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Home » Ast, appalti tagliati: reparti a rischio stop

Ast, appalti tagliati: reparti a rischio stop

di Marco Torricelli
2 Ottobre 2015
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
L'Ast

L'Ast

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di M.T.

La faccenda si complica. Cioè, è già bella e complicata. E mica si è complicata da sola, macché. Perché mentre tutti facevano finta di niente, visto mai che il manovratore – in questo caso la manovratrice – si dovesse infastidire, in Ast la situazione sta sfuggendo di mano. E mercoledì c’è stato un anticipo di quel collasso che, nella giornata di giovedì, potrebbe provocare conseguenze clamorose.

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO

Gli appalti Perché il consorzio ConsImec non sarebbe il solo per il quale, dalla mezzanotte scorsa, il contratto relativo alle lavorazioni da svolgere all’interno del perimetro aziendale ThyssenKrupp ha fatto la fine della carrozza di Cenerentola: trasformato in zucca. Pure vuota, peraltro. Ma la sorte sarebbe condivisa dalla stragrande maggioranza con qualche eccezione – motivata da esigenze di sicurezza o di carattere ambientale – delle così dette ‘ditte terze’.

Gli appalti Già, perché Ast sta facendo, semplicemente, tabula rasa di queste ultime e nella giornata di mercoledì i capi reparto hanno rischiato più di una crisi di nervi, mentre facevano la spola tra i vari uffici per cercare di capire come – e con quale personale – riusciranno a portare avanti le lavorazioni. Visto che un sacco di gente, come per incanto, gli sparirà da sotto il naso in un battibaleno.

Le ripercussioni Tanto per fare qualche esempio: ci sono dei reparti in cui molte operazioni che possono essere definite di supporto alla produzione – tipo la movimentazione del materiale, o il carico e scarico degli impianti – vengono normalmente effettuate da operai che non sono sul libro-paga di Ast, ma appunto di quelle ‘ditte terze’ che adesso vengono messe alla porta.

Lavorazioni a rischio E la paura – qui non si parla di timori generici, ma di paura vera – da parte di chi deve far marciare i reparti è che, pur programmando turni straordinari in numero e consistenza superiore a quella che ormai in Ast è una soglia normale, seppur notevolmente elevata, qualche impianto possa andare in affanno fino a fermarsi del tutto.

La sicurezza Senza considerare che, visto il tipo di alcune lavorazioni che vengono ‘sfilate’ alle ditte esterne, la formazione del personale – anche per garantire una sicurezza compresa nei parametri standard – necessita di un minimo di tempi tecnici, che difficilmente potranno essere rispettati. Ma – proprio in concomitanza con la data di chiusura di bilancio – i segnali che indicano come la situazione in viale Brin sia tornata a farsi tesa, aumentano.

Ilserv Perché in programma ci sarebbe anche il passaggio di 26 operai di Ilserv ad Ast, in base all’accordo siglato a fine luglio, che prevede però anche tutta un’altra serie di questioni – compresa la mobilità per il personale – sulle quali ci si sta incartando, visto che mercoledì la Fiom Cgil ha espresso «preoccupazione per le modalità e la poca chiarezza con cui la direzione aziendale intende riorganizzare il servizio, i reparti di competenza e di conseguenza gli organici», parlando di «comportamento inaccettabile» e evidenziando che «il timore che queste azioni unilaterali siano presagio di future problematiche di carattere occupazionale è concreto». E insomma, il tutto «ha portato la Fiom a non condividere la procedura di mobilità aperta».

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