Ecomafie a Terni: «Più controlli ambientali»

Martedì primi sopralluoghi e audizioni ad Orvieto e Terni. Il presidente della commissione Vignaroli: «Molti problemi da risolvere»

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Le visite alla discarica Le Crete di Orvieto e al Sito di interesse nazionale di Terni-Papigno – comprese l’Ast e la discarica di Valle -, poi l’audizione in prefettura del prefetto Paolo De Biagi e delle associazioni ambientaliste: primo giorno nella conca, martedì, per la Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie, impegnata proprio nel ternano nella sua prima missione istituzionale. Occhi puntati in particolare sul ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esso correlati.

Inquinamento sotto la lente

A guidare la delegazione il presidente Stefano Vignaroli, deputato di M5s, accompagnato dai colleghi Chiara Braga (Pd), Caterina Licatini (M5s), Tullio Patassini (Lega), Renata Polverini (FI) e dai senatori Simone Bossi e Luca Briziarelli (entrambi della Lega). Come già sottolineato da Vignaroli «i cittadini ternani portano oggi sulle spalle il peso del passato industriale della città, per questo – ha detto – il compito della commissione è fare una fotografia della situazione del territorio per capire quanto inquinamento c’è». Sintomatica la situazione del Sin: la sua superficie è pari a 655 ettari, ma secondo gli ultimi dati del ministero dell’Ambiente appena il 2% delle falde e il 28% dei suoli sono stati bonificati.

Niente visita agli inceneritori

Nel pomeriggio era prevista anche una tappa ai termovalizzatori di Maratta, ‘saltata’ per questioni di tempo. «Sicuramente analizziamo le carte e sentiremo i diretti interessati, quindi ce ne occuperemo comunque. La visita era solo una cosa in più» ha spiegato l’onorevole Vignaroli. Mercoledì le audizioni continueranno con i comandanti di Noe e carabinieri forestali, con il procuratore capo Alberto Liguori e dei sostituti che si occupano di reati ambientali, poi con il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini, i rappresentanti di Ast ed Erg, i responsabili dei termovalorizzatori, dei sindaci di Terni e Orvieto, dei rappresentanti della gestione della discarica Le Crete ed infine del presidente della provincia.

Le Crete e Papigno

Per quanto concerne la discarica orvietana viene messo in evidenza che «come evidenziato già nella relazione finale della Commissione Ecomafie della scorsa legislatura, ‘è stata oggetto di un’indagine the non approdata a risultati processuali a causa dell’intervenuta prescrizione dei reati nel 2011’». Su Papigno il gruppo guidato da Vignaroli specifica che «i processi industriali delle aziende che nel torso degli anni hanno svolto le loro attisiti nella zona sono ovviamente correlati alle contaminazioni riscontrate dall’Arpa mediante apposite indagini ambientali, nella città e nelle aree limitrofe. Nei terreni, sono presenti contaminazioni da cromo totale, cadmio, nichel, rame, zinco, arsenico, Pcb, idrocarburi, mentre in falda da dicloroetano, nichel, cromoVI, manganese, zinco, solfati e tetracloroetilene, si legge nella relazione inviata dall’Arpa Umbria alla Commissione».

I rilevamenti e la visita in Ast

Nel documento della Commissionesi parla poi degli ex stabilimenti elettrochimici di Papigno, «dove l’attività produttiva è andata avanti fino al 1972. Nell’area sono stati rilevati superamenti di Pcb e idrocarburi. Nell’area della discarica e degli stabilimenti di Papigno, il Comune deve condurre indagini integrative sulla nature delle contaminazioni, chieste dal ministero dell’Ambiente ma non ancora effettuate. La delegazione della Commissione ha poi effettuato un sopralluogo nello stabilimento delle acciaierie Ast: nell’area è stata rinvenuta una contaminazione da cromo esavalente dell’acqua di falda. In particolare, secondo quanto comunicato alla Commissione dal ministero dell’Ambiente, in un piezometro Arpa Umbria ha rilevato valori molto elevati dei contaminanti anche di tre ordini di grandezza superiori alla Csco, cioè le soglie di legge. La delegazione della Commissione ha infine visitato la discarica di Valle, dove, secondo quanto comunicato da Ast, vengono smaltite ogni anno 45omila tonnellate di rifiuti, tra scorie di produzione (32o mila tonnellate) e fanghi di depurazione pericolosi, con un orizzonte di vita di ancora sette anni. Nell’area, secondo quanto comunicato da Arpa Umbria alla Commissione, è stata realizzata la messa in sicurezza permanente della vecchia discarica esercita prima degli anni ‘8o. L’attuale abbancamento dei rifiuti interessa l’area su cui sono stati effettuati gli interventi di messa in sicurezza».

Galleria Tescino e problemi

Infine un passaggio sulla galleria Tescino lungo la Terni-Rieti: «Qui, sia durante la realizzazione che durante l’esercizio nella galleria è affiorata acqua sotterranea risultata contaminata da metalli pesanti e nitrati. Anas e Ast hanno realizzato i lavori di messa in sicurezza d’emergenza consistenti in collettamento e invio delle acque affioranti contaminate ad un impianto di pretrattamento per la rimozione del cromo VI, e successivo invio all’impianto Dorroliver di Ast (impianto di trattamento di percolato e ceneri Ast), ha scritto ala Commissione Arpa Umbria». Vignaroli chiude ribadendo che «oggi attraverso i sopralluoghi abbiamo cercato di avere un primo quadro dello stato ambientale nell’area di Terni. Nonostante sia meno conosciuta per le criticità ambientali rispetto ad altri poli industriali del paese, Terni ha molti problemi da risolvere su questo fronte, con diverse aree da bonificare per le quali non è stata ancora neanche realizzata una caratterizzazione per accertare la natura dell’inquinamento. L’obiettivo della commissione è accendere un faro sulla città e comprendere i motivi e i responsabili di violazioni, lentezze e inadempienze».

Il prefetto: «Organismi di controllo più presenti»

Il ciclo di audizioni si è aperto martedì nel tardo pomeriggio con il prefetto di Terni Paolo De Biagi. Nella sua relazione di fronte alla commissione, De Biagi ha fatto una panoramica sulla situazione ambientale dell’area. «Terni ha il principale polo industriale della provincia e rappresenta l’area più problematica dal punto di vista ambientale. Per questo, è opportuno garantire una presenza consistente e qualificata degli organismi incaricati di svolgere attività di controllo e verifica».

Sin Terni-Papigno e Ast

In particolare, parlando del Sin di Terni-Papigno, in merito alle criticità ambientali connesse all’area delle acciaierie Ast il prefetto ha spiegato: «Gli episodi di inquinamento rilevati in aree del sottosuolo dello stabilimento Ast risultano limitati ad un’area specifica senza contaminazioni delle aree circostanti». Allo stesso tempo però «hanno destato preoccupazione nella popolazione locale alcune emissioni di fumi verificatesi nell’ultimo periodo all’interno dello stabilimento».

Gli illeciti sui rifiuti e l’indagine della procura

Parlando poi di gestione dei rifiuti a Terni, De Biagi ha dichiarato: «Non sono emersi finora elementi che consentano di individuare radicamenti della criminalità organizzata sul territorio operante nel ciclo di gestione di rifiuti. Grazie anche all’attività di controllo e contrasto messa in campo dalle forze di polizia, che operano in maniera efficace ed incisiva, sono stati accertati e sanzionati numerosi illeciti ambientali addebitabili ad operatori dello specifico settore. La magistratura locale sta riservando una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e ai reati ambientali ed ha preannunciato un’azione complessa per verificare eventuali connessioni tra attività produttive e inquinamento ambientale».

Indagini aperte sugli inceneritori

Nel corso dell’audizione, si è parlato anche dei due termovalorizzatori di Terni dove martedì non è stato svolto un sopralluogo per mancanza di tempo, ma che rimangono tra gli impianti di interesse della commissione e rispetto ai quali è emerso che sono in corso indagini riferibili, in particolare, alla conformità dei prodotti smaltiti all’interno degli impianti.

«Emissioni legali ma effetti sempre gravi»

Dopo il prefetto di Terni sono stati auditi i rappresentanti delle associazioni ambientaliste di Terni e Orvieto (Amici della terra, Isde, Italia Nostra, Legambiente, No inceneritori, Osservatorio le Crete, Wwf). In particolare, Valeria Passeri, rappresentate di Amici della terra, e Ciro Zeno (Osservatorio le Crete) hanno parlato di criticità legate alla discarica ‘Le Crete’ di Orvieto, invitando la commissione ad approfondire le tipologie di rifiuti smaltiti nel passato nel sito, compresi i flussi arrivati dalla Campania. Rispetto invece all’area di Terni, Carlo Romagnoli, referente regionale di Isde-Medici per l’ambiente, ha tracciato un quadro epidemiologico: «Il progetto Sentieri ha evidenziato un eccesso nell’incidenza per tutti i tumori e tutti i ricoveri, oltre ad eccessi nelle fasce giovanili. A fronte di questa situazione, c’è il problema che Sentieri non definisce un’associazione causale. Sappiamo però che nell’area della città di Terni vengono emesse ogni anno in atmosfera fra 1 e 1,5 tonnellate di sostanze cancerogene come cromo esavalente, nichel, diossine. Sarà legale, fatto nel rispetto delle regole, ma non è giusto. Qui non c’è la mafia – ha aggiunto Romagnoli – ma un’esposizione totalmente legale a sostanze inquinanti con gravi effetti per la salute. Siamo il posto dove le università vengono a studiare l’inquinamento».

Negazionismo ambiantale

Più di un audito ha riferito di difficoltà nel dialogo con le istituzioni e nell’ottenimento di dati ambientali e sanitari. «A Terni vediamo un negazionismo ambientale», ha dichiarato il rappresentante di ‘Italia Nostra’, Marco Sansoni. Il presidente di ‘No inceneritori’ Fabio Neri ha fatto riferimento all’inchiesta giudiziaria che coinvolge i due termovalorizzatori di Terni: «I due impianti sono coinvolti nell’indagine Demetra legata al traffico illecito di pulper di cartiera, in cui rientra anche la Veca Sud, società di trasporti secondo gli inquirenti legata al clan dei Casalesi».

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