Vaccini, positivi, variante ‘indiana’: la situazione in Umbria

L’analisi settimanale della Regione. Zero casi fra gli over 85. «Prima dose a tutti entro inizio agosto». Medici ‘no vax’ destinati ad altre mansioni?

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«Le notizie sono confortanti al pari dei dati delle vaccinazioni: siamo al 4° posto in Italia per popolazione vaccinata. Stiamo rispettando tutte le tappe, anche quella del 30 giugno per la prima dose per i 40 enni. La macchina viaggia, sempre frenata dalla mancanza di vaccini ed in parte dalla riprogrammazione dovuta alla problematica della seconda dose di Astrazeneca per gli under 60». Così l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto nell’aprire, giovedì pomeriggio, la consueta conferenza stampa settimanale per fare il punto sulla situazione Covid in Umbria.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

L’analisi della situazione

«I valori stanno scendendo ancora – è l’analisi epidemiologica del dottor Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale -. L’indice RT umbro è 0,74 contro lo 0,73 nazionale ma abbiamo un’incidenza settimanale molto bassa: siamo a 14,82. In provincia di Perugia è 19,17 e in quella di Terni 2,24. Ciò consente al contact tracing di funzionare appieno: nonostante i pochi positivi, i tamponi sono sempre tanti. Tutti i distretti dell’Umbria hanno oggi dati da ‘zona bianca’ e non ci sono comuni con un’incidenza superiore a 100. Solo tre comuni hanno un’incidenza sopra a 50: San Giustino, Pietralunga e Piegaro ma tutti hanno pochissimi casi e un solo positivo in più può far variare di molto l’incidenza». La collega Carla Bietta ha spiegato che «l’Umbria ha un tasso di prevalenza che è metà di quello italiano, con un andamento dei positivi ancora in discesa. Circa le fasce di età, si scende anche fra 0 e 18 anni: in ogni fascia di età siamo sotto i 50 casi ogni 100 mila cittadini. Lo stesso vale per i 19-79enni. L’effetto vaccinazione è evidente fra gli anziani, con il tasso di positivi prossimo allo zero (il tasso è pari a 0, dal 9 giugno, fra gli over 85, ndR). Il calo riguarda anche ricoveri ordinari, intensive e decessi». La popolazione in ‘zona bianca’ si sposta ovviamente di più: «Tramite Google – ha spiegato la dottoressa Bietta – è stato possibile analizzare gli spostamenti che sono, di fatto, tornati alla normalità pre-Covid. C’è comunque una maggiore propensione ad andare nelle aree verdi e nei parchi, segnale interessate anche in termini di salute. Il dato è coerente con quello italiano».

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La situazione sul fronte dei vaccini

Il commissario Covid regionale Massimo D’Angelo ha spiegato che «ad oggi sono state somministrate 640.940 dosi con 458.307 cittadini vaccinati con prima dose e oltre 197.000 con ciclo completo. Termineremo di vaccinare tutti i 40enni, con prima dose, entro il 30 giugno. Stiamo anticipando anche il nostro piano previsionale. Abbiamo iniziato le vaccinazioni sui luoghi di lavoro, con Ast e l’azienda Cucinelli. Sono iniziate le somministrazioni presso oltre 80 farmacie per il recupero degli ultra 60enni. Da lunedì i medici di medicina generali parteciperanno all’intervento in forma massiccia e stiamo continuando l’azione in Valnerina con il completamento atteso entro i primi di luglio». Sui tempi complessivi, il commissario si è espresso così: «Contiamo di somministrare la prima dose a tutti gli aventi diritto entro i primi di agosto». Fra i 16 e i 29 anni si sono prenotati in 38.463 e 5.328 fra i 12 e i 15 anni di età. Sin qui non hanno ancora aderito alla campagna in Umbria circa 200 mila persone: «Ma con gli interventi previsti, fra cui quello dei medici di base, contiamo di raggiungere molti di loro».

Reazioni avverse e positivi dopo il vaccino

Circa le reazioni avverse e sospette ai vaccini, «sulla base dei dati nazionali – ha detto D’Angelo – al 15 giugno 2021 abbiamo avuto in Umbria 1.485 casi di reazione sospetta su 628.605 dosi somministrate (0,24%). Il 93% delle reazioni avverse è di tipo non grave». In particolare: reazioni locali o sistemiche (febbre, brividi, dolore in sede di iniezione, stanchezza, malessere) in circa il 32% dei casi; reazioni interessanti il sistema muscoloscheletrico (mialgia, artralgia) circa il 19% dei casi; disturbi interessamento il sistema nervoso (cefalea, parestesie) circa il 18% dei casi; disturbi del tratto gastrointestinale (nausea, diarrea) nel 7% dei casi; disturbi della cute e del sottocute (eruzione cutanea, orticaria) nel 4% dei casi. Nella maggior parte dei casi il segnalatore della reazione avversa è stato il medico (46%), seguito dal cittadino (28%), dal farmacista (15%) e da altro operatore sanitario (11%). Sui contagi: «Nelle ultime due settimane non ci sono stati positivi nelle nostre aziende sanitarie e non ci sono casi positivi nelle residenze e nelle strutture carcerarie». Dopo la prima dose, in Umbria, ci sono 930 positivizzati e 366 dopo la seconda dose.

Variante indiana, il punto

«Vogliamo capire l’impatto della variante ‘indiana’ – ha aggiunto Massimo D’Angelo – ma allo stato attuale, rispetto alla seconda dose, non riteniamo necessario anticipare l’intervento vaccinale con Pfizer e Moderna. Anticipare la seconda dose con alcuni vaccini ha un significato specifico, ma tale scelta dipende dalla circolazione virale della variante ‘indiana’, dalla disponibilità di dosi e dala stima temporale per la copertura totale della popolazione. Le valutazioni sono comunque in corso e stiamo procedendo al sequenziamento di vari casi per capire quando la variante Delta (‘indiana’, ndR) sia presente sul territorio. Oggi il contact tracing, grazie ai numeri della pandemia, è assolutamente efficace e l’analisi epidemiologica nelle aree in cui la variante Delta risulterà più diffusa, verrà estesa, dalle 48 ore attuali, ai 14 giorni precedenti come previsto dal ministero della Salute». Circa gli undici casi di variante ‘indiana’ individuati in Umbria, nessuno di loro era vaccinato – ad eccezione di una persona che lo aveva ricevuto da una settimana e non ha sintomi significativi – e solo un paziente presenta una sintomatologia seria.

Medici ‘no vax’ e provvedimenti

Medici non vaccinati: «Stiamo valutando cpn precisione i numeri – ha detto l’assessore Coletto – e se c’è una norma, andrà applicata. Certo non utilizzare queste professionalità rischia di gravare su un contesto che è già segnato da carenze. Possibile che vengano destinati a mansioni diverse da quelle attuali e non escludo che tale decisione possa essere assunta anche a livello nazionale».

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