Terni-Todi e ritorno, il viaggio degli studenti è da incubo: guasti e proteste in serie

Quattro autobus diversi, martedì, per consentire ai ragazzi di andare a scuola e tornare a casa. Una madre: «Servizio pagato profumatamente»

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Quattro autobus in un giorno per andare da Terni a Todi e ritorno. Per un totale di tre guasti, uno all’andata e due al ritorno. Se non è un record (negativo) quello con cui si sono trovati a dover fare i conti, loro malgrado, alcuni studenti ternani che martedì mattina hanno raggiunto la città di Jacopone per andare a scuola, poco ci manca. E la cosa non è passata inosservata. A raccontare l’odissea è la madre di un ragazzo.

Il racconto

«Martedì mattina mio figlio ha preso l’autobus alla stazione per andare a scuola a Todi – racconta -. Autobus che si è rotto, tanto da richiedere l’intervento di un mezzo sostitutivo che è riuscito comunque ad arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni. Al ritorno hanno preso il primo bus, quello del guasto, che si è fermato di nuovo. Allora è arrivato un mezzo sostitutivo che a sua volta si è fermato per una rottura. Per tornare a Terni, con un’ora di ritardo circa, è servito un terzo bus per un totale di quattro diversi presi nel corso della stessa giornata».

La riflessione

«Il punto – osserva la madre – è che paghiamo ben 450 euro l’anno di abbonamento. E se questo è il livello dei servizi di BusItalia, meglio stendere un velo pietoso. È giusto invece che si sappia cosa è accaduto perché ciascuno di noi ha i suoi impegni, io ad esempio ho un’attività privata e qiuindi non posso prendere permessi né ferie. E un’ora di ritardo condiziona tutta la giornata, crea un danno. A me come a tutti gli altri». La riflessione riguarda anche l’atteggiamento che sempre martedì l’azienda avrebbe mostrato, alla madre in questione, a fronte di una richiesta di recuperare – del tutto o in parte – l’abbonamento dell’anno scolastico precedente: «Lo scorso anno mio figlio, come tutti, è andato a scuola tre settimane a settembre e un mese a maggio, ovviamente a causa del Covid. Ho provato a chiedere allo sportello BusItalia presso la stazione se c’era modo di recuperare una parte di ciò che non era stato fruito, magari nel nuovo abbonamento. Mi è stato risposto che comunque le corse c’erano state e che l’azienda è privata. Ma che vuol dire? Un’azienda privata non deve andare incontro, anzi, ai propri clienti? Conosco tanti che, visto tutto quello che è accaduto, hanno fatto un passo per aiutare i propri clienti, me compresa. E, tornando ai disagi di martedì mattina, dal privato ci si attende qualità ed efficienza per definizione. Non disservizi in serie».

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