L’autopsia conferma: Samuele morì per la stretta al collo

Da capire quanto abbia influito la precedente assunzione di cocaina

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Arriva un ulteriore tassello nella costruzione del quadro accusativo nei confronti di Patrizia, la trans fermata per la morte del giovane Samuele De Paoli, trovato in un fosso il 28 aprile scorso.

L’ANTICIPAZIONE SULLE MANI STRETTE ATTORNO AL COLLO

La relazione autoptica

«La morte – scrivono i medici – è riferibile ad arresto cardiaco riflesso secondario a compressione del paraganglio carotideo destro, associata ad emorragia perigangliare e circoscritta infiltrazione emorragica dello stesso»: in pratica la stretta al collo ha provocato un arresto cardiaco.

Arresto cardiocircolatorio

L’esame autoptico è stato eseguito dai medici legali Mauro Bacci e Sergio Scalise con la tossicologa Paola Melai. Samuele De Paoli è morto, dunque, per arresto cardiocircolatorio «conseguente ad afferramento violento del collo della vittima di parte della brasiliana, segnatamene all’azione compressiva esercitata, nella regione corrispondente alla biforcazione carotidea destra, dal primo dito della mano destra nel corso di una colluttazione insorta tra Samuele De Paoli e Patrizia».

Morte favorita da assunzione di droga

Viene ulteriormente evidenziato che «l’evento mortale è stato in parte favorito dall’assunzione di cocaina, rilevata a seguito accertamenti tossicologici sul materiale biologico prelevato nel corso dell’autopsia». Samuele, così come è stato ricostruito dagli inquirenti anche grazie agli interrogatori, avrebbe assunto droga in quattro diversi momenti prima di allontanarsi – poco dopo le 19.30 – per andare a Sant’Andrea delle Fratte.

La versione di Patricia

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