Terni, area Politeama: per il piano ‘recupero’ edificio parte iter Vas

Focus su un piano attuativo di iniziativa privata: avviata procedura di Valutazione ambientale strategica per l’intervento richiesto. Storia che parte da lontano

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di S.F.

Cosa sarà consentito e ciò che andrà aggiornato/integrato lo si saprà più avanti. Fatto sta che c’è aria di novità tra via Roma (largo Stanislao Falchi), via Tre Colonne e vico Politeama, in pieno centro a Terni: in settimana la direzione urbanistica di palazzo Spada ha formalmente avviato la procedura di Valutazione ambientale strategica – Vas – per «il recupero dell’edificio» da oltre 28 mila metri cubi. Si tratta di uno step che fa seguito all’input della Regione firmato nel 2019. Questioni di ristrutturazione. In realtà la storia parte da lontano e al momento è presto per capire che tipo di impatto reale – se tutto dovesse essere confermato – ci sarà.

2 SETTEMBRE 2019, LA REGIONE: «SERVE PROCEDIMENTO VAS». IL DOCUMENTO

L’area interessata

Tutto inizia nel 2019: la richiesta pre Covid

Passo indietro. Da quanto si apprende l’iniziativa coinvolgerebbe – come facile intuire dalle vie interessate – l’edificio che ospita il Nuovo Politeama. Il 1° aprile del 2019 il Comune ha trasmesso la documentazione alla Regione per la verifica di assoggettabilità a Vas, da prassi. Nella maggior parte dei casi la risposta è ‘no, non occorre’. Casi recenti sono il centro sportivo per la Ternana e la variante Prg per vocabolo Staino. Qui la storia è diversa. Motivo? Il piano attuativo – le informazioni sono contenute in un atto 2019 della direzione regionale agrioltura, ambiente, energia, cultura, beni culturali e spettacolo – interessa in particolar modo «la parte fuori terra dell’edificio e prevede un organismo che si svilupperà complessivamente su cinque livelli, compreso quello del piano terra, oltre un piano mansardato. Le destinazioni previste dei primi due livelli sono per esercizi pubblici e commerciali e per i successivi livelli residenziale, direzionale e servizi pubblici ed attività di interesse generale». Viene ricordata anche la situazione esistente: «Al piano terra, primo e secondo è situata la multisala Cityplex Lucioli con sette sale, al primo e secondo interrato è situata la sala Bingo, al piano primo, secondo e terzo si trovano anche uffici e un alloggio». Nel corso del tempo l’area ha subito delle modifiche: «La conformazione del complesso – si legge – è il risultato di due azioni, una ristrutturazione degli anni 1969/71 che ha definito la trasformazione interna del cinema-teatro e l’intervento del 2005 per la realizzazione delle sette sale». Viene inoltre sottolineato che una nuova ristrutturazione è possibile, anche ‘pesante’. Diversi gli enti coinvolti all’epoca per la conferenza di assoggettabilità Vas: Provincia di Terni, Arpa Umbria, Soprintendenza, Auri, Usl Umbria 2 e – ebbene sì, è riportata ufficialmente – la Comunità montana Valnerina, oltre ai vari servizi regionali.

APRILE 2015, POLITEAMA: SI INIZIA A PARLARE DI PROGETTO. LA STORIA

L’incrocio tra via Roma e vico Politemaa

La motivazione alla base della proposta

Nella determina regionale 2019 veniva riepilogata anche la motivazione per tale piano di recupero: «Dall’elaborato rapporto ambientale – viene puntualizzato – si evince la motivazione della proposta che risiede nella ‘crescente crisi in ambito cinematografico. Le due multisala di Terni si contendono i pochi spettatori e spesso il Citiplex paga anche le conseguenze della posizione in centro storico per così dire ‘svantaggiata’ (da un punto di vista di facilità di accesso e parcheggio). Inoltre anche il tentativo di offrire nelle sale del Cityplex un cinema di qualità e d’essai, con una politica commerciale particolarmente attenta alle fasce più deboli, si è mostrata purtroppo insufficiente a coprire la perdita di pubblico che sembra orientarsi, per i prodotti più commerciali. Tutto ciò ha portato la committenza ad orientarsi verso una ristrutturazione edilizia pesante. Le intenzioni si ritrovano perfettamente allineate con le finalità della Legge regionale 1/2015 che, con l’articolo 61 favorisce, tra altri interventi nei centri storici, la realizzazione di progetti di rivitalizzazione e valorizzazione». I paletti sono diversi. Tra i più rilevanti l’impossibilità di superare la superficie utile coperta pre intervento (9.699,74 mq) e la cubatura dell’edificio (28.703,46 mc).

AGOSTO 2017, IL POLITEAMA ED IL SUO RILANCIO

L’incrocio tra via Tre Colonne e vico Politeama

Lo skyline del centro e la memoria

L’area di ristrutturazione è particolare. La soprintendenza in merito rilevò «delle possibili criticità per l’alterazione dello skyline nella zona del centro storico» e pertanto, «considerata la complessità dell’intervento e la delicatezza del tessuto urbano circostante, ritiene che il progetto preveda un parere di competenza per Vas». Con input – tra le integrazioni richieste – di una fotosimulazione « secondo i principali punti di vista sia a breve che a media/lunga distanza al fine di valutare l’adeguadezza delle soluzioni proposte (in termini di forma, dimensioni, altezze, finiture e cromatismi) nel contesto di appartenenza ed in rapporto ai beni culturali presenti nella zona». Sponda servizio urbanistica della Regione invece fu specificato che il «complesso edilizio, oggetto della proposta, anche se interessa una piccola parte della città, in particolare del centro storico, è un importante luogo di memoria e rappresenta un simbolo per la città di Terni in quanto luogo di incontro e di esperienze culturali della popolazione, in particolare dei giovani; l’intervento pertanto produce effetti ben oltre i limiti dell’area interessata dal piano attuativo con ricadute in merito agli aspetti economici, sociali e culturali sia sulla città, definita anche da caratteristici elementi puntuali e storici». Dunque? «Pur rimanendo di esclusiva competenza del Comune di Terni la valutazione degli aspetti edilizi ed urbanistici del piano e del progetto, si ritiene necessario che il piano attuativo in esame espliciti in maniera chiara e definitiva le destinazioni e le attività previste, in conformità con le previsioni del Prg, anche al fine di verificare le effettive dotazioni urbanistiche connesse alla realizzazione di tale intervento». C’è poi la raccomandazione di valutare con attenzione «le possibili ricadute dell’intervento sugli aspetti sociali e culturali anche con un adeguato coinvolgimento della comunità cittadina». Il soggetto proponente nel documento 2019 è la Lucioli Fernando srl che, attualmente, vede al vertice le amministratici Luciana e Anna Lucioli con una quota nominale dal valore di 269.520 euro.

APRILE 2015, IL TIMORE DISMISSIONE

Largo Falchi

L’integrazione e le richieste della soprintendenza

Una volta arrivate le integrazioni richieste, la soprintendenza si è nuovamente espressa nell’agosto 2019 dando ulteriori dettagli. Partendo dal fatto che si tratta di un «piano attuativo per la trasformazione del Politeama Lucioli mediante la realizzazione di un nuovo organismo di forma circolare con cortile centrale di 16 metri, articolato su cinque piani incluso il piano terra ed integrato con le pareti perimetrali dell’edificio esistente; tale volume integrerebbe la destinazione esistente, per esercizi pubblici e commerciali, con quella residenziale, direzionale e servizi pubblici ed attività di interesse generale». Con ridefinizione delle falde del tetto, l’inserimento di nuovi ascensori, demolizione di scale e adeguamento strutturale-sismico del fabbricato. Le prescrizioni segnalate da Perugia per il progetto esecutivo furono diverse: «Si ritiene – è sempre la soprintendenza a scrivere– che la soluzione ad ‘anello’ piano in sommità, generi un rilevante effetto di discontinuità visiva, incongruo rispetto al contesto di appartenenza e pertanto dovrà essere studiata una nuova soluzione progettuale da condividere con lo scrivente ufficio; si rilevano inoltre delle criticità in riferimento al rapporto fra superfici vetrate e opache (vedi le grandi vetrate su vico Politeama e largo Borzacchini e l’incremento di aperture su via Tre Colonne) e ad un’eccessiva articolazione di alcuni prospetti che alterano sostanzialmente la percezione esterna dell’edificio nel contesto storico consolidato». C’è poi il focus sulla necessità di conservare le strutture storiche e le cisterne di epoca romana nei piani interrati.

INTANTO L’EX CINEMA ELETTRA SI ‘CONVERTE’ IN PIZZERIA

L’assessore Cini con il dirigente all’urbanistica Bedini

L’esito e la procedura odierna

In sostanza al centro dell’attenzione c’è la sostenibilità ambientale dell’intervento. Il 2 settembre 2019 – l’atto, che riportiamo integralmente con link, è a firma di Graziano Caponi, Alfredo Manzi e il dirigente della Regione Sandro Costantini – venne messo nero su bianco come «l’esigenza che pone la valutazione del piano attuativo, di comparare in modo equilibrato l’intreccio di interessi sociali, economici, culturali e ambientali impone la sottoposizione a processo di Vas in modo da assicurare la massima partecipazione della popolazione di concerto con i soggetti istituzionali portatori di competenze ambientali, per raggiungere tra il confronto e la pesatura di soluzioni alternative, le scelte condivise e consapevoli che non comportino significative ripercussioni sull’ambiente e su tutte le altre componenti e valori identitari della città di Terni e della sua comunità». Fin qui ciò che è stato. Pochi giorni fa il Comune di Terni (il documento non è visualizzabile per ora) ha avviato l’iter a quasi tre anni di distanza da quella verifica. Vedremo gli sviluppi. Anche perché nel contempo c’è stato un fattore non secondario chiamato Covid da tenere in considerazione.

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