Terni, morta nel canale Indagini e interrogativi

Nessuno aveva denunciato la scomparsa della donna, morta da qualche giorno. E c’è un prelievo su cui polizia e procura vogliono vederci chiaro. L’autopsia per fugare i dubbi

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L’ipotesi ritenuta allo stato più plausibile resta quella del malore susseguente un’overdose di stupefacenti, tale da farla cadere in acqua con esiti purtroppo fatali. Ma non è l’unica che stanno valutando, in queste ore, la procura di Terni nella persona del pm Marco Stramaglia e la squadra Mobile della questura cittadina, diretta da Davide Caldarozzi. Perché sono almeno due gli elementi che destano perplessità negli inquirenti, rispetto alla ricostruzione basata sul luogo di ritrovamento del cadavere, le testimonianze ed i precedenti noti alle forze dell’ordine.

TERNI, MORTA NEL CANALE: INDAGINI A 360 GRADI

La prima ipotesi

Anche per questo chi indaga, si attende risposte importanti dall’autopsia – che verrà eseguita a Perugia – sulla salma della 53enne ternana, trovata sabato mattina all’interno di una derivazione del canale Cervino, fra i palazzi di Cospea e strada Santa Filomena, a Terni. La donna era conosciuta dagli inquirenti per fare uso di stupefacenti. L’area del ritrovamento, dove si trovano alcuni orti privati, è invece utilizzata quotidianamente da tossicodipendenti per iniettarsi la dose.

Cosa non torna

A far riflettere gli inquirenti, spingendoli a valutare ogni dettaglio prima di decidere che piega debba prendere l’indagine, sono però alcuni aspetti che stridono con la ricostruzione ritenuta al momento più plausibile, anche in ragione dell’assenza di segni di violenza evidenti sul corpo della 53enne. In primis il fatto che nessuno, nonostante fosse morta da qualche giorno, ne avesse denunciato la scomparsa. E poi il fatto che alcuni giorni prima, l’8 giugno, avesse effettuato un prelievo bancario, per un importo di qualche centinaio di euro. Non una somma ingente, certo, ma potenzialmente interessante, specie in determinati ambienti.

Rapidità

Il primo obiettivo di chi indaga è, in ogni caso, sgomberare il campo da qualsiasi dubbio. Anche per questo i tempi previsti per l’autopsia saranno ristretti, rapidi, in modo da capire che direzione possa prendere l’indagine. Che potrebbe concentrarsi su eventuali spacciatori e la cessione di una dose rivelatasi poi mortale, oppure essere anche più ampia. Confine che, allo stato, non può essere ancora circoscritto in maniera definitiva. Fra gli elementi raccolti ci sono anche le testimonianze di chi aveva notato la donna, nei giorni scorsi, uscire – in compagnia di qualcuno – da quegli stessi spazi verdi in cui sabato è stata poi ritrovata senza vita da un uomo che era andato a curare il suo orto.

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