Terni, Sandro Bellini: la condanna per l’omicidio è definitiva

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori di Andriy Halan, il 49enne ucraino arrestato per il delitto del 2016

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Diventa definitiva la condanna a 16 anni e 8 mesi di reclusione nei confronti del 49enne Andriy Halan, arrestato nel maggio del 2016 dai carabinieri per l’omicidio del 53enne ternano Sandro Bellini, ‘reo’ di frequentare l’ex compagna del boscaiolo di nazionalità ucraina. La Suprema Corte di Cassazione ha infatti dichiarato ‘inammissibile’ il ricorso presentato dai legali difensori dell’omicida – gli avvocati Francesco Mattiangeli e Luca Maori – confermando quando deciso nel luglio del 2020 dalla Corte d’assise d’appello di Firenze. Una vicenda complessa, sul piano giudiziario, quella dell’omicidio del termoidraulico ternano: Andriy Halan era stato condannato a 30 anni nel febbraio del 2017 dal tribunale di Terni, con conferma da parte della Corte d’assise d’appello di Perugia. Una sentenza annullata nell’aprile del 2019 dalla Cassazione che aveva rilevato come le aggravanti contestate dalla procura di Terni – una sola, i motivi abietti e futili, riconosciuta nel merito – fossero state addebitate, ovvero di fronte al gip di Terni.

In carcere, fino a quando?

Il 49enne ucraino è ancora a giudizio, a Terni, per l’accusa di occultamento di cadavere, connessa allo stesso fatto di sangue: l’ultima udienza si è tenuta lunedì e il processo è stato aggiornato al prossimo 28 aprile. Possibile che le difese di Andriy Halan chiedano accesso a riti alternativi per far emergere la continuazione del reato con quello – omicidio aggravato – per il quale è stato già giudicato. Il 49enne si trova in carcere da giorno dell’arresto e, sul piano delle possibilità che sono concesse a chi ha scontato metà o due terzi della pena, gli avvocati Mattiangeli e Maori potrebbero chiedere – in futuro – l’accesso al ‘lavoro esterno’ e quindi, successivamente, alla semilibertà per il proprio assistito.

L’amarezza dei familiari

Circa il processo per occultamento di cadavere, i familiari del Bellini figurano come parte civile attraverso l’avvocato Renato Chiaranti. In particolare la sorella del 53enne ha sempre rimarcato come il processo ‘bis’, non abbia – a suo giudizio – reso giustizia rispetto alla gravità dell’accaduto. Andriy Halan si è sempre difeso affermando di non essere stato lui a compiere il delitto, ma di aver pagato due persone per dare una lezione al ‘rivale’. Di contro, per i giudizi, dopo aver ucciso Sandro Bellini aveva bruciato la sua auto nei boschi di Marmore, per cancellare le tracce, e nascosto il cadavere lungo il corso del fiume Velino. Dove era stato ritrovato dagli inquirenti una decina di giorni dopo il delitto.

Terni, omicidio Bellini: pena quasi dimezzata

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