di S.F.
L’inserimento di nuove «ciclabili di ricucitura», ‘zone 30’ in più rispetto a quelle attuali per aumentare la sicurezza dei pedoni, l’applicazione del piano per il trasporto pubblico locale, il potenziamento dello scambio ai nodi intermodali e la regolamentazione di Ztl/aree pedonali. Sono le novità legate all’aggiornamento del Pums di Terni, il piano urbano della mobilità sostenibile: c’è l’ok per sottoporre il tutto a procedura di verifica di assoggettabilità a Vas, la valutazione ambientale strategica. Se ne occuperà la Regione.
L’AGGIORNAMENTO DEL PUMS E DEL BICIPLAN – IL DOCUMENTO
Il Pums originario del Comune è stato approvato cinque anni fa, il 23 dicembre del 2019. Ora, a distanza di cinque anni, ci si rimette mano per l’adeguamento ai nuovi interventi: ad occuparsi dell’aggiornamento è stata la Sintagma. Nel documento si fa riferimento in primis alle infrastrutture ciclopedonali urbane per completare il collegamento tra centro e zone limitrofe: si parla del percorso città dello sport/Battisti, percorso San Valentino, percorso via Lambruschini-via Battisti e quello Le Grazie-ospedale.
MARZO 2023, L’AGGIORNAMENTO PER IL NODO MERCI
Inevitabile un cenno alle ‘zone 30’ di progetto. Il biciplan ne individua tre nel territorio comunale: sono per Città Giardino, quartiere Battisti e Cardeto. «Questa previsione permette di integrare la rete di piste ciclabili con queste aree a ciclabilità privilegiata, in cui l’auto e la bicicletta possono condividere lo stesso spazio stradale», viene specificato. «L’istituzione, qualora accompagnata dagli interventi di traffic calming, rende non indispensabile garantire la continuità degli itinerari ciclabili prevedendo la realizzazione di piste ciclabili in sede protetta».
DICEMBRE 2019, L’APPROVAZIONE DEL PUMS
Tornando alle ciclabili, nel Pums aggiornato si prende atto di una situazione che è complicato non notare: «L’attuale schema territoriale nell’area di Terni è frammentario. Sia a livello urbano che extraurbano sono presenti tratti di piste ciclabili non connesse tra loro; tale discontinuità, che incide sulla percezione della sicurezza e della effettiva utilità dell’alternativa ciclabile, è uno dei fattori che limita la diffusione di pratiche di mobilità sostenibile presso la cittadinanza». I diversi tratti «non sono integrati in una rete fruibile e percepibile come tale, e questo impedisce, insieme ad altri fattori, la considerazione della bicicletta quale valida alternativa all’uso dell’auto, sebbene le condizioni orografiche dell’area ternana lo favoriscano». Vedremo come andrà per l’effettiva realizzazione.