L’inferno quotidiano per i pendolari umbri diretti verso la Capitale non accenna a placarsi, tutt’altro. Che il mese di cantieri lungo la linea Orte-Ancona, con il blocco totale della circolazione tra Foligno e Terni fino al 7 giugno, sarebbe stato problematico era prevedibile, ma si sta rivelando ancora più difficile del previsto. E c’è chi lo definisce un vero e proprio «scempio» sulle spalle dei lavoratori.
Le proteste
La settimana si è aperta con una serie di ritardi e disagi che hanno messo a dura prova i viaggiatori, soprattutto al momento del ritorno a casa. Lunedì il treno delle 18.02 da Roma Termini è stato deviato sulla linea lenta, che prevede una maggiore percorrenza di almeno 30 minuti, per poi venire fermato e soppresso a Orte dove tutti i passeggeri sono stati fatti scendere e poi fatti salire sul treno partito da Roma alle 18.31, anch’esso in ritardo. Arrivo a Terni con 40 minuti di ritardo, per lo stesso treno, anche martedì, quando il treno successivo, in partenza da Roma Termini alle 18.31, ha atteso ad Orte oltre 30 minuti, per poi giungere a Terni con 60′ di ritardo. «Una bella passeggiata di salute» commenta con ironia un pendolare segnalando i disagi, uno dei tanti tra «chi parte da casa alle 5.30 e non sa quando tornerà».
Le modifiche
Ma i problemi persistono anche di mattina, dopo l’accorpamento (sempre fino al 7 giugno) del regionale veloce delle 6.48 a quello delle 7, con partenza alle 6.57 (rv 4256), ora altamente frequentato. E così Trenitalia, sulla scorta delle proteste del Comitato pendolari umbri, ha previsto nuove modifiche agli orari a partire dalla giornata di mercoledì 15 maggio. «A seguito dei monitoraggi in atto, è emerso che il treno RV 4256 continua ad avere, soprattutto in taluni giorni, un’elevata affluenza, per questa ragione è stato deciso il riposizionamento della partenza da Terni del RV34759 dalle attuali ore 6.10, con arrivo a Roma Termini alle ore 7.18, posticipo partenza 6.26 con arrivo a Roma Termini alle ore 7.35 (fermate intermedie Narni 6.32/Orte 6.48)». Questa soluzione comporta la temporanea limitazione ad Orte del treno RV4150 (Roma 5.52 – Terni 6.51) per incompatibilità con la traccia del 34759 posticipato (un solo binario); prosecuzione da Orte a Terni con corsa bus; rimodulazione dell’orario di RV34758 di circa +15′, per assicurare il proseguimento da Foligno verso Ancona dei passeggeri in arrivo con la corsa bus PG 650. Trenitalia ricorda che «il cantiere in atto, oltre allo stop alla circolazione tra Foligno e Terni, ha determinato una temporanea ridotta capacità della linea tra Terni e Orte (-50% circa) con temporanea indisponibilità di un binario (dei due di normale esercizio) e mancanza di sede di incrocio tra Terni e Orte».
La Regione: «Attenzione costante»
Sulla questione interviene la Regione Umbria, che in una nota sottolinea che «dall’inizio degli interventi da parte di Rfi vengono puntualmente analizzati risultati e criticità in modo da individuare e introdurre i necessari aggiustamenti». Da parte della Regione c’è «la massima attenzione e una continua sollecitazione nei confronti di Trenitalia e Rfi per l’ulteriore miglioramento dei servizi, che riprenderanno con le modalità e gli orari consueti al termine dei lavori previsto per il 7 giugno prossimo». La stessa Regione ha chiesto a Rfi «il rispetto assoluto del cronoprogramma dei lavori, che stando a quanto comunicato all’assessore alle Infrastrutture e Trasporti stanno procedendo regolarmente». Allo stesso tempo «si è adoperata e si sta adoperando per ridurre ulteriormente i disagi degli utenti del servizio ferroviario umbro in questo periodo di interruzione. Una situazione complessa e complicata dovuta soprattutto al problema strutturale storico della linea a binario unico». A questo proposito, l’assessore regionale al ramo, Enrico Melasecche, ha annunciato che ai primi di luglio verrà presentato il nuovo progetto del raddoppio della tratta Terni-Spoleto e di aver avuto l’assicurazione da Rfi che entro l’anno verrà attivato il raddoppio della tratta Campello-Spoleto, atteso da oltre una decina di anni.
Lo sfogo dell’insegnante-pendolare
Lo sfogo di una pendolare ternana, insegnante in quel di Roma, la dice tutta: «Al di là dello stress mentale – spiega – ci sono molte persone che iniziano ad accusare malessere anche a livello lavorativo. Io sono ‘privilegiata’ perché, a parte il malessere personale per una mia etica professionale, dettato dall’arrivare tardi in classe, gravare sulla collega, lasciare i bambini in un’altra classe, non ho ricadute gravi essendo dipendente del Comune di Roma. Ho rol e permessi che mi consentono di superare questa situazione, anche se ‘sprecarli’ per Trenitalia è davvero frustrante. Ma ci sono persone che lavorano nel ‘privato’, magari con contratti a termine, che si trovano davvero in difficoltà ogni volta a dover giustificare. Ho assistito – prosegue – a scene in cui facevano parlare il capotreno con il datore di lavoro per garantire che il ritardo era dovuto al treno nod ad una noncuranza personale circa la puntualità. Si può vivere così? E quale sarebbe la colpa da espiare, il lavorare a Roma e non a Terni?».