Umbria, i ristoranti spuntano come funghi

Secondo Confesercenti l’aumento di strutture registrate è del 4,6% rispetto al 2014

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È l’Umbria la Regione ‘regina’ nel settore della ristorazione nel confronto tra il 2° trimestre del 2014 e quello dell’anno in corso. Lo rileva l’osservatorio Confesercenti sulla natimortalità delle imprese della ricettività e del turismo, che fa registrare un aumento di strutture registrate del 4,6% di ristoranti in Umbria.

Grande crescita Tra i settori – ristorazione, bar, alloggio -, quello che cresce più velocemente è la ristorazione segnala l’osservatorio Confesercenti. L’Umbria fa meglio anche di Lombardia (+4,5%) e Sicilia (+3,9%). A livello complessivo, è il centro-nord a trainare l’inversione di tendenza, con un aumento del 3,2% contro il 2,8%.

Aumentano i bar L’Umbria va sul podio anche per quel che riguarda il settore dei bar: in un anno sono incrementati del 2,6%: è il secondo dato assoluto dopo quello della Campania (2,8%).

Gli alloggi Meno ‘virtuoso’ invece il dato – comunque con il segno positivo – relativo gli alloggi. In Umbria aumento dell’1,8%, lontano dal +9.8% pugliese e dal +6.7% laziale, in vetta alla classifica.

Prova di ripartenza «Dopo le contrazioni registrate – ha spiegato Esmeralda Giampaoli, presidente dell’associazione di categoria dei pubblici esercizi Confesercenti – negli anni scorsi, finalmente la ricettività e la somministrazione provano a ripartire. Alberghi, ristoranti e bar sono da sempre, per tradizione, cultura, capacità attrattiva, un pilastro fondamentale della nostra economia e in particolar modo del turismo. Purtroppo la crisi ha inciso gravemente sulla ricettività e, in particolare, sulla somministrazione: dal 2010 ad oggi i consumi sono diminuiti dell’8,5% nei bar e del 7,9% nei ristoranti. Sono crollate persino le colazioni (-3,3%) e i consumi della pausa-pranzo: il volume d’affari e’ sceso a 15,1 miliardo di euro l’anno (-18%) con una calo stimato della spesa media del 13%. L’attuale inversione di tendenza – conclude Giampaoli – è comunque un segnale positivo, anche se le difficolta’ rimangono intatte».

Concorrenza sleale L’osservatorio fa notare infine che «nell’ultimo anno inoltre abbiamo assistito anche alla preoccupante crescita di fenomeni di ricettività e ristorazione paralleli tramite web, con imprese irregolari che si celano dietro all’etichetta di social per agire senza rispettare le normative – anche fiscali – che devono rispettare gli altri. Concorrenza sleale, a tutti gli effetti, che va contrastata con efficacia».

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