Le varianti spingono mezza Umbria verso il lockdown: decide il Cts

Le conferme su molti dei 42 tamponi inviati all’ISS e i numeri impietosi del Perugino potrebbero far scattare altre misure. Anche per non penalizzare chi oggi ha numeri discreti

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Sarà il Comitato tecnico scientifico a decidere, nel primo pomeriggio di venerdì, quali nuove misure dovranno essere applicate in Umbria o forse, più probabilmente, nella sola provincia di Perugia ed i suoi centri più colpiti dal virus, dove l’incidenza è, oggi, importante. È infatti possibile, alla luce di quanto chiesto dall’Istituto Superiore di Sanità allo stesso Cts, che solo una parte della regione possa transitare in ‘rosso’ – con restrizioni per alcuni aspetti assimilabili al lockdown della scorsa primavera -, in ragione dei contagi crescenti registrati da giorni ed anche dell’esito – anticipato da Ansa – degli accertamenti sui 42 tamponi inviati all’ISS, dopo i 2 sospetti in relazione alla ‘variante brasilana’ del Covid-19. Tamponi relativi a soggetti positivi, in parte ospedalizzati, provenienti dalle zone di Perugia, Foligno, Marsciano e del Trasimeno.

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La variante brasiliana c’è ed è diffusa

Quasi tutti quei test, secondo fonti locali raccolte dall’agenzia diretta in Umbria da Claudio Sebastiani, sono infatti positivi alla variante già emersa nei 2 casi citati, relativi ad altrettanti anziani ricoverati all’ospedale di Perugia, uno dei quali deceduto nei giorni scorsi. Un quadro che, se dovesse essere confermato, spiegherebbe in buona parte perchè l’Umbria – o meglio la provincia di Perugia – si stia distinguendo dal resto d’Italia sul piano dei contagi e perché vi siano differenze territoriali così marcate, come quella con la provincia di Terni, oggi con un trend in lieve diminuzione.

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Ulteriore ‘stretta’

A fronte di ciò, non è escluso che il Cts – e quindi il ministero della Salute – opti in Umbria per alcuni ‘lockdown locali’, in parte già attuati dai sindaci dei 31 comuni ritenuti a rischio – condivisi e apprezzati a livello centrale – ma che potrebbero essere ulteriormente rafforzati visto il quadro di eccezionalità che si va configurando. Un altro territorio che potrebbe essere soggetto a misure drastiche è, in Abruzzo, la provincia di Chieti, dove sarebbe significativa la presenza della ‘variante inglese’ fra la popolazione colpita dal Covid-19.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Caso-pilota

Nel resto d’Italia, con la Puglia destinata a tornare ‘gialla’ e la Sardegna in bilico fra ‘giallo’ e ‘arancione’, il quadro è molto più confortante di quello umbro. Ad eccezione forse della provincia di Bolzano che andrà in lockdown per tre settimane su decisione della giunta provinciale: per l’UE l’Alto Adige è da ‘rosso scuro’. La Sicilia invece sta migliorando ma dovrà restare ‘arancione’ almeno per un’altra settimana. Di certo il caso-Umbria, costantemente monitorato a livello nazionale, è ad oggi un ‘unicum’. Con la circolazione delle varianti Covid che sarebbe sempre più estesa, è tuttavia difficile che resti tale a lungo. Il timore è soprattutto per gli ospedali: il ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia è, in questo senso, sottoposto ad una pressione crescente e forse già insostenibile.

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