Covid Umbria, 4 nuovi casi ma -25% intensive

Scendono ancora gli attuali positivi (-23). Tamponi tornati su livelli normali. Negli ospedali 13 pazienti in meno, 7 nelle intensive

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Alle ore 8 di martedì 21 aprile, e dall’inizio dell’emergenza Covid-19, in Umbria sono state riscontrate 1.353 positività al virus: 4 in più rispetto all’aggiornamento di domenica mattina. Tornano a crescere i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore: 1.116 per un totale di 25.546.

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Dati Covid Umbria alle ore 8 del 21 aprile

Altri 23 positivi attuali in meno

Scendono ancora le persone attualmente positive in Umbria, 568 alle ore 8 di martedì, con una diminuzione di 23 unità rispetto a lunedì mattina. I guariti ‘ufficiali’ sono 725 (+25) mentre risultano 161 clinicamente guariti (-6). I deceduti sono 60.

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Ricoveri, un calo più deciso

Le persone attualmente ricoverate sono 129, 13 in meno rispetto alle ore 8 di lunedì pari ad un calo di poco superiore al 9% in un solo giorno. Di queste, 22 (-7) sono in terapia intensiva: altra importante diminuzione pari a circa il 24%. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.317 (-58 rispetto a lunedì mattina). Sempre alle ore 8 di martedì 21 aprile risultano uscite dall’isolamento 12.536 persone (+743).

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Cna: «Già persi 2,8 miliardi di fatturato delle imprese»

Ammonta a quasi tre miliardi la perdita subita finora dalle imprese umbre soggette a sospensione: la stima – l’indagine è stata commissionata da Cna al centro studio Sintesi – parla di una rinuncia all’8% del fatturato annuo, con punte dell’11% per il settore costruzioni. «Ad oggi le imprese sospese nella regione sono oltre 39.000: i settori più colpiti sono rappresentati da alberghi, ristoranti, commercio, servizi alla persona, imprese di costruzioni e imprese manifatturiere. Gli unici settori non interessati dalla sospensione sono l’agricoltura, l’agroalimentare ed i trasporti», sottolinea il direttore Cna Umbria, Roberto Giannangeli. «Il settore manifatturiero, che svolge un ruolo determinate anche in relazione all’incidenza che ha sulle esportazioni umbre, fattura complessivamente 11,5 miliardi all’anno, di cui il 60% è attribuibile alle attività oggi sospese. Nel 2019, infatti, l’export umbro ha totalizzato 4,2 miliardi di euro, di cui il 95% attribuibile al comparto manifatturiero (circa 4 miliardi di euro), che oggi per oltre il 50% è soggetto a sospensione. Perciò il sistema moda, la costruzione di mezzi di trasporto – compresa la componentistica – e la metallurgia sono i settori più a rischio se non ritornano a produrre in breve tempo. È del tutto evidente che alla loro tenuta è legata anche la tenuta dell’Umbria».

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Terni: le richieste di Cgil, Cisl e Uil al prefetto

Martedì mattina i segretari – Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Gino Venturi – hanno incontrato in videoconferenza il prefetto per l’aggiornamento in merito alla situazione territoriale delle aziende attive: sono 584 le richieste giunte sul tavolo di Emilio Dario Sensi. In 15 hanno ricevuto un provvedimento di sospensione dopo la verifica con la Camera di commercio e finanza; per le altre non ci sono particolari criticità. «Considerato – la nota dei sindacati – che non sarà breve il tempo nel quale dovremo ‘convivere’ con il potenziale rischio di contagio, risulta ovvio che occorra intervenire in questi giorni di transizione in modo strutturale nelle realtà lavorative, modificando e aggiornando le regole e le procedure, in modo meno emergenziale di come fatto fino ad ora, ma agendo in modo sicuramente più strutturale». Le richieste: «Attivare un protocollo utile a rendere esigibili alcuni temi, già individuati da quello condiviso, attraverso un pieno coinvolgimento delle parti; prevedere nei protocolli anticontagio che ogni azienda deve predisporre per la riapertura, la condivisione con le organizzazioni sindacali che provvederanno alla verifica in merito ad organizzazione del lavoro, dispositivi di protezione individuali; formazione; sorveglianza sanitaria – soggetti fragili; analoga richiesta vale per gli uffici della pubblica amministrazione e della scuola; allargare l’effettuazione di tamponi non solo al personale sanitario, che comunque accoglie una nostra richiesta, ma anche a tutti i lavoratori dei servizi essenziali anch’essi esposti in questa fase emergenziale; prevedere, considerando l’alta densità di imprese sul territorio, la promozione dei test sierologici sotto l’egida chiaramente della Regione, per definire un modello che consenta all’Umbria di avviare la fase 2 nel migliore dei modi, consolidando i risultati fin qui ottenuti grazie al senso di responsabilità di lavoratori e cittadini; conoscere la reale situazione delle residenze per anziani non solo per quanto riguarda il coronavirus, ma anche per il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro a fronte delle indagini in corso; verificare l’idoneità del servizio pubblico locale, esaminando fin da subito con i soggetti preposti pure l’eventuale ripartenza del pendolarismo e più in generale la mobilità territoriale; cogliere tutti questi obiettivi, abbiamo informato il prefetto che intendiamo chiedere il coinvolgimento delle associazioni datoriali e dei sindaci della provincia nella consapevolezza che non tutto potrà/dovrà tornare come prima».

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Sanificazioni, 700 mila euro per i comuni umbri

Anci Umbria rende noto che sono state assegnate risorse per la sanificazione per oltre 710 mila euro: «Nella seduta straordinaria della Conferenza Stato Città del 15 aprile sono stati, infatti, approvati gli schemi di riparto delle risorse stanziate con gli artt. 114 e 115 del dl 18/2020 (‘Cura Italia’) e destinate rispettivamente alla sanificazione di uffici, ambienti e mezzi degli enti locali e alla integrazione dei compensi da lavoro straordinario delle polizie locali. La metodologia di riparto ha tenuto conto delle variabili relative alla ‘popolazione residente‘ e al ‘numero di contagi’ e ha preso come data ultima di riferimento lo scorso 11 Aprile». Al Comune di Perugia sono state assegnate risorse per oltre 146 mila euro, circa 62 mila a Terni, 45 mila a Città di Castello, 31 mila a Gubbio, 26 mila a Foligno, 21 mila a Spoleto, 20 mila a Orvieto, 18 mila ad Assisi, 15 mila a Bastia Umbra.

Orvieto, parziale riapertura mercati settimanali

Novità nel comune – anche altri primi cittadini hanno firmato provvedimenti simili – del sindaco Roberta Tardani. «Valutata l’esigenza di riavviare l’attività mercatale, limitatamente al settore alimentare, al fine di rispondere alle esigenze espresse dagli esercenti e dalla cittadinanza, e sentito il parere del Coc di Protezione civile del Comune di Orvieto, con apposita ordinanza, nel rispetto della tutela della salute pubblica e riducendo al minimo le situazioni di affollamento e conseguente potenziale contagio (come previsto nei Dpcm emanati l’8,9,11,22 marzo e 1 e 10 aprile 2020), ha disposto la riapertura dei mercati settimanali del Comune di Orvieto nei giorni di lunedì a Sferracavallo, martedì a Ciconia e Orvieto Scalo, e giovedì ad Orvieto Centro, con decorrenza dal 23 aprile al 3 maggio 2020». In che modo? «La vendita al pubblico avverrà a partire dalle ore 08 fino alle ore 13 sui posteggi determinati in base alle planimetrie allegate all’ordinanza; gli esercenti potranno esercitare attività di vendita solo a seguito di esibizione di autocertificazione al personale della polizia Locale; nei mercati settimanali sarà consentita la vendita di soli generi alimentari; per ridurre i tempi di attesa ai disabili, alle donne in stato di gravidanza sarà data priorità di accesso; le aree mercatali saranno perimetrate e transennate in modo da delimitare stabilmente l’area individuando, per ciascun banco di vendita, un varco di accesso separato da quello di uscita; ogni esercente dovrà assicurare che la propria clientela rispetti le distanze sociali di un metro ed il divieto di assembramento; per venditori e compratori, sarà previsto l’uso obbligatorio di guanti e mascherine anche durante il periodo di attesa in fila; i venditori dovranno fornire alla clientela guanti usa e getta e dotarsi di cestini porta rifiuti dove verranno gettati dopo l’uso; i venditori dovranno assicurare alla clientela la disponibilità di gel igienizzanti a base alcolica; la clientela non dovrà attardarsi negli acquisti ed impegnare il tempo strettamente necessario a tal fine. Qualora venissero meno le condizioni di sicurezza a causa di un notevole afflusso di persone, di una immotivata permanenza all’interno dell’area mercatale o di un mancato generale rispetto delle norme sul distanziamento sociale, l’autorità competente potrà sospendere temporaneamente il mercato fino al ripristino delle condizioni di sicurezza suddette. In caso di perduranti criticità il mercato verrà chiuso». Per le violazioni le sanzioni vanno da 25 a 150 euro.

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Il gruppo Lega a Terni plaude alla Regione ed al Comune

Così il gruppo consiliare della Lega al Comune di Terni: «L’Umbria sarà tra le primissime regioni a verificare le buone pratiche per la ‘fase due’, per il ritorno alle attività produttive e – seppur per gradi – alla vita sociale. Questo è dovuto ai dati che attestano come l’Umbria, insieme alla Basilicata, stia uscendo dalla emergenza sanitaria prima di tutte le altre regioni e come gli effetti del Covid-19 siano stati meno drammatici che in altri territori. Il lutto per i morti e le sofferenze rimane tutto, ma l’Umbria ha avuto, anche in percentuale, danni sanitari di gran lunga inferiori al resto di Italia. Merito del buon governo della Lega sia a livello regionale che a Terni. Vogliamo sottolineare l’ottimo tempismo con il quale si è mossa la Regione, con la presidente Tesei che ha adottato atti chiari al momento dovuto, che hanno impedito circolazioni di persone sia all’interno che all’esterno dei confini regionali. Così come l’assessorato regionale alla sanità ha saputo gestire i malati di Covid in maniera appropriata evitando i cortocircuiti che in altre realtà hanno portato alla accelerazione della diffusione della pandemia. Ottima è stata anche l’attività del Comune di Terni. Il sindaco Leonardo Latini ha adottato provvedimenti anticipando molti altri comuni, ci riferiamo alla chiusura del mercato infrasettimanale, alla sanificazione dei condomini, alla chiusura dei parchi, all’obbligo di utilizzare protezione per il volto e le mani, alla distribuzione di oltre 50 mila mascherine, ai controlli messi in campo dalla polizia Locale. Fondamentale la comunicazione messa in atto dall’amministrazione comunale che ha dato conto di tutti i provvedimenti e ha contribuito alla diffusione delle pratiche che la cittadinanza ha saputo far propri. Informazione ma anche erogazione di servizi a a distanza grazie anche al numero verde attivato dall’assessore al welfare Ceccotti». Il gruppo della Lega «ringrazia tutti gli amministratori pubblici che hanno vissuto questa emergenza come una priorità assoluta, li ringraziano per il tantissimo tempo dedicato, per il sacrificio e anche per i rischi corsi. Un nostro ringraziamento speciale va poi a tutto il personale sanitario e non solo operante presso l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ per la professionalità e dedizione e a tutti coloro del mondo del privato che per la loro generosità si sono distinti nel far fronte alle tante difficoltà e nell’aiuto ai più bisognosi. Oggi se possiamo uscire prima di altre regioni da una situazione di emergenza sanitaria così paralizzante lo dobbiamo a tutti coloro che hanno guardato solo ed esclusivamente agli interessi dell’Umbria e di Terni».

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Le donazioni per i presidi del Trasimeno

Proseguono le donazioni in tutta la regione per aiutare chi è impegnato in prima linea. A ridosso della Pasqua numerosi contributi sono giunti a favore dell’ospedale di Castiglione del Lago e dei presidi di Città della Pieve e Passignano sul Trasimeno: denaro, beni, dpi, termometri timpanici, gel disinfettante, generatori di ozono e altro ancora da parte di associazioni e privati.  «La direzione della Usl Umbria 1 ringrazia tutti i cittadini per il flusso continuo di donazioni che sta ricevendo per il personale sanitario e per i presidi ospedalieri in questo periodo di emergenza sanitaria».

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La raccolta fondi di Confindustria Umbria: con 180 mila euro acquistati tre sistemi digitali

Si è conclusa toccando la cifra di 180 mila euro la raccolta fondi promossa da Confindustria Umbria per sostenere il sistema sanitario regionale in questa fase di emergenza. Grazie alla generosità di 54 aziende associate, Confindustria Umbria ha acquistato tre sistemi digitali portatili per radiografie che la Protezione Civile destinerà agli ospedali della regione. Si tratta di un’attrezzatura medico-diagnostica a raggi X portatile che può essere utilizzata nei reparti di pronto soccorso, terapia intensiva e altri reparti sanitari per l’acquisizione di immagini radiografiche digitali di tutte le parti del corpo. La sua compattezza lo rende particolarmente adatto ad essere trasportato e spostato. I tre macchinari saranno consegnati entro la fine del mese di aprile. Sarà poi la Protezione civile, che nelle settimane scorse aveva indicato a Confindustria Umbria le necessità su cui indirizzare le risorse, a stabilire la priorità di destinazione tra le strutture sanitarie umbre. «L’industria umbra – ha sottolineato Antonio Alunni, presidente di Confindustria Umbria – si è adoperata attraverso la nostra associazione, ma anche con singoli interventi su tutto il territorio, a sostenere il sistema sanitario regionale che ha dimostrato di sapere affrontare questa grave emergenza. Anche in questa occasione, quindi, le imprese hanno continuato a svolgere il ruolo sociale che le contraddistingue con interventi a favore della collettività. Oggi tutto il sistema industriale umbro è pronto a ripartire attuando tutte le misure di sicurezza, indicate nel protocollo condiviso tra le parti sociali, che permettano di tutelare la salute dei lavoratori all’interno delle fabbriche».

Articolo in aggiornamento

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