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Home » Umbria, guerra ai cinghiali: sparare sarà più facile

Umbria, guerra ai cinghiali: sparare sarà più facile

di Fabio Toni
1 Luglio 2020
in Ambiente e salute, Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Un cinghiale a Spello

Un cinghiale a Spello

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Proprietari e conduttori di terreni potranno imbracciare il fucile per dare la caccia ai cinghiali anche senza la presenza, prima necessaria, di guardie venatorie. Questa la principale novità emersa dall’incontro di lunedì fra l’assessore regionale alla caccia, Roberto Morroni, i presidenti dei tre Atc e i rappresentanti delle associazioni agricole che da tempo lamentano i danni causati dagli ungulati in diverse zone della regione.

MONTEGABBIONE, FAMIGLIA CON DUE BIMBI AGGREDITA DAI CINGHIALI

Le nuove misure

«Il contenimento dei cinghiali in Umbria – afferma Morroni – deve essere affrontato con molta determinazione perché, così come in molte altre parti d’Italia, questa specie è ormai andata fuori controllo. È un grave problema per i danni arrecati all’agricoltura così come per la sicurezza pubblica. Motivi per cui l’assessorato è fermamente intenzionato a ricondurre questa specie in un contesto di sostenibilità e di equilibrio. L’attenzione dell’assessorato – prosegue – è stata fin da subito rivolta ad interventi di prevenzione dei danni provocati dal mancato controllo e contenimento della specie cinghiale, con un confronto costante che ha visto anche nell’ultimo incontro di lunedì pomeriggio, trattare le problematiche per giungere alla definizione di ulteriori iniziative utili a rimuoverle. Da tale incontro, infatti, dopo ampia discussione e dopo aver chiarito che per gli interventi di contenimento effettuati direttamente dai proprietari o conduttori non è necessaria la presenza di guardie venatorie, si è convenuto di intraprendere una serie di azioni quali: incentivare il prelievo della specie cinghiale tramite trappolamento, sia con gabbie che con recinti di cattura, con l’impegno della Regione a rilasciare in tempi brevissimi le richieste di autorizzazione che perverranno dai singoli agricoltori; segnalare tempestivamente eventuali situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica in modo da poter attivare immediatamente, anche con il coinvolgimento delle amministrazione comunali interessate, le necessarie azioni di contenimento; rivedere la cartografia del territorio vocato alla presenza della specie cinghiale». L’assessore Morroni si è anche impegnato a redigere un nuovo piano di contenimento della specie cinghiale, sul quale la Regione sta già lavorando, in modo da superare i singoli piani provinciali attualmente in vigore ed approvare in termini rapidi il nuovo regolamento della caccia di selezione, anche per la specie cinghiale, già sottoposto all’esame della consulta faunistico venatoria nell’incontro dello scorso 28 maggio. «Faremo inoltre – ha concluso Morroni – delle verifiche sull’andamento della prossima stagione venatoria e, se si renderà necessario, procederemo alla modifica del regolamento 34 del 1999 relativamente all’assegnazione dei settori alle squadre che svolgono la caccia al cinghiale in battuta».

La soddisfazione della Cia Umbria

Per il presidente di Cia Umbria, Matteo Bartolini, le misure ed in particolare la possibilità per gli agricoltori di sparare senza la presenza di guardie venatorie «è un’altra vittoria delle associazioni agricole dell’Umbria e di Cia in particolare, visto che quella sul contenimento dei danni da animali selvatici alle imprese agricole è una battaglia che portiamo avanti con forza ormai da qualche anno. Poter cacciare in qualsiasi momento, anche di notte, e senza le guardie rappresenta un altro passo importante da parte di questa giunta regionale per sbloccare la situazione di stallo in cui ci troviamo ormai da tempo. Ne prendiamo atto con soddisfazione e sottolineiamo – ribadisce Bartolini – l’importanza dello stare insieme di tutte le associazioni di categoria, che rappresentano e tutelano il lavoro degli agricoltori sul territorio, nella visione e nell’ottenimento di un equilibrio che permetta l’attività venatoria, il controllo e la tutela degli animali selvatici e, al contempo, la salvaguardia dell’economia delle aziende agricole che operano, tra non poche difficoltà, nelle aree rurali. Attendiamo adesso, in tempi brevi, l’approvazione del nuovo piano di contenimento dei cinghiali e del nuovo regolamento della caccia di selezione, tenendo conto delle esigenze degli agricoltori ormai sotto assedio non solo dai cinghiali, ma anche dai caprioli e, non dimentichiamolo, anche e sempre più spesso, dai lupi».

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