«Quelle dita attorno al collo di Samuele potevano ucciderlo»

Gli esiti dell’autopsia: fondamentali saranno l’esame istologico e tossicologico, ma l’orario della morte e soprattutto le lesioni rendono plausibile una morte per strangolamento

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Saranno l’esame tossicologico e quello istologico a mettere un bel carico sulle ipotesi degli inquirenti nella ricostruzione dei fatti di martedì sera, quando Samuele De Paoli è morto dopo una colluttazione con Pineiro Reis Duarte Hudson, trans con nome d’arte ‘Patricia’. Ma alcuni punti fermi sono stati già messi dall’esame autoptico, eseguito nella giornata di venerdì.

Il primo: l’orario della morte

Samuele è morto intorno alle 21, quindi poco dopo la colluttazione, così come raccontato da ‘Patricia’. Resta da capire se è vero che quando la trans è andata via il ragazzo era ancora vivo (come lei racconta) oppure se sia stato lei ad ucciderlo, mentendo quindi nella ricostruzione fornita agli uomini della squadra Mobile mercoledì sera. La morte è stata rapida: esclusa quindi la possibilità che possa essere sopraggiunta durante la notte come pure era stato detto. Il ragazzo non ha sofferto a lungo e questo è un piccolo segno di conforto per i familiari. Per l’individuazione delle responsabilità, va annotato che il lasso di tempo tra la colluttazione e la morte si fa brevissimo, il che aumenta la possibilità che ci sia rapporto di causa effetto fra i due eventi.

Il secondo: la possibile causa

Sergio Scalise e Mauro Bacci, i medici legali incaricati dalla procua di Perugia di compiere l’esame, si sono quindi soffermati sulle possibili cause del decesso. E sono stati attirati dai segni intorno al collo di Samuele, giungendo alla conclusione – questo è quanto raccolto da umbriaon.it – che quella pressione, esercitata in quel modo e proprio in quel punto – per quanto da un solo braccio, ancorché muscoloso – poteva sì provocare la morte.

I tempi

È morto così Samuele? Possibile, anzi probabile. Ma per stabilire un nesso di causa-effetto occorre sapere se ci siano stati anche altri fattori. E ciò emergerà solo dagli esami tossicologico e istologico. Le indiscrezioni parlano di due settimane almeno per poter avere i risultati. Poi dovranno essere valutati, confrontati e dovrà essere redatta una valutazione da consegnare al tribunale. Insomma, le cose andranno per le lunghe. A meno che non emergano altri elementi (confessione, altre testimonianze, altre prove) a sparigliare le carte.

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