Terni, ‘rivoluzione’ Politeama: c’è l’ok della Regione

Chiusa dopo un anno la conferenza di Valutazione ambientale strategica per il piano attuativo: case, uffici e galleria commerciale al posto del cinema. I numeri

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di S.F.

Il rendering progettuale

Dalla fase della consultazione preliminare avviata il 22 marzo 2022 al parere motivato della Regione Umbria firmato esattamente un anno dopo, lo scorso mercoledì. Ed è favorevole con prescrizioni: da Perugia è arrivato il semaforo verde per il piano attuativo di iniziativa privata utile al recupero dell’edificio tra via Roma, via Tre Colonne e vicolo Politeama, in pieno centro a Terni. Si tratta del maxi restyling – se lo si farà davvero è un altro paio di maniche, ma l’iter amministrativo va avanti – riguardante il Cityplex. Chiusa dopo dodici mesi la conferenza di Valutazione ambientale strategica (Vas). Emergono novità interessanti per il progetto impostato dalla Lucioli Fernando srl. La firma è del dirigente di palazzo Donini Andrea Monsignori.

LA DETERMINA DELLA REGIONE: VIA LIBERA PER IL PIANO
LA RELAZIONE CONCLUSIVA DOPO UN ANNO DI VAS – DOCUMENTO

L’ingresso del Politeama

Le intenzioni ed i numeri

Rispetto a quanto già noto, c’è una novità interessante contenuta nella relazione conclusiva istruttoria Vas per il parere motivato. È il riscontro pervenuto ad un’osservazione del servizio urbanistico della Regione in merito alla ricaduta effettiva delle previsioni del piano attuativo sugli aspetti economici, sociali e culturali tenendo conto anche delle dotazioni territoriali attualmente presenti. Riportiamo la risposta integrale perché è più che indicativa: «Il proponente – si legge nel documento – rispetto a quanto sollevato sottolinea che la crisi in ambito cinematografico ha danneggiato il Cityplex, a favore di altre soluzioni, anche a causa della sua posizione sfavorevole. Le proposte puntano ad una riqualifica dell’intera zona, andando a sostituire il cinema con abitazioni, uffici ed una galleria commerciale che possa riconnettere il tessuto urbano e dare spazio a negozi locali e commercio di vicinato. Il carico antropico non sarà incrementato, ma vedrà una diminuzione rispetto ai potenziali 800 spettatori che il Cityplex poteva ospitare e dei 30 fruitori degli attuali uffici soprastanti. I nuovi fruitori dell’edificio saranno circa 500, di cui 100 distribuiti nei 31 appartamenti, e 150 nei 1.350 metri quadrati di uffici e 250 nei commerciali al piano terra». A chiedere delucidazioni sul maxi progetto anche Auri, Arpa Umbria e il servizio rischio idrogeologico della Regione.

LA MAXI OPERAZIONE POLITEAMA PER IL RESTYLING: TUTTI I DETTAGLI
L’ADOZIONE DELLA PROPOSTA A PALAZZO SPADA

Il rendering

Le prescrizioni

La conferenza di Vas si è chiusa positivamente con prescrizioni. Quali? Per quel che concerne la risorsa idrica «si dovrà assicurare il ricorso alle più avanzate tecnologie per regolare e contenere il consumo di acqua valorizzando la raccolta delle acque meteoriche». Mirino anche sui consumi energetici: «Si dovrà assicurare il ricorso alle più avanzate tecnologie e uso di materiali adeguati per contenere il consumo energetico del fabbricato e prevedere l’uso di energia da fonti rinnovabili». Non da meno il monitoraggio ambientale: «Il proponente, in fase di esecuzione dei lavori, dovrà assicurare il rispetto di tutte le misure di mitigazione previste, con particolare riferimento alle emissioni di polveri, alla gestione delle acque di lavorazione ed al controllo del livello di impatto acustico generato dalle lavorazioni previste sui ricettori circostanti». L’atto regionale è immediatamente efficace.

MARZO 2022, PARTE LA PROCEDURA VAS

Vico Politeama

La sintesi di cosa è previsto

Come noto l’edificio al centro dell’attenzione è composto da due parti funzionali distinte, la sala bingo (che non si tocca) e l’area fuori terra per il multisala con le sette sale di proiezioni. Quest’ultima zona – viene riepilogato nell’atto – ha bisogno «di ipotizzare le varianti di destinazione, previste dal Prg, e di verificarne sia la fattibilità urbanistica che la più complessa fattibilità realizzativa strutturale e architettonica». Si prevede di «utilizzare per intero il vasto sedime a disposizione, che, se nel cuore dell’area permette la realizzazione di un cortile con diametro di 16 metri e il doppio affaccio degli alloggi e degli uffici, nei lunghi tratti di contatto con gli edifici confinanti genera muri ciechi che non consentono affacci esterni; l’organismo progettato, si sviluppa complessivamente su cinque livelli, compreso quello del piano terra, che non comportano modifiche alle quote dei solai esistenti. I due primi livelli (0.00 e 5.10) mantengono le quote di calpestio e potranno accogliere o mantenere le destinazioni confacenti ai locali a diretto contatto con via Roma: ‘esercizi commerciali’ e/o ‘servizi’ ricreativi e per il benessere fisico (sala da gioco, da ballo, palestra, centri polivalenti estetici, centri di attività motoria) sale e strutture per proiezioni cinematografiche e/o ‘discoteche’. Destinazioni tutte riunite nella categoria d’uso: Destinazioni per esercizi pubblici e commerciali. I successivi livelli: secondo livello (quota 5,10), terzo (quota 8,15), quarto e quinto (quote 11,20 e 14,25) caratterizzati dalle seguenti destinazioni ‘residenziale, direzionale e servizi pubblici ed attività di interesse generale’. Si manifesta evidente il rispetto delle destinazioni previste dagli strumenti urbanistici vigenti, e delle consolidate caratteristiche dell’antica strada romana». Al momento in concreto – è bene sottolinearlo – non è prevista alcuna chiusura per il cinema in attesa che terminino i vari step dell’iter.

IL COMUNE AVVIA LA PROCEDURA VAS – DOCUMENTO

Il progetto per la copertura

Architettura e urbanistica

Infine le diverse destinazioni d’uso e la presenza del cortile «rendono necessarie la ridefinizione nei retri (strade secondarie), delle falde del tetto, che vengono alzate leggermente rispetto a quelle esistenti, ma mantenendo la forma dei volumi pressoché inalterata, e fatto salvo il mantenimento della prima quota di imposta, come contemplato dalla normativa vigente. I due livelli superiori, formano due corone dodecagonali scalettate la cui copertura a falde (dodici settori), riecheggia quella della copertura esistente, ma svuotata al centro. Le falde della copertura – si legge – hanno una pendenza del 35% e, dove necessario e nel rispetto delle norme del ‘manuale del recupero’ e del Codice civile, possono essere previsti ‘terrazzi a tetto’, aventi le caratteristiche formali di continuità delle falde e della ordinata collocazione». E ora? La palla torna al Comune di Terni per la definitiva approvazione dopo aver conformato il piano alle prescrizioni. Tutto ciò in seguito all’adozione in consiglio comunale dello scorso 21 ottobre.

 

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