Terni, global service: proposta maxi concessione sospesa

Il vicesindaco Salvati ed i consiglieri di maggioranza: «Condotta ostruzionistica che va ben oltre la dialettica consiliare». La replica della minoranza: «Codardia politica»

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In un primo momento – quantomeno è ciò che si evince dalla convocazione – era stato deciso di andare avanti. Invece lunedì pomeriggio in consiglio comunale non proseguirà il confronto sulla maxi concessione da decine di milioni di euro dei servizi di global service per la gestione e manutenzione integrale degli impianti tecnologici degli edifici comunali con interventi di straordinaria manutenzione ed efficientamento energetico: il braccio di ferro tra la maggioranza e l’opposizione per ora si interrompe. C’è la sospensione della proposta come annuncia il vicesindaco Benedetta Salvati. Le polemiche proseguono.

LA PROPOSTA COMPLETA ORIGINARIA
CONFARTIGIANATO BOCCIA IL COMUNE

Terni, il ‘global service’ fa saltare il consiglio: niente numero legale

Salvati con De Angelis

Lo stop e la lamentela

La sospensione viene resa nota dalla Salvati e dai gruppi di maggioranza (Lega, FdI, Forza Italia e Terni Civica), più Doriana Musacchi (Misto): «È ormai chiaro che la presentazione degli emendamenti, anche per le modalità e le tempistiche con le quali è stata effettuata, è stata e sarà (se ci saranno ulteriori emendamenti) una condotta ostruzionistica che va ben oltre la dialettica consiliare e che ha lo scopo di paralizzare i lavori di approvazione di un atto che questa amministrazione ha scelto di presentare. Un comportamento che siamo pronti a contrastare con gli strumenti della dialettica politica e dei procedimenti consiliari, ma del quale – come amministrazione – dobbiamo anche valutare i possibili danni per il bene complessivo della città; evidente infatti che ai motivi – proseguono – che vanno ben oltre la reale e più volte richiamata preoccupazione relativa alla convenienza di tale operazione per l’ente, più e più volte spiegata nelle sedi preposte e a ciascun consigliere di maggioranza e di opposizione che ne abbia fatto richiesta – convenienza valutata in maniera oggettiva, spiegata in termini di investimenti proposti, costi e servizi offerti, redditività dell’operazione, allocazione dei rischi e convenienza economico-finanziaria – sia sottesa una volontà esplicita da parte delle minoranze di ingenerare, all’interno del consiglio comunale ma anche al di fuori dello stesso, un clima di sospetto rispetto alla correttezza e trasparenza delle attività svolte dall’amministrazione e da tutti coloro che nell’esercizio delle proprie funzioni hanno lavorato in assoluta buona fede su questa proposta».

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I consiglieri di minoranza

Teleriscaldamento

La Salvati ed i gruppi di maggioranza sottolineano che «lo strumento del partenariato pubblico privato, su proposta del privato, è stato messo sul campo solo ed esclusivamente perché questa amministrazione ha sempre considerato la riduzione dei consumi energetici, anche attraverso interventi di riqualificazione energetica del patrimonio comunale, un obiettivo da raggiungere. Si fa inoltre presente che con una proposta di questo tipo si potrebbe finalmente definire in tempi brevi un tema particolarmente spinoso come quella del teleriscaldamento della zona di Borgo Bovio lasciatoci in eredità dalle amministrazioni precedenti, che hanno dato false speranze rispetto all’utilizzo di quella rete e poi hanno abbandonato i cittadini in modo vergognoso. Tutto ciò ha portato alla proposta di cui da mesi stiamo discutendo e non certo quello che si è detto in consiglio rispetto a una condotta poco chiara da parte di chi si è occupato di valutare le due proposte pervenute. Ciò premesso per volontà di chiarezza, considerato che la situazione appena descritta ha di fatto portato a dedicare più di una seduta di consiglio comunale al tema, è presumibile ipotizzare, visti i tempi in precedenza impiegati, che ulteriori numerose sedute debbano essere esclusivamente dedicate alla proposta. Questo avrà come effetto immediato l’impossibilità da parte dell’organo di rappresentanza politica della città di esaminare e discutere gli altri atti già calendarizzati. Ma soprattutto, in prospettiva, rischia di essere elemento ostativo per l’esame e la discussione degli altri atti fondamentali per la vita dell’ente che devono essere necessariamente calendarizzati nelle prossime settimane, viste le scadenze di legge per l’approvazione del bilancio e degli atti presupposti».

Maxi concessione global service energia a Terni: ancora caos

Benedetta Salvati

Covid

Infine si fa riferimento anche alla pandemia: «Occorre inoltre tenere conto del fatto che il periodo che stiamo vivendo, con una ripresa significativa del numero dei contagi da Covid, potrebbe essere causa di incertezze rispetto alla possibilità dei consiglieri di presenziare personalmente alle sedute per svolgere le proprie funzioni e che, dunque, s’impone di ottimizzare al massimo le sedute stesse che verranno in futuro calendarizzate, a tutela del Comune. Per tali ragioni  si è scelto di comune accordo di sospendere l’esame della proposta, ponendo così fine ad una condotta ostruzionistica che, se protratta, avrebbe effetti sicuramente negativi sul regolare svolgimento dei lavori del consiglio comunale e danneggerebbe dunque l’intera città». Stop, se ne parlerà più avanti. Da ricordare che questa settimana il consiglio comunale non si è svolto.

 

La replica dell’opposizione: «Codardia politica, nota delirante»

Un paio d’ore ed arriva la replica dei consiglieri comunali di Senso Civico, Pd, M5S e Terni Immagina: «Patetico il tentativo della vicesindaca Salvati di scaricare l’incapacità dell’amministrazione che guida sugli altri; è codardia politica costringere tutti i gruppi di maggioranza, che hanno fatto mancare il numero legale alla scorsa seduta, a sottoscrivere una nota politicamente delirante insieme a lei, con cui si dice che viene ritirato l’appalto global service sostanzialmente perché le opposizioni starebbero facendo ostruzionismo, perché gli uffici non sono più tranquilli, perché ci sono altri atti che altrimenti verrebbero penalizzati. Una generosità davvero impagabile. Vogliamo ricordare che quando fu fatto ostruzionismo, insieme al popolo ternano, per la vendita delle quote di acqua pubblica ai privati, l’amministrazione, all’epoca guidata dall’assessore Masselli, portò comunque a compimento quel progetto inaccettabile, approfittando della convocazione del consiglio comunale da remoto. Ora che è fallito il tentativo napoleonico di ripristinare la modalità da remoto, grazie all’indisponibilità delle opposizioni, l’assessora e vicesindaca plenipotenziaria, batte la ritirata. Un coraggio davvero impagabile. I gruppi di opposizione ribadiscono che sono pronti ad una convocazione senza termine del consiglio comunale, anche in notturna, purché in presenza e solo per discutere la proposta che è stata presentata dalla giunta ormai molti mesi fa. Non solo, ribadiamo che siamo pronti anche a ritirare tutti gli emendamenti sul global service se ne verranno accolti tre. In particolare quello che toglie i servizi già dati in appalto, quello che limita la durata dell’aggiudicazione a 5 anni e non a 15 e quello che sgombra il campo dalla procedura speciale prescelta dell’interesse pubblico. In pochi minuti, se l’appalto verrà ricondotto alle linee normali previste dal Codice degli appalti, se verrà preso atto che la materia energetica è in continua evoluzione e quindi limitata la durata dell’appalto e se verranno tolti i servizi già dati a terzi in manutenzione e non esternalizzati quelli già gestiti in house, la delibera potrà essere approvata.   Tutti gli attori del territorio potranno concorrere alla pari, senza prelazioni di sorta. Tutte le imprese locali potranno offrire le loro professionalità al Comune di Terni, invece che come accadrebbe oggi se l’appalto fosse licenziato secondo le modalità previste dalla giunta. Esprimiamo biasimo, infine, sul tentativo di abbindolare ancora una volta le persone e i comitati che chiedono l’attivazione del teleriscaldamento, usando strumentalmente una battaglia che riguarda le tasche dei cittadini per far passare questioni che non hanno diretta incidenza e che non risolverebbero le necessità, visto che la materia ha natura interistituzionale. Facciamo nostro l’appello del comitato del Teleriscaldamento lanciato pochi giorni fa al sindaco e alla giunta: tagliando minimamente la loro indennità – concludono – una tantum potrebbero garantire quantomeno l’attivazione della centralina, il cui costo si aggira intorno ai 40 mila euro, come certificato dalle risposte alle varie interrogazioni che abbiamo presentato nel tempo».

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