Capitale della cultura: «Ecco il dossier»

Terni, il materiale con il quale la città si è presentata al governo come candidata

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Il dossier – umbriaOn lo pubblica nella sezione ‘Documenti’ – è corposo, ma il conceto di base, forse, sta in una riga: «Le ragioni di una candidatura sono anche, in qualche modo, gli obiettivi della candidatura». Terni, insomma, si candida a ‘Capitale italiana della cultura’ – almeno questo pare di capire – per diventarlo con e nei fatti.

IL DOSSIER PER LA CANDIDATURA

Armillei L’assessore alla cultura, Giorgio Armillei, non è uno che ‘tira il sasso e nasconde la mano’: «Anche se qualcuno la pensa in modo diverso – esordisce – noi abbiamo cercato il massimo della condivisione, nella fase di preparazione del dossier. Una condivisione, peraltro, che proseguirà fino al 31 ottobre, quando verrà scelta la ‘capitale’ per il 2016 e fino al 15 dicembre, quando si sceglierà quella per 2017. Ma a anche dopo».

PARLA L’ASSESSORE – L’INTERVISTA

Progetto aperto Già, perché Armillei è chiaro: «Quello su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando è un progetto aperto – spiega – e che resterà valido comunque vada a finire. Le idee (è stato presentato anche il logo) non sono tali sono il funzione del possibile risultato immediato, ma sono idee a prescindere». Certo, conquistando il titolo sarebbe più facile realizzarle, visto che «circa il 75% dei fondi che ci verrebbero riconosciuti (il totale è un milione di euro; ndr) sarebbe destinato proprio a progetti da costruire, mentre il 15% verrebbe utilizzato per i 14 progetti già definiti e il 10% andrebbe in iniziative di comunicazione».

«Distruzione creatrice» E, tanto per confermare che le cose dette restano, l’assessore insiste sul concetto di ‘distruzione creatrice’ – «che non ho certo coniato io – spiega – ma Joseph Schumpeter nel diciannovesimo secolo» – per chiarire che «la città deve rompere gli ormeggi, smettere di essere conservatrice (ribadendo concetti che avevano provocato reazioni diverse e che, alla fine, avevano portato ad una presa di posizione del sindaco; ndr) e distruggere ciò che non permette di prendere con decisione strade nuove. Ecco perché nel dossier non c’è mai la parola ‘concertazione’, ma spesso c’è ‘collaborazione’, perché noi vogliamo stimolare la competizione e non la spartizione».

La competizione Ecco, la competizione: c’è chi ha fatto notare che altri (Spoleto, per esempio) ha presentato un dossier pieno zeppo di progetti definiti: «Noi no – dice Armillei – perché il nostro dossier non è una presa d’atto di ciò che siamo, ma di quello che vogliamo diventare e siccome ad essere candidata è la città in tutte le sue forme, e non certo questa amministrazione, la città sarà chiamata a dare il massimo del contributo, e ci sarà spazio per tutti senza preclusioni, per scrivere progetti nuovi e diversi con cui meritare di essere ‘capitale’».

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