Covid Umbria, casi attuali sotto quota 600

Nelle ultime 24 ore un solo nuovo positivo proveniente da fuori regione. I guariti ufficiali sono 55 in più. Domenica meno tamponi

Condividi questo articolo su

Alle ore 8 di lunedì 20 aprile, e dall’inizio dell’emergenza Covid-19, in Umbria sono state riscontrate 1.349 positività al virus: una in più rispetto all’aggiornamento di domenica mattina. Il nuovo paziente positivo proviene da fuori regione ed è ricoverato in Umbria. Relativamente pochi (391) i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, per un totale di 25.546.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON
COVID, MUORE 52ENNE A PERUGIA
STOP ATTIVITÀ COMMERCIALI IL 25, 26 APRILE E 1° MAGGIO
ITALIA, 20 APRILE: PER LA PRIMA VOLTA CALANO GLI ATTUALI POSITIVI

Dati Covid Umbria alle ore 8 del 20 aprile

Casi attuali ancora in calo

Scendono ancora le persone attualmente positive in Umbria, 591 alle ore 8 di lunedì, con una diminuzione di 54 unità rispetto a domenica mattina. I guariti ‘ufficiali’ sono 700 (+55) mentre risultano 167 clinicamente guariti (-42). I deceduti sono al momento sempre 58.

COVID, MAPPA COMUNI UMBRIA AL 19 APRILE
STOP CONTAGI: «UMBRIA E BASILICATA LE PRIME»
FARMACO ‘PERUGINO’, PARTE LA SPERIMENTAZIONE

Ricoveri e isolamenti

Le persone attualmente ricoverate sono 142, 4 in più rispetto alle ore 8 di domenica. Di queste, 29 (-1) sono in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.375 (-96 rispetto a domenica mattina). Sempre alle ore 8 di lunedì 20 aprile risultano uscite dall’isolamento 11.793 persone (+176).

VERSO LA ‘FASE 2’: «QUADRO NON RASSICURANTE. L’UMBRIA FA ECCEZIONE»
CAMERA COMMERCIO TERNI: «OPERAZIONE LIQUIDITÀ»
CONFARTIGIANATO IMPRESE TERNI: «SERVONO RISPOSTE»
L’SOS DELLE AGENZIE DI VIAGGIO

Claudio Dario

Dario: «Non siamo tornati alla normalità»

Audizione in III° commissione per il direttore regionale della sanità, Claudio Dario, nella mattinata di lunedì: «Non siamo tornati alla normalità, nonostante i numeri si stiano abbassando e l’Umbria abbia avuto un andamento migliore rispetto ad altre regioni italiane. Per la riapertura delle fabbriche bisogna sempre considerare il livello di rischio, stiamo attendendo le posizioni a livello nazionale ma la priorità resta la messa in sicurezza di operatori sanitari e forze dell’ordine, per il resto ci confrontiamo a livellonazionale». Il riepilogo fornito: «Ad oggi sono 29 persone in rianimazione, meno 9 rispetto a lunedì scorso, 142 ricoverati, 5912 positivi, -350 rispetto a lunedì scorso. Questa settimana 29 nuovi casi positivi e 6 decessi. Riduzione terapie intensive del 23%. Questa settimana circa 1000 esami al giorno di media. Molto forte è stata la rapidità di diffusione, con tassi di crescita esponenziali. L’80% circa dei pazienti positivi sono asintomatici e il 20% sono stati ricoverati, il 5 per cento in terapia intensiva. Il picco si è registrato tra il 23 e il 25 marzo, ma ancora 29 persone sono in terapia intensiva.Previsti tre livelli di reclutamento per ospedali e e unità operative: fino a 10, fino a 30, oltre i 30. La velocità del procedere dell’epidemia ha fatto passare dal primo livello direttamente al terzo. Tra le azioni attivate l’individuazione di ospedali non-Covid come Branca, Spoleto, Orvieto per differenziare i flussi dei pazienti. Vi è stato un inizio di contagio in alcune unità operative a Città di Castello e Orvieto. Situazioni preoccupanti specialmente per i pazienti ‘fragili’ e purtroppo nel primo periodo le contaminazioni sono avvenute dall’esterno, come in Lombardia. La situazione delle terapie intensive: i pazienti Covid sono attualmente 12 a Perugia, 11 a Terni, 2 a Foligno e 4 a Città di Castello. L’azienda ospedaliera di Perugia ha più difficoltà a retrocedere e riportare terapie intensive ai non Covid. Per quella di Terni è più semplice. A Orvieto non ce n’è più nessuno, l’ultimo trasferito a Foligno la settimana scorsa. Con l’attuale numero di pazienti Covid entro questa settimana si conta di liberare una terapia intensiva su Perugia. I ventilatori attualmente disponibili sono 55, 31 di terapia intensiva, 21 di subintensiva e 3 da trasporto, così dislocati: Perugia 7, 8, 1; Terni 7 e 3; Città di Castello 2, 1, e 2; Pantalla 3 e 4; Gubbio 4; Foligno 4 e 3; Spoleto 2 e 1; Orvieto 2 e 1. Vi opera personale che è stato stabilizzato e che già operava nell’unità o opportunamente formato. A Pantalla rilevante l’apporto di pneumologi».

TERNI: «CENTRO COVID ALL’EX MILIZIA»
TERNI, EFFETTI COVID SULLA SCUOLA CARDUCCI

Il personale sanitario, carceri e Rsa

In merito ai tamponi per il personale sanitario, Dario ha specificato che «sono oltre 3.000 tamponi con un tasso di positività del 4,95%, tutti somministrati a fronte di indagini epidemiologiche, collegati a casi positivi. Residenze per anziani: fatto screening sul 30% degli ospiti e sul 40% degli operatori. L’obiettivo è di arrivare in dieci giorni, speriamo anche prima, a completare tutti gli operatori, i più a rischio. A parte Porano, il convento dove sono morte tre suore molto anziane, il resto appare indenne. Per le carceri fatto lo screening di tutti gli operatori, il 92% del totale, gli altri non c’erano ma vi saranno sottoposti al rientro. Per quanto riguarda le Rsa e i minori abbiamo individuato un responsabile sicurezza Covid all’interno delle strutture, formato sulle esigenze di questa emergenza. Le persone che lavorano nelle residenze sono costantemente contattate dall’unità di crisi. Per quanto riguarda la ridefinizione delle strutture ospedaliere, i dati a oggi non sono esaustivi per definire la traiettoria delle prossime settimane».

FIALS UMBRIA: «GRAZIE AGLI EROI DELLA SANITÀ»
MARSCIANO, ISOLATI IN DIECI DOPO LA CENA CONVIVIALE

Cipolla e Landini

Cipolla (Cgil): «Emergenza sanitaria non è finita, quella sociale sta esplodendo»

«Non possiamo permetterci di pensare che l’emergenza sanitaria sia alle spalle, le forzature delle aziende che vanno in questa direzione sono da respingere. È chiaro al tempo stesso che accanto all’emergenza sanitaria è già scoppiata quella sociale, le pratiche che stiamo gestendo nei nostri uffici lo dimostrano». Ad affermarlo è Claudio Cipolla, segretario generala della Cgil di Terni che spiega come la crisi coronavirus, che si è sovrapposta a una situazione già critica nella provincia di Terni, stia «modificando profondamente il modello economico, produttivo e sociale del nostro territorio. Ad oggi – afferma Cipolla – le lavoratrici e i lavoratori della provincia di Terni che sono stati coinvolti da ammortizzatori sociali e per i quali sono arrivate domande di accesso agli strumenti da parte delle aziende, sfiorano le 16 mila unità. E questo – continua il segretario Cgil – senza tenere conto di quelle aziende che non sono passate dai canali ufficiali della gestione sindacale». Accanto a questo enorme pezzo di mondo del lavoro, ci sono poi molte altre situazioni di sofferenza, ad esempio nel lavoro autonomo. «In Cgil abbiamo già gestito circa 300 pratiche di richiesta del bonus di 600 euro per professionisti e partite Iva, ma ci sono anche molte situazioni di difficoltà nell’artigianato e nel commercio individuale, per non parlare delle fasce più estreme di povertà». Di fronte a questo quadro inedito di difficoltà, secondo la Cgil è necessario affrontare in maniera seria ed equilibrata qualsiasi discussione sulla cosiddetta ‘fase due’: Serve il coinvolgimento di tutti – afferma ancora Cipolla – senza scelte frettolose che rischierebbero di vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi e, soprattutto, avendo come obiettivo primario la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini». Dunque, secondo il segretario della Camera del Lavoro di Terni, non basta «ringraziare i tanti lavoratori dei settori essenziali, spesso invisibili e dimenticati in questi anni, per lo sforzo ed i sacrifici che hanno fatto e che continuano a fare», ma vanno riconosciuti appieno i loro diritti, «attraverso l’applicazione dei contratti nazionali e della contrattazione territoriale ed aziendale. «Infine – continua Cipolla – questa crisi senza precedenti ha evidenziato l’esigenza di ripensare l’approccio della nostra società verso le persone anziane. Servono nuovi servizi, nuovi spazi e maggiori attenzioni per ricostruire una nuova e diversa socialità e migliorare le condizioni e la qualità della vita di centinaia di migliaia di persone anche nella nostra regione. Da parte nostra – conclude il segretario Cgil – siamo stati e restiamo pienamente operativi per tutelare al massimo tutte le persone che ne hanno bisogno».

Daniele Nicchi

Il consigliere regionale Daniele Nicchi: «Giove non è stato abbandonato»

«Sono ottimista perché le cose sembrano andare per il verso giusto», evidenzia il consigliere regionale Daniele Nicchi (presidente della prima commissione), spiegando che l’area, «zona rossa per il covid-19, sta tornando alla normalità. Il sindaco Alvaro Parca in un post su Facebook ha ringraziato il suo omologo di Attigliano, Leonardo Fazio, per la solidarietà. Un plauso quindi per la collaborazione dei due amministratori anche se ideologicamente diversi. Giove è un borgo di circa 2000 anime che si trova nel ternano, dove sta avviando alla conclusione lo screening svolto sui cittadini del paese, visti i numerosi sintomatici e i molti in isolamento a causa dell’emergenza coronavirus. Sono diversi giorni che la popolazione di Giove è in isolamento, capisco il loro stato d’animo e mando loro un abbraccio per l’atteggiamento decoroso che stanno avendo. L’impegno è stato garantito da tutta l’amministrazione comunale, in primis dal sindaco Parca, dalla giunta ed anche dal gruppo consiliare di minoranza come si è visto per la fabbricazione e distribuzione delle mascherine. Tutto ciò è stato possibile grazie alla sinergia dell’intera compagine amministrativa. Insisto per dire che Giove non è stato abbandonato, come ho letto nei giorni scorsi in qualche commento. La Regione ha predisposto ed è intervenuta cosi come unanimemente riconosciuto in tutti i territori dell’Umbria». Daniele Nicchi rassicura la popolazione: «Abbiamo una sanità d’eccellenza e il sistema regionale ha retto l’impatto del covid-19 in confronto ad altre regioni. Duemila mascherine FFP2 sono in distribuzione, riferisce una nota dell’ospedale di Perugia, ai vari presidi sanitari della regione. Questo denota l’importanza della protezione da assicurare al personale, a tutti gli operatori sanitari e non, impegnati nella lotta contro il coronavirus. Non solo la Regione Umbria sostiene la causa di Giove e dei suoi cittadini per contenere l’epidemia, ma altrettanta solidarietà quegli abitanti l’hanno ricevuta dai comuni limitrofi come quello di Attigliano, con un presidio avanzato del Coc collocato all’ingresso della cittadina, che ha messo a disposizione i locali e la connessione internet del vicino ristorante, fondamentale per il punto avanzato. La solidarietà è stata espressa non solo a parole ma con i fatti e il Coc svolge e offre ai cittadini informazioni di ogni genere, servizi di prima necessità perfino portandoli a domicilio. Due giorni fa il gruppo comunale Protezione civile di Attigliano ha immediatamente dato sostegno al punto avanzato e due operatori sono riusciti a collegare via internet i due punti, riuscendo a garantire segnale pieno a 4 postazioni pc allestite all’interno del Coc. Il tutto è ora pienamente funzionante. Il gruppo comunale Protezione civile di Attigliano e di Giove sono ora di supporto al fine di evadere gli ordini di generi alimentari dai supermercati siti in Attigliano verso Giove. Le prenotazioni sono gestite direttamente dal Comune».

POSTE, APERTURE IN PIÙ A PIEDILUCO E PAPIGNO

Mascherine Amelia

Sono ventuno le giovani sarte che si sono attivate (di Amelia, Collicello, Frattuccia e Sambucetole, più le suore di S. Magno) per realizzare circa 2 mila mascherine: la metà sono già pronte. «Questo straordinario lavoro – le parole dell’assessore Avio Proietti Scorsoni – è naturalmente supportato da generosi donatori di stoffe, elastici, etichette e tessuto non tessuto». La distribuzione è già scattata lo scorso weekend nelle frazioni di Porchiano, Macchie, Montecampano e Foce; si proseguirà con Fornole, Sambucetole e Collicello, quindi il capoluogo. Coinvolte anche la proloco, le contrade del Palio dei Colombi e varie associazioni cittadine. «stante l’elevato numero di famiglie, esattamente 5.382 – chiude Proietti Scorsoni – in questa prima fase sarà consegnata una mascherina per ogni nucleo. Sarà poi nostra cura, qualora venissimo in possesso di ulteriori dispositivi, di proseguire la distribuzione, nell’auspicio che nel frattempo si possa normalizzare la reperibilità dei dispositivi sul mercato».

L’Ordine degli infermieri distribuisce mascherine

Duemila mascherine FFP2 sono state consegnate all’azienda ospedaliera di Perugia dal presidente dell’Ordine degli infermieri di Perugia, Palmiro Riganelli, «come gesto simbolico ma tangibile, per rafforzare il messaggio di massima vicinanza e attenzione sull’importanza della protezione da assicurare al personale infermieristico, e a tutti gli altri operatori sanitario e non impegnati nella lotta contro il coronavirus». La consegna delle mascherine alle aziende sanitarie dell’Umbria si inserisce in un progetto più ampio promosso dalla federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche insieme al ministero della Salute e al commissario straordinario per l’emergenza contro il coronavirus, con l’obiettivo di garantire, su tutto il territorio nazionale, una distribuzione capillare di dispositivi di protezione individuale. In questi giorni sono state consegnate all’Ordine di Perugia 7.016 mascherine FFP2, delle oltre 450 mila che saranno distribuite su tutto il territorio nazionale. Di queste, 1.758 sono già state distribuite all’OPI di Terni. Delle 5.258 che sono rimaste presso l’OPI di Perugia, oltre alle 2 mila già consegnate all’azienda ospedaliera di Perugia, saranno distribuite alle altre aziende territoriali della provincia di Perugia che provvederanno a distribuirle direttamente, a seconda delle necessità, anche ai servizi del territorio. Una minima parte, circa 250 – informa il presidente dell’Ordine Riganelli – rimarranno presso l’Ordine per eventuali necessità degli infermieri che svolgono libera professione o per ulteriori momenti di necessità.

Decoro e viabilità Collescipoli: interrogazione di Gentiletti

A presentare un’interrogazione sul tema è il consigliere comunale di Senso Civico, Alessandro Gentiletti, sulla base di alcuni input ricevuti dai cittadini: «Segnalano in particolare che le vie del paese appaiono trascurate e sempre più sporche. Anche il sistema fognario apparirebbe sovraccarico e talvolta cattivi odori e miasmi proverrebbero dallo stesso. Molti piccioni girerebbero indisturbati per il paese producendo immondizia. Le mura sarebbero piene di piante che non sono state tagliate da molto e che starebbero provocando disagi». Guai anche per sosta selvaggia e controllo nelle aree vicine al vecchio impianto sportivo: «I volontari che solitamente svolgevano lavori di pulizia, infatti, non possono uscire per ovvi motivi e quindi anche la piccola manutenzione che veniva fatta dai paesani a loro spese e con il loro tempo, è ferma». La richiesta è di sapere «quali interventi ha posto fin qui in essere l’amministrazione e quali interventi urgenti intende porre in essere, per risolvere le problematiche sopra descritte e attuare i poteri di controllo e vigilanza che le sono propri».

Magione covid-free

L’amministrazione informa che l’ultimo paziente ricoverato in ospedale è stato riconosciuto come guarito: «Si mantiene comunque alta l’attenzione perché crescono gli isolati e una delle persone guarite è stata sottoposta ad approfondimenti in ospedale. Un cavallo imbizzarrito, fuggito da Mugnano, ha creato questa mattina condizioni di pericolo lungo le strade di Magione. L’animale è stato fermato anche grazie ad un gesto di altruismo».

Articolo in aggiornamento

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli