Fontana Tacito, focus su marmi e distacco

Terni, check alla presenza della Mercalli e dei vari soggetti coinvolti: esposti i campioni realizzati per la ricostruzione. Pressing Mercalli su futuro del mosaico originale

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di S.F.

Martina Fagioli e Francesca Frassati in azione per la pulizia

Quando gli viene fatto notare – non che sia una novità, ma vederlo di persona fa un altro effetto – che i mosaici della fontana di piazza Tacito sono ridotti davvero male, la risposta è chiara: «Siamo arrivati a questo livello di degrado – detto con tono deciso ma con sorriso – perché dovevate prenderla in mano prima la situazione». Come si fa a dargli torto? C’è molto altro, chiaro, ma ha comunque ragione la restauratrice Laura Zamperoni, una delle professioniste del gruppo direzione lavori – sesta fase del recupero – completato dall’ingegnere Marianna Marconi e dell’architetto Valentina Sirchio. C’erano anche loro al sopralluogo tecnico di martedì mattina per sottoporre alla soprintendente dell’Umbria Marica Mercalli idee e operazioni in via di sviluppo: focus sull’analisi dei materiali, le cromie e i materiali per la ricostruzione. Per lei tour totale visto che è scesa anche nel livello inferiore per farsi spiegare cosa accadrà a stretto giro e capire il discorso tubazioni: i chiarimenti non sono mancati e l’auspicio è sempre quello di «poter finire entro un anno».

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La pulizia e la ricerca

Si procede a piccoli step, il contesto – c’è poco da fare quando si parla di arte e storia, giustamente – non permette ulteriori passi falsi. Lo sa bene l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche che, nel confronto con la Mercalli, ci va cauto nel dare delucidazioni: il giudizio della 63enne dirigente della soprintendenza è decisivo su ogni dettaglio, come ad esempio la scelta dei materiali per la ricostruzione del mosaico e le cromie. Tanto per iniziare – in loco anche Anna Borzomati dell’Ati Zodiaco, non c’era Paolo Pastorello e Carla Tomasi – il gruppo di lavoro gli ha spiegato che è iniziata la fase di pulizia per la ricerca delle cromie, il che è cosa tutt’altro che semplice: le patine – incide anche lo smog – presenti non aiutano e quindi con pazienza si deve operare in questo modo. «Anche perché non tutti i materiali sono in commercio – è stato sottolineato – e ci deve essere uno studio specifico. Questa fase è utile a trovare quelli più idonei e magari originali». In tal senso sono impegnate due giovani, la reatina Martina Fagioli e la biellese Francesca Frassati: ci mettono passione ed è fondamentale per una buona riuscita.

IL GIUDIZIO DI MARICA MERCALLI NEL CORSO DEL SOPRALLUOGO – VIDEO

Un campione mostrato alla Mercalli

La sostituzione dei marmi. La Mercalli incalza

In definitiva si sta procedendo con il preconsolidamento, una prima fase propedeutica che poi sarà seguita da lavori più corposi. Ci pensa la Marconi a dialogare con la Mercalli in avvio: «Tema mosaici. Proponiamo la sostituzione – le parole dell’ingegnere di Perugia – di alcuni marmi ad oggi introvabili e per questo motivo abbiamo realizzato due campioni: sono per la ricostruzione, per quel che concerne l’originale non vi è un restauro completo al momento, ma solo lo stacco». La soprintendente ascolta e poi spara due domande che, per qualche istante, crea silenzio: «Gli interventi sulle lacune dell’originale quando si fanno? E sono previste nel finanziamento generale?». A questo punto entra in gioco il funzionario tecnico Federico Nannurelli: «La musealizzazione non è stata portata avanti ancora». La Mercalli non molla: «Ma il restauro sugli originali è stato considerato». Risposta negativa: «Per ora mero consolidamento. Non ci sono finanziamenti per il restauro». A spezzare il ritmo ci pensa Melasecche con una ‘battuta’: «Beh, sicuramente il ministero ci verrà incontro, no? C’è da considerare la dimensione della vasca per il ricollocamento». E si mettono a discutere della struttura – ballatoio, grandezze, mappe da controllare, musealizzazione ecc. – ex Banca d’Italia a tal proposito: «Diametro di ventitré metri. Non la vedo tanto semplice». Si va avanti ribabendo alla Mercalli che l’originale – tutto già noto – sarà salvato e consolidato con il distacco dei singoli settori. Per il resto c’è da attendere.

LA PULIZIA, L’ANALISI DEI MATERIALI, LO STUDIO DEI CAMPIONAMENTI, I MARMI – IL VIDEO DEL CONTROLLO

La Mercalli scende nel cunicolo

Il sezionamento, la malta e la necessità di confronto

Con ogni probabilità – magari a Perugia – ci sarà un confronto su un’altra tematica: «Ci siamo studiati – le parole della Borzomati – la metodologia dello stacco, l’intervento ‘pilota’. Volevamo confrontarci sulla fattibilità perché l’operazione con tante sezioni può essere maggiormente dannosa per la conservazione del tessuto musivo piuttosto che realizzare uno stacco più ampio. Inoltre c’è il problema di dove posizionarli». Per ora si stanno colmando le lacune – pessima la situazione in particolar modo per le aree del segno dei gemelli e della bilancia – con una malta definita «un po’ povera», utile tuttavia per livellare il tutto. Sarà rimossa in un secondo momento. «Come mai alcuni punti sono così?» chiede la Mercalli. In effetti le differenze sono notevoli considerato che alcune figure sono ben conservate. Tentativo a vuoto con la criopulitura a causa della consistenza materica dello strato: «Probabilmente ha raccolto nel corso degli anni anche del particellato atmosferico delle polveri delle acciaierie, sembra quasi una boiacca di cemento. Si fa fatica anche a pulirlo». Non il massimo. 

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Il check

Italia vs Turchia. Marmi e gradazioni: «Bello. Bene»

Prima di scendere al livello inferiore – presenti il dg Asm Stefano Tirinzi e Giunio Marcangeli, oltre all’architetto Mauro Cinti – per mostrare la situazione attuale in vista della realizzazione del tunnel ‘turistico’, vengono mostrati alla Mercalli i due campionamenti realizzati per la ricostruzione del mosaico. Ci sono guai – superabile – soprattutto per il grigio: «Vogliamo accantonare l’originale – inizia il confronto su marmi e cromie – per utilizzarne un altro con percentuale 70% caldo e il restante freddo, senza farlo troppo lucido. Le provenienze sono diverse, ovvero Turchia e Italia: in quest’ultimo caso la cava italiana offre solo questo da circa vent’anni». Questione molto tecnica, fatto sta che la soprintendente in questo caso se ne esce con un «bello, va bene», in riferimento alle gradazioni. Tutto liscio in questo frangente. In conclusione la discesa nel ‘sarcofago’, come dice Melasecche – tra i due, al netto di tutto, pare esserci un buon rapporto – scherzando con la Mercalli mentre la dirigente scende. Ha partecipato al sopralluogo anche Flavia Tummolo, esperta nell’arte del mosaico e del restauro conservativo.

IL MUSEO ‘UNDERGROUND’ PER LA FONTANA DI PIAZZA TACITO

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