Terni-Spoleto unite, tutti d’accordo: «Non è ‘guerra’ a Perugia»

Discussione in commissione consiliare sull’obiettivo riordino territoriale e nuova Provincia del Nera: si allarga il confronto

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Il riequilibrio territoriale e la nuova Provincia del Nera. Vale a dire Spoleto accorpata a Terni con una sostanziale modifica dello stato attuale: l’argomento è stato al centro dell’attenzione della III commissione consiliare a pochi giorni dal botta e risposta – medesima tematica – tra l’assessore regionale Michele Fiorini e il consigliere regionale M5S Thomas De Luca. Tutti d’accordo per un percorso più che complesso e tortuoso per varie motivazioni. Si parte dalla richiesta di apertura di un tavolo istituzionale con il coinvolgimento degli enti coinvolti per capire se, in concreto, c’è margine di manovra in tal senso. Per ora non si vota.

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L’eterna questione

Decenni di discussione sul tema senza alcun passo concreto. Ciclicamente l’input viene riproposto ed in questo caso l’atto di indirizzo è a firma M5S/Pd: «Qualcuno anni fa – ha esordito il capogruppo pentastellato Federico Pasculli – ci provò nel 2006-2007 (si riferisce ad Andrea Cavicchioli) per le lacune nella divisione tra le province. I precedenti ci sono, guardiamo al modello Pesaro-Urbino. L’ipotetica unione Terni-Spoleto è utile perché condividono le necessità e gli obiettivi che derivano dalla morfologia del territorio e c’è già un comitato a Spoleto, presente da anni, che ha formulato la proposta». Poi l’elenco dei vantaggi per trasporti, turismo, occupazione, sanità, sistema scolastico e sportivo: «Non è una ‘guerra’ a Perugia, ma una ripartizione migliore. Sarebbe meglio anche per l’area di Perugia. Occorrono passaggi nei consigli comunali, in Regione e al Senato. Chiediamo di aprire un tavolo istituzionale sentendo gli enti coinvolti per vedere se c’è l’effettiva possibilità», ha concluso Pasculli.

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Cini concorde. Con dubbio

In rappresentanza dell’esecutivo Latini c’era l’assessore con delega all’area vasta Federico Cini: «Quando ero consigliere – il suo commento – ci eravamo confrontati sul tema. Dissi che approvavo in toto la proposta dei consiglieri M5S, questo tipo di riqualificazione territoriale. C’è necessità dell’operazione e lo sbocco naturale è verso il territorio di Spoleto: pensate al tema della Valnerina ‘sbilanciata’. Chiaro che è divisa tra le nostre province in maniera poco intelligente per prospettiva e razionalizzazione delle risorse. Quindi sono favorevole. Qual è la scelta sul piano pratico? L’impressione – il dubbio – che potrebbe dare un’attività del genere può essere che sia per una mera funzione simbolica. Vorrei capire come trasformarla in qualcosa di fattivo, l’iter è lungo e complesso. Abbiamo il dovere di lasciare il territorio meglio di come lo abbiamo trovato. Non deve essere marketing». Pasculli a questo punto ha chiesto di poter intervenire ancora: «Magari si concluderà tra 7-8 anni ma è un percorso che va riaperto. Con questo atto mettiamo due paletti».

Nodo Province e unione

Monia Santini, da consigliere comunale e provinciale, ha voluto ricordare un paio di aspetti: «Il depotenziamento delle province è oggettivo. Scellerato, perché ha creato un grosso buco. Ma sono comunque utili. L’annessione di Spoleto alla provincia di Terni potrebbe essere un punto di partenzo per il riassetto territoriale ed un tentativo di unione». D’accordo anche l’esponente di Terni Civica, Michele Rossi: «Mi piacerebbe che questa unione arrivasse non con ‘fusione a freddo’, ma dal basso. Bene che a Spoleto ci sia un comitato, ma a Terni non c’è: se si vuole percorrere questa volontà, si sond la volontà di tutti». Per Alessandro Gentiletti di Senso Civico l’obiettivo è «garantire maggiori servizi e sviluppo del territorio oltre gli attuali confini della provincia. Si devono sviluppare politiche di sinergia tra Spoleto e Terni, c’è conformità di storia morfologica e di prospettive. Sul tema istituzionale può essere rafforzato questo discorso».

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«Mettere in sicurezza la provincia»

Sponda M5S Luca Simonetti ha sottolineato che l’atto era già stato portato in commissione quasi tre anni fa: «Fu poi sospeso per le elezioni. Lo squilibrio territoriale arriva dal passato, è fuor di dubbio, ma gli errori del passato sono stati pagati alle urne. Oggi c’è un partito che governa regione e Comune, fino a pochi giorni anche Spoleto: chiedevamo di aprire l’interlocuzione tra i due sindaci. Bisogna cercare di quagliare e non allungare il brodo. L’assessore Michele Fioroni ha risposto che non si pone la questione del riequilibrio perché i Comuni non hanno fatto richiesta. Con le province a svuotare a cosa serve allargare? Tante cose, è un messaggio chiaro per la Regione. Guardiamo il Pnrr per vedere come sono stati suddivisi i finanziamenti, qui non arriva nulla. Bisogna metterci – ha chiuso – le mani adesso. Serve mettere in ‘sicurezza’ la provincia di Terni». Ma niente voto immediato per ascoltare – magari già la prossima settimana – altre voci sull’argomento: «I matrimoni si fanno in due, sarebbe utile avere un punto di vista istituzionale dell’area che stiamo coinvolgendo», ha sintetizzato Cini. Pasculli infine ha chiesto velocità nel procedere per non perdere ulteriore tempo. Vedremo.

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