Maratta, non è altro che una ennesima anacronistica foglia di fico che non risolverà l’annosa questione che vede Terni come la il camino unico regionale dove poter bruciare i rifiuti. Non solo, torna anche concreto l’incubo di avere due inceneritori attivi in città. Colpisce che la Lega – concludono – che governa da tre anni il nostro comune, che governa la regione e che sostiene l’attuale governo nazionale, dalle sue pagine ufficiali ancora tenti di manganellare le opposizioni ree di cercare il modo migliore per attirare l’attenzione su una situazione drammatica, visto il silenzio delle istituzioni sull’inquinamento record registrato in questi ultimi anni ed i richiami dell’Europa e il fallimento totale dell’assessora Salvati la cui delega ormai è circoscritta alla fontana di piazza Tacito».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli