Arpa: «Terni non è penalizzata»

Organico e controlli, l’agenzia precisa: «Carenze di personale in tutta l’Umbria, assumeremo 4 persone. Commissione ecomafie non sa quello che dice»

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Nessun depotenziamento della struttura ternana, né carenze nei controlli sulle industrie, in particolare sui camini di Ast. Se, piuttosto, ci sono problematiche di organico, queste riguardano «tutto il territorio umbro e tutti i servizi». L’Arpa fa quadrato intorno alla situazione del dipartimento di Terni, al centro recentemente di prese di posizione – l’ultima l’atto approvato in consiglio comuale -, polemiche e ‘denunce’ su possibili penalizzazioni. Fino all’intervento della commissione ecomafie, rispetto al quale l’agenzia ambientale tiene a fare alcune precisazioni.

I numeri nel dettaglio

A spiegare lo stato dell’arte, rispetto a organici e controlli, sono stati giovedì mattina il direttore amministrativo di Arpa Umbria, Sabrina Socci, e il direttore del laboratorio multisito, nonché responsabile della sezione chimica dell’area ternana, Donatella Bartoli. Con la prima che ha fornito i dati complessivi relativi al personale, che – ha detto – «testimoniano come l’Arpa abbia sofferto di una contrazione assoluta, imposta fino al 2018 dai vincoli di legge e che ha provocato una su tutto il territorio, su tutti i fronti e su tutte le aree, una carenza di organico». Rispetto ad una dotazione che sulla carta dovrebbe essere di 225 unità, ad oggi i dipendenti sono infatti 195 (erano 216 nel 2010), ma se si considerano le aspettative e le lunghe assenze di varia natura sono 170 quelli effettivamente in servizio.

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La situazione della Conca

«Per quanto riguarda le figure tecniche – ha continuato la dottoressa Socci -, quelle che interessano più da vicino le problematiche ambientali dell’area ternana, in tutta l’area sud (che corrisponde all’Usl Umbria 2, ndr) sono 23, un paio in più rispetto all’area nord, di cui 15 tra Terni e Orvieto, in questo ultimo caso con un potenziamento di due unità rispetto al 2014. Dunque il numero è assolutamente proporzionato tra le due aree». Sette i tecnici nel capoluogo ternano (solo sei sono operativi perché il numero comprende anche l’assessore comunale all’ambiente, Benedetta Salvati, in aspettativa politica).

IL PASSAGGIO DELLA COMMISSIONE

Personale sarà potenziato

Superati i vincoli normativi, nel 2019 l’Arpa conta di procedere alle prime nuove assunzioni attraverso un piano di fabbisogno che dovrà essere approvato dalla giunta regionale. «Abbiamo previsto 26 assunzioni, tra mobilità, comandi e concorsi, così da soppererire alle attuali carenze. Almeno quattro tra questi, tra ingegneri ambientali, chimici e profili sanitari, riguarderanno la sede di Terni, dove già dal primo aprile prenderà servizio un lavoratore proveniente dalla Provincia. In un paio d’anni contiamo di assumere su Terni 7 o 8 unità, se non avessimo avuto i vincoli avremmo già potenziato. Non c’è dunque alcuna volontà di depauperare Terni in termini numerici». Né ci sarebbe alcuna ipotesi di accorpamento con Perugia, «in quanto ad oggi – ha concluso Socci – la proposta di legge che dovrà essere approvata dalla giunta conferma le due attuali aree dipartimentali».

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Le stoccate alla commissione ecomafie

Alla dottoressa Bartoli il compito di dare altri numeri, ma anche di fare alcune considerazioni nel merito delle notizie diffuse rispetto ai controlli sui camini dell’Ast dalla commissione bicamerale ecomafie nei primi due giorni di ‘missione’ ternana, durante la quale la stessa Bartoli, insieme al dg Walter Ganapini, è stata ascoltata dai parlamentari. «Le conclusioni della commissione mi hanno sorpreso – ha sottolineato -, quello che è venuto fuori non è esattamente quanto riferito. Innanzitutto all’interno dell’acciaieria non ci sono 200 punti di emissione ma 130, poi è l’Aia che stabilisce i controlli che vanno fatti. I 10 camini che l’Arpa controlla con frequenza annuale rappresentano circa 80% delle emissioni dell’acciaieria, noi siamo tenuti a controllare una parte che riteniamo rilevante ma non tutto, in quanto esiste l’autocontrollo dell’azienda su tutte le emissioni. Che la commissione bicamerale non sappia quale è la filososia dell’Aia mi crea qualche problema».

Aria sotto esame

«Il nostro mestiere lo facciamo dunque dall’inizio alla fine, l’Arpa ha investito soldi in strumentazioni (900 mila euro dal 2014 ad oggi a Terni, ndr) e ha personale altamente qualificato» ha precisato ancora la dottoressa Bartoli, che ha anche fatto alcune considerazioni su alcuni dei temi più dibattuti in città, come la presenza di cromoesavalente nell’aria ternana. «È identica a quella indicata in bibliografia, 7-8% rispetto al cromo totale. La situazione è da tenere sotto controllo, ma non risultano emergenze. Semmai, è un dato di fatto che il riscaldamento sia inquinante». Uno studio che sarà pubblicato a breve avrebbe verificato alcuni giovameni nella qualità dell’aria nelle giornate in cui è in vigore l’ordinanza comunale che vieta l’accensione dei camini.

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