Oltre 21 anni di reclusione e 114 mila euro di multa: queste, complessivamente, le condanne inflitte nei giorni scorsi dal gip di Terni Simona Tordelli ai quattro imputati del processo – con rito abbreviato – relativo all’indagine antidroga ‘Silva’, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Terni coordinati dal maggiore Elisabetta Spoti. L’attività dell’Arma e del sostituto procuratore Marco Stramaglia era emersa lo scorso marzo con l’emissione, da parte del gip Barbara Di Giovannantonio, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone, due delle quali tuttora ricercate. In carcere c’erano così finiti il 30enne marocchino Jawad El Hasbi, il 50enne ternano Daniele Barbanera, il 61enne abruzzese Stefano Luciani e la 49enne romena – domiciliata a Terni – Viorica Daniela Ionita.
Le condanne
Il primo è stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione oltre a 41 mila euro di multa, il secondo a 6 anni e 6 mesi e 31 mila euro, il terzo a 5 anni e 5 mesi e 28 mila euro e l’ultima a 2 anni e 10 mesi oltre a 14 mila euro di multa. Per i primi tre è scattata anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici mentre Barbanera e Ionita si sono visti applicare, a seguito della sentenza, gli arresti domiciliari in luogo della custodia cautelare in carcere. Lo stesso Barbanera e El Hasbi erano rimasti precedentemente coinvolti nell’inchiesta, sempre dell’Arma, denominata ‘Mastro Birraio’.
Obiettivo-appello
Fra i legali difensori dei quattro figurano gli avvocati Francesco Mattiangeli, Francesco Olivieri e Barbara Di Nicola. Per tutti, ora, la prospettiva è quella del giudizio d’appello, come spiega l’avvocato Mattiangeli: «Sono moderatamente soddisfatto – dice – solo per la ritenuta continuazione, oltre che per l’attenuazione della misura per uno dei miei assistiti. Auspicavo in ogni caso la concessione delle attenuanti generiche alla luce dell’incensuratezza ed una pena più mite che sono sicuro di ottenere in appello».
La droga lungo l’asse Terni-Avezzano
L’indagine dei carabinieri aveva fatto luce su una fiorente attività di spaccio a Terni, soprattutto di cocaina, con solidi canali di rifornimento in Abruzzo ed in particolare nella città di Avezzano. Gli incontri fra i ‘corrieri’ avvenivano lungo la statale 79 – la ‘vecchia’ Terni-Rieti – e la droga, una volta consegnata, veniva regolarmente nascosta in un bosco (da qui il nome dell’indagine, ‘Silva’) da cui veniva poi prelevata ogni volta che c’era la necessità di confezionare dosi da spacciare in città.
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