Pronto soccorso Umbria, codice triage: ecco il 5° livello, recepito accordo 2019

La Regione dà il via libera a tre anni dall’accordo Stato-Regioni sulle linee di indirizzo: c’è l’azzurro. Focus anche sul problema sovraffollamento

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di S.F.

1° agosto 2019. Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento/Bolzano per cambiare la situazione in merito al triage intraospedaliero, l’osservatorio breve intensiva e lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in pronto soccorso con creazione di un quinto livello, l’azzurro: a tre anni di distanza la Regione lo ha recepito. Che vuol dire? Salvo sorprese a breve si cambia anche in Umbria. Altrove, come a Parma, questo passaggio è avvenuto già nel 2021. In  molti casi nei primi mesi del 2022.

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La nuova codifica

La storia ed i problemi

La premessa è tanto chiara quanto evidente – le lamentele sono all’ordine del giorno negli ospedali -, specie nell’ultimo periodo: «Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, si è assistito ad un costante aumento degli accessi nei pronto soccorso ospedalieri italiani che, analogamente a quanto verificatosi in altri Paesi, non erano preparati ad affrontare questa crescente ondata di pazienti e soprattutto non erano in grado di regolarne il flusso. Alla base di questo fenomeno possiamo includere l’insorgenza di nuovi bisogni assistenziali, il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento del numero di pazienti complessi, l’avvento di nuove tecnologie di diagnosi e cura». Conseguenze? Ritardo di accesso alle cure, stazionamento dei pazienti in attesa di ricovero e sovraffollamento. Cosa è successo dunque? Nel 2001 furono firmate le linee guida nell’ambito dell’accordo Stato-Regioni: la situazione è migliorata ma non abbastanza. Anche perché mancava un modello uniforme e in primis si è resa necessaria la modifica del sistema di modifica a quattro codici.

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I tempi di rivalutazione

Aggiornamento ed integrazione: il quinto codice

Il 1° agosto del 2019 sono state formalizzate le nuove linee di indirizzo nzionale sulle tre tematiche: «Il nuovo triage infermieristico – viene sottolineato – e contestuale assegnazione del codice di priorità non si basa più su quattro livelli (rosso-giallo-verde e bianco) ma su cinque in ordine numerico di gravità decrescente da 1 a 5 a cui possono essere associati anche dei codici colore (rosso-arancione-azzurro-verde e bianco) ove oltre al grado di gravità valutato è previsto un tempo massimo di attesa. Contestualmente si è reso necessario rivedere anche la funzione e gli standard (dotazioni strutturali e tecnologiche, personale…) relativi all’ Obi definita come struttura all’interno del pronto soccorso volta all’inquadramento più approfondito del malato, al fine di procedere alla dimissione in sicurezza o al ricovero appropriato». Scontato chiedersi perché si arriva al recepimento a tre anni dall’accordo Stato-Regioni: «A causa delle crescenti difficoltà determinate dalla gestione pandemica Covid 2019, non è stato possibile implementare i nuovi indirizzi nel servizio sanitario regionale dato anche il particolare carico di lavoro a cui sono stati sottoposti i pronto soccorso e i dipartimenti di emergenza e accettazione regionali».

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Il processo del pronto soccorso

Il gruppo di lavoro e le risorse

Che succede ora? Al netto del recepimento formale delle linee di indirizzo, sarà formato un gruppo di lavoro con referenti della direzione regionale salute/welfare, delle aziende sanitarie regionali e il direttore della Centrale operativa unica regionale 118 (Cour). L’obiettivo è creare un programma regionale con fase di indirizzo, coordinamento e, in chiusura, fase attuativa nei pronto soccorso dei dipartimenti di emergenza/urgenza/accettazione di I e II livello. Con specifica: «L’attuazione di quanto previsto nell’accordo si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Il responsabile del procedimento è Alessandro Montedori. Il documento è firmato anche dal direttore regionale alla salute Massimo D’Angelo e dall’assessore Luca Coletto.

 

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