Terni saluta Lorenzo e si commuove: «Ciao numero 1»

In tanti sabato pomeriggio hanno partecipato ai funerali del giovane calciatore, stroncato mercoledì da un malore fatale

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‘Che sia in cielo o in terra sei e sarai sempre il numero 1’. In questa scritta, sul grande striscione appeso fuori dalla chiesa, c’è tutto l’amore degli amici per Lorenzo. In un sabato pomeriggio di metà giugno, grigio e silenzioso, Terni ha dato l’ultimo saluto ad un ragazzo la cui scomparsa improvvisa ha colpito tutti, anche chi non lo conosceva. Un destino, che non ha un perché e neppure pietà, ha strappato all’affetto dei suoi cari Lorenzo Scorteccia, 24 anni appena, e davvero in tanti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, stringendosi attorno al dolore inconsolabile dei genitori, della fidanzata, di tutti i familiari e gli amici che gli volevano bene. I funerali si sono tenuti a Santa Maria della Misercordia, nel quartiere di borgo Bovio, a pochi passi dalla sua casa, dove la madre lo ha purtroppo trovato senza vita mercoledì sera, ucciso da un malore fatale. Una tragedia che toglie parole e pensieri, accaduta ad un giovane sportivo – protagonista del calcio dilettantistico regionale con la maglia del Campitello -, sano e con una vita da vero atleta.

VIDEO – L’ULTIMO SALUTO A LORENZO SCORTECCIA

«Portate avanti le cose belle che Lorenzo vi ha lasciato»

Sulla bara, la maglia della nazionale italiana con il numero 1 e il suo cognome, ed anche la ‘sua’ maglia, quella di portiere titolare del Campitello Calcio, che il presidente del sodalizio rossoblu Cristiano Castellani ha portato in chiesa, con tutte le firme dei compagni di squadra, distrutti dal dolore. Nella sua omelia, il parroco don Luciano Afloarei ha detto che «questi sono momenti molto difficili in cui le parole sono pesanti e a volte viene voglia di stare in silenzio. Però credo che la parola di Dio ci inviti anche ad aprire un po’ il cuore alla speranza. Purtroppo queste esperienze così dolorose, così forti, sono dei macigni. L’incredulità e il dolore che diventa rabbia, si fanno facilmente spazio nei nostri cuori, nelle nostre vite e nelle nostre menti, però la liturgia ci invita ad aprire il cuore anche alla speranza e non è facile guardare oltre questo vuoto che è serio. Certamente anche il figlio di Dio non ha saltato l’esperienza della solitudine, della morte, dell’incredulità, del dolore, anche l’esperienza di sentirsi solo. Mi colpisce molto il Vangelo di Marco perché è molto serio sul dolore e ci fa capire che anche Gesù vive pienamente l’esperienza della non comprensione del male, del dolore, della morte. Anche nel Vangelo, quando a Gesù chiedono di alcune esperienze di ingiustizia, di dolore, di morte ingiusta, non dà mai una risposta al perché, ma cerca sempre di aiutare le persone a capire come vivere queste esperienze. Quello che anche noi oggi dobbiamo  imparare, è provare a vivere nella fatica, da una parte ricordare che siamo in un cammino, siamo fragili e che basta pochissimo perché la nostra vita termini. A volte è possibile fare qualcosa, altre volte purtroppo non si può fare niente. Accettare questa fragilità, ricordandoci però che con la morte non è tutto finito. Non so dirvi tante parole, ma mi fido di San Francesco e lui ci dice che la sorella morte non è la fine di tutto. Il dolore che ora provate, nessuno di noi può capirlo fino in fondo, ma credo che Lorenzo dall’altra parte del mondo di Dio vuole che noi ritroviamo quella capacità di continuare le cose belle che lui ha testimoniato. Molti mi hanno detto che Lorenzo era un bravo ragazzo, che ha cercato di vivere la sua vita il meglio possibile. È un grande dolore quando vengono a mancare le persone care, però possiamo lasciarci sprofondare in un dolore che diventa rabbioso e distruttivo o nella gratitudine per le cose belle che Lorenzo vi ha testimoniato per quel tempo che ha vissuto con noi. Agli amici chiedo di portare avanti le cose belle che Lorenzo vi ha lasciato. Era un bravo ragazzo e oggi non è cosi normale, così semplice, esserlo. Sappiate cogliere il senso della sua vita perché basta poco per terminare il nostro cammino su questa terra. Sono convinto che non è neanche volontà di Dio la morte, purtroppo siamo fragili fisicamente e mentalmente e questo influisce sulla nostra vita. Dobbiamo imparare a vivere bene. Anche se Lorenzo ha terminato il suo cammino terreno, rimane ricco di bene con quelle esperienze di amore e di tenerezza, un amore che non è sprecato, non è finito, anzi ora sarà ancora più intenso. Anche se questi primi tempi saranno sicuramente difficili, io vi invito ad aprire il cuore a questo sguardo profondo della fede. Il bene e l’amore di Lorenzo continueranno a vivere in Dio che ci chiede di diventare più responsabili e portarlo avanti con tutta la fatica, la sofferenza e il dolore che rimarranno sempre. Possa il Signore aiutarvi e possa Maria, che sa cosa vuol dire perdere un figlio, darvi la forza e aprirvi il cuore alla speranza che Lorenzo non ha terminato di vivere».

La lettera delle maestre: «Ai genitori, grazie per avercelo fatto conoscere»

Commovente – e nessuno ha saputo né voluto trattenere le lacrime – la lettera delle maestre della scuola elementare della Rocca, che Lorenzo aveva frequentato da bambino. Una lettera letta in chiesa da don Luciano: «Caro Lorenzo, mi rivolgo a te che sei volato via troppo presto da questa terra lasciandoci tutti attoniti e profondamente addolorati. Solo il Signore lo sa il perché. Noi maestre volevamo ringraziarti e ringraziare i tuoi genitori per averci dato l’opportunità e la fortuna di averti tra i banchi con quel sorrisone, in quegli anni spensierati di scuola elementare. Un alunno esemplare, il bambino più solare e vitale che avessimo mai avuto. Ti distinguevi tra tutti per la tua spiccata personalità e quella voglia di crescere e imparare che erano le tue caratteristiche. Grazie Alessandra, grazie Andrea per avercelo fatto conoscere e vivere negli anni della scuola. Ora preghiamo per te Lorenzo, per i tuoi genitori, per i tuoi parenti e per tutti quelli che ti vogliono bene. Ti ringrazio inoltre personalmente perché oltre ad essere stata una delle tue maestre sono anche la mamma di uno dei tuoi amici più cari. Grazie profondamente per l’amicizia che hai riservato a mio figlio, per tutte le esperienze che avete fatto insieme e le risate che gli hai regalato. Proteggi da lassù il cuore dei tuoi amici. L’altra sera erano lì tutti, sotto casa tua, con le spalle larghe e un dolore troppo grande da sopportare. La tua vita Lorenzo, trascorsa sulla terra troppo poco, ora splende altrove, in un altrove che sembra remoto forse perché sei più a fianco nostro di quanto noi pensiamo, più vicino a noi del nostro stesso cuore. Ti vogliamo bene. Per sempre. Elisabetta e le maestre della Rocca».

L’ultimo viaggio

Al termine del rito funebre – con le offerte raccolte che verranno devolute all’Istituto nazionale ricerche malattie cardiovascolari -, un lungo applauso ha accolto l’uscita della bara dalla chiesa, con tanti palloncini lasciati volare in cielo dai ragazzi del Campitello e i fumogeni accesi dagli amici. Poi, nel più grande affetto che i presenti hanno potuto testimoniare ai cari di Lorenzo, il feretro è partito alla volta del cimitero di Papigno per l’ultimo viaggio terreno di un ragazzo straordinario e che resterà nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo.

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IL FUNERALE DI LORENZO SCORTECCIA

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