Università, contenitori Si accende il dibattito

Terni: Pentima o non Pentima nel futuro del polo? Senso Civico e Terni Valley dicono la loro: «Servono prima idee e una visione»

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di ‘Senso Civico’ – Terni

Il dibattito di questi giorni sull’università a Terni si sta indirizzando molto di più sulle scatole che sui contenuti. Noi di Senso Civico riteniamo infatti che il discorso universitario, in primo luogo, non possa essere staccato da cosa vogliamo fare della nostra città e quale modello di sviluppo sociale ed economico vediamo per i prossimi anni. Qui si deve inquadrare lo sviluppo universitario con tutte le sue criticità, affinché possa diventare una presenza qualificata e utile all’intero sistema.

LA REGIONE: «PENTIMA? CREDIAMO NELL’UNIVERSITÀ A TERNI»

Riteniamo in primo luogo che un’università, per avere successo, debba essere attrattiva per gli studenti ma anche per i professori. I primi sono attratti inizialmente dalla tipologia e dal buon livello dei corsi e poi, successivamente, dalla ‘vivibilità’ dell’università stessa che significa struttura, servizi, alloggi, disponibilità di strutture sportive e culturali, svago. La vivibilità, poi, con il tempo diventa sempre un maggiore fattore di attrattività, che porta spesso a condizionare la scelta di corsi successivi (specialistica o specializzazione). Infine la buona integrazione con il territorio e la possibilità di entrare nel mondo del lavoro fin dagli ultimi anni di studio con tirocini o altre forme di collaborazione, rendono ancora più attrattivo questo tipo di percorso per gli studenti.

M5S: «PENTIMA NON È IL FUTURO UNIVERSITARIO»

Avere buoni livelli dei corsi vuol dire avere docenti che hanno importanti competenze nei loro settori di insegnamento ma anche disponibilità degli stessi a stare a disposizione degli studenti e del territorio, con gruppi strutturati di ricerca che operino per gran parte del tempo nella sede di Terni. Questo vuol dire poter offrire una struttura adeguata per consolidare e creare nuovi laboratori e gruppi di ricerca che siano a disposizione degli studenti e abbiano un’importante interazione con il territorio stesso, intendendo per territorio quel complesso sistema costituito da imprese, cittadini, amministrazione, fondazioni…

In questi giorni si sta discutendo anche dei corsi che l’università potrebbe attivare per attrarre studenti. Noi pensiamo che le scelte che si faranno, devono tener presenti la storia e le competenze che hanno caratterizzato questa città e questo territorio e che probabilmente lo caratterizzeranno per il prossimo futuro. Allo stesso tempo devono tener conto delle linee prioritarie di sviluppo che si sono date l’Europa e l’Italia per quanto riguarda la sostenibilità e l’ambiente. Per questi motivi riteniamo che i futuri corsi debbano tener conto della tradizione industriale del territorio legata fortemente ai materiali, coniugandola con un’ottica di sostenibilità che avrà come parole chiave meno emissioni, recupero, riciclo e salute del cittadino.

A questo punto chi deve fare cosa? Noi pensiamo che all’università spetti l’elaborazione di nuovi corsi valorizzando anche tutti quei professori e ricercatori ‘resilienti’ che hanno investito su Terni e che in questi anni sono stati sempre presenti sia per gli studenti che per il territorio. Chiaramente la decisione è autonoma dell’università ma riteniamo che nell’ottica di integrazione territoriale, non può prescindere da un confronto con i diversi attori citati.

Per il resto, e qui veniamo ai contenitori, spetta alle amministrazioni e alla città decidere cosa fare, inquadrando lo sviluppo universitario in un modello di città che si vuole costruire. Allora sul tavolo può esserci il progetto Pentima, ma anche altri progetti come per esempio quello di un campus che veda medicina, ingegneria ed economia vicine, magari sfruttando strutture scolastiche sottoutilizzate e concentrando ed ottimizzando i servizi oppure portando le sedi universitarie al centro di Terni, avendo un preciso modello di sviluppo in mente. A quanto ci diceva prima il passato governo regionale e sembra confermare l’attuale, abbiamo a disposizione un ‘tesoretto’ di quasi 10 milioni di euro: utilizziamolo nel migliore dei modi.

Tutto questo però non può prescindere dai tempi. Progetti che vedono la loro realizzazione in tempi molto lunghi comporterebbero inevitabilmente una perdita di ulteriori iscritti e minori possibilità di rendere stabile la presenza universitaria su Terni. Chiediamo perciò che si apra immediatamente una discussione non tanto su dove mettere l’università, ma quale modello di città vogliamo con l’università perno centrale di questo sviluppo e dove ogni attore del territorio abbia chiaro il suo ruolo. Uno sforzo di progettazione a cui noi non ci sottraiamo, chiaramente nei limiti e nei modi in cui può contribuire una forza politica come la nostra.

di Lorenzo Ranocchiari
Terni Valley

Il dibattito sul tema dell’accentramento a Pentima dei corsi di studio universitari presenti a Terni è indubbiamente importante e significativo e già che ci sia una discussione in tema è una buona notizia perché denota che si sta muovendo qualcosa. L’evoluzione del Polo scientifico didattico di Terni verso il Dipartimento è sicuramente la priorità che gli amministratori dovrebbero imporre con l’università poiché esso garantirebbe quella dose di autonomia, capacità gestionale e semplificazione amministrativa che è necessaria per una realtà universitaria come quella di Terni.

In secondo luogo vanno sicuramente tenuti in considerazione tutti gli ostacoli che esistono da qui alla creazione di un campus unico a Terni: primo fra tutti il tema degli ingenti investimenti economici necessari alla sua realizzazione, rispetto al più modesto investimento legato alla riqualificazione di Pentima. Va inoltre considerata la difficoltà di spostare la sede del corso di studi di ingegneria industriale a cui sono collegati i laboratori, necessari all’attività didattica e di ricerca, frutto di investimenti non indifferenti, collocati dove oggi ingegneria si trova. Difficoltà di spostamento che è incontrata anche da medicina e da infermieristica che, per come sono strutturate, necessitano la prossimità all’ospedale (e sarebbe illogico, antieconomico e negativo dal lato formativo ed accademico che così non fosse).

Va tuttavia notato che, mentre medicina sta bene dove sta, godendo di una struttura piuttosto ampia e nuova, infermieristica è spesso costretta a svolgere le sue lezioni presso medicina perché gli spazi che ha a disposizione sono ridottissimi, oltre che vetusti. Economia è invece più facilmente collocabile in scenari diversi poiché non richiede particolarità di sorta. Si era parlato della riqualificazione degli ex stabili della Croce Rossa vicino l’ospedale per ospitare un nuovo campus universitario, come si sono alzate proposte che hanno visto protagonisti i locali del Caos e delle scuola geometri – alberghiero, tanto quanto l’ex complesso Prampolini.

Ogni soluzione sicuramente presenta i suoi pro e i suoi contro e sicuramente non è a costo zero. Fondamentale è, e sarà sempre di più, causa la scarsità di risorse, valutare nella maniera più attenta possibile gli investimenti che saranno effettuati e la loro ricaduta sul territorio e sulla realtà universitaria. Bisognerà interrogarsi sulla convenienza delle eventuali nuove sedi, sulla qualità dei corsi di studio e sul loro inquadramento nello scenario sociale, economico e produttivo della città e del territorio tutto. Interventi spot e senza una progettualità a monte serviranno a poco per rilanciare l’università a Terni.

Condividiamo le criticità su Pentima, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello della sua posizione rispetto al centro città (tema molto importante e già sottolineato da più parti come opportunità di sviluppo cittadino), sia dal lato dell’effettivo raggiungimento dell’autonomia ternana rispetto a Perugia. D’altro canto, però, non va disprezzato il fatto che ci si stia finalmente muovendo sul lato degli investimenti per un rilancio dell’università, spesso non contemplata nella prospettiva di progetto degli ultimi anni a Terni.

Il contesto è sicuramente difficile ma ogni criticità potrebbe rappresentare un’opportunità di sviluppo (riqualificare Pentima per iniziare una bonifica, riqualificazione e riconversione di tutta l’area con le soluzioni per i suoi problemi ambientali) se la qualità degli investimenti sarà tenuta in considerazione. Da mettere al centro saranno l’innovazione, con uno sguardo rivolto al futuro, l’internazionalizzazione, l’apertura, lo sviluppo, i servizi agli studenti, affinché una trasformazione dell’università a Terni potrà essere trampolino di lancio per una trasformazione di tutta la città.

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