Quartiere San Lucio Terni, poco si muove. Restano topi e degrado

Nel 2019 fu annunciato un nuovo accordo per concludere il recupero: la situazione non è granché migliorata

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di S.F.

Il completamento dell’intera operazione di recupero per il primo semestre del 2022. Il timing per il rilancio era stato indicato in avvio del febbraio 2019 ma, a giudicare dallo stato dell’arte, si fa discreta fatica a pensare che l’obiettivo possa essere centrato per il quartiere di San Lucio a Terni ed il restyling generale dell’area. Con focus in particolar modo sulla palazzina da ultimare: tra fondi da sbloccare, interlocuzioni con la Regione, collaudi e il contenzioso con la Siti – risolto il contratto nel 2018 – per riavere 486 mila euro dalla società pontina in merito ai lavori mai conclusi per gli alloggi la storia continua a procedere molto lentamente. Cosa si trova al momento? Basta fare pochi passi per imbattersi in rifiuti vari – non una novità, nella primavera 2020 c’è stata la messa in sicurezza – in diversi punti, topi morti e degrado diffuso. Tutto ciò a poche decine di metri dai centri diurni della Usl Umbria 2 per anziani e persone con disabilità ‘Girasole’ e ‘Macondo’. E pensare che l’iter originario scattò il 9 marzo 2007 con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Comune, Mit, Regione e Ater per il ‘contratto di quartiere 2’ con riqualificazione da 3,5 milioni di euro utile per la sistemazione di quattro immobili residenziali e sviluppo di servizi e verde attrezzato. Quasi quindici anni, non male. Nel contempo c’è anche da sostituile Rup, l’architetto, Mauro Cinti, ora in pensione. Palazzo Spada giovedì ha avviato l’iter per la posizione organizzativa – direzione dell’ufficio progettazione, qualità urbana, recupero opere vincolate, riqualificazione e rigenerazione urbana – rimasta vacante.

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