Stop scuole: decisioni e date di ogni Comune

Dietrofront Marsciano, chiusura anche nel comune del sindaco Mele. Diversi primi cittadini in disaccordo: «Quasi una imposizione». Ecco dove restano aperte

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Da martedì e fino al 14 febbraio – nella maggior parte dei casi – la maggior parte dei comuni ‘a rischio’ in Umbria chiuderanno le scuole primarie e secondarie di I e II grado, talvolta anche quelle dell’infanzia e le materne. Non mancano comunque le eccezioni nei modi e nei tempi: fra i comuni con meno di 5 mila abitanti, e quindi oggetto di singole valutazioni. La chiusura è stata decisa da Anci Umbria a seguito dell’incontro con i vertici regionali della sanità, tenutosi nella mattinata di martedì e dopo il documento con cui la Usl ha richiesto un’ordinanza «contingibile e urgente».

SPECIALE CORONAVIRIS UMBRIAON

Le decisioni dei singoli comuni sulle scuole alla data del 1° febbraio

Perugia: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Foligno: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Gubbio: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 5 febbraio compreso. Seguiranno valutazione dell’andamento epidemiologico ed eventuali ulteriori decisioni;
Corciano: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Marsciano: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado da mercoledì 3 febbraio per 14 giorni;
Magione: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Torgianochiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 7 febbraio compreso;
Amelia: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Deruta: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Trevi: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Passignano sul Trasimeno: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Montefalco: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Valtopina: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Bevagna: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 5 febbraio compreso. Seguiranno valutazione dell’andamento epidemiologico ed eventuali ulteriori decisioni;
Paciano: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Lugnano in Teverina: le scuole restano aperte;
Piegaro: le scuole restano aperte;
Tuoro sul Trasimeno: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Fratta Todina: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 6 febbraio compreso. Seguiranno valutazione dell’andamento epidemiologico ed eventuali ulteriori decisioni;
Giano dell’Umbria: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia (compresa asilo di Bastardo) alle secondarie di II grado, dal 2 al 10 febbraio compreso. Seguiranno valutazione dell’andamento epidemiologico ed eventuali ulteriori decisioni;
Nocera Umbra: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
San Venanzo: le scuole restano aperte;
Attigliano: le scuole restano aperte;
Spello: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Castiglione del Lago: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Collazzone: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 15 febbraio compreso;
Panicale: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 2 al 14 febbraio compreso;
Gualdo Cattaneo: chiusura di tutte le scuole dai nidi/infanzia alle secondarie di II grado, dal 2 al 12 febbraio compreso;
Calvi dell’Umbria: le scuole restano aperte;
Montegabbione: le scuole restano aperte;
Città della Pieve: chiusura delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dal 3 febbraio a data da stabilire;
Sellano: chiusura di tutte le scuole (infanzia, primaria e secondaria di I°) con ordinanza ‘ponte’ a causa di un tampone positivo.

Le ordinanze dei comuni

Perugia, Torgiano, Magione, AmeliaValtopina, Bevagna, DerutaTrevi, Montefalco, Gubbio, Passignano sul Trasimeno, Foligno, Corciano, Gualdo Cattaneo, Collazzone, Panicale, Marsciano.

Il comunicato Anci

«Sulla base della lettera del servizio igiene e sanità pubblica territoriale (Isp) che fornisce indicazioni ‘cogenti’ e che sta arrivando ai 31 comuni che presentano una maggiore incidenza di casi Covid, i sindaci in questione hanno deciso di emanare ordinanza di inibizione delle attività didattiche in presenza per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, per 14 giorni. La lettera dell’Isp di oggi fa seguito a una precedente missiva della presidente Tesei e alla relazione del Comitato tecnico scientifico già pervenuti ai Sindaci nei giorni scorsi». Nella lettera dell’Isp si legge che «in considerazione del progressivo diffondersi del Covid-19 sul territorio, tenuto conto che tale diffusione determina un grave rischio per la salute pubblica, si richiede l’emissione di provvedimento ordinativo contingibile ed urgente finalizzato all’adozione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19», fra cui, appunto, la sospensione dell’attività didattica. All’incontro hanno preso parte anche il direttore regionale della salute e welfare Claudio Dario e il commissario per l’emergenza Covid Massimo D’Angelo, che hanno ribadito «la necessità dei provvedimenti anche a scopo preventivo, considerato il tasso di propagazione molto elevato dell’infezione».

LA NOTA ANCI (PDF)

I piccoli comuni

Per quanto riguarda i comuni sotto i 5 mila abitanti, il direttore Dario ha assicurato che «sarà effettuata un’analisi di contesto con evidenza delle specifiche misure di gestione della situazione epidemica da condividere con il sindaco». Il nodo, in questo caso, come era emerso dalla nota Anci di domenica, è legato al fatto che in tali contesti, anche un piccolo aumento di casi fa schizzare in alto l’incidenza, ‘falsando’ la valutazione. I sindaci dei piccoli comuni, quindi, agiranno caso per caso. E diversi hanno già deciso che, da loro, le scuole per il momento non chiuderanno.

«Ora più controlli»

«I sindaci – commenta il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini – hanno evidenziato che qualora le condizioni epidemiologiche dovessero consentirlo, e in accordo con le autorità sanitarie locali, si potrà procedere a una revisione del provvedimento. Inoltre, è stato anche chiesto che ci siano maggiori controlli sui territori, oltre a quelli effettuati dalla polizia municipale, per non vanificare le misure restrittive adottate con grande senso di responsabilità e con spirito di collaborazione fra enti e istituzioni diversi, con l’unico interesse di tutelare la salute dei cittadini, agendo non solo per contenere la curva epidemiologica, ma anche a scopo preventivo».

LA PROTESTA DELLE INSEGNANTI: NE PAGANO LE CONSEGUENZE I RAGAZZI

Il retroscena

La ricerca di sostegno dell’Anci

Già nella giornata di sabato l’indicazione era chiara eppure il sindaco di Deruta Michele Toniaccini, presidente regionale di Anci, aveva chiesto alla Regione di fornire linee guida vincolanti per la chiusura. Per questo motivo nella giornata di domenica si era riunito il comitato tecnico scientifico regionale che, insieme al nucleo epidemiologico, aveva inviato un parere in cui si stabiliva un limite di contagi (200 per centomila abitanti) oltre il quale era consigliabile inibire le attività didattiche in presenza dalla primaria alle superiori.

Domenica di attesa per gli studenti

Ma nonostante ciò si è arrivati fino alla serata di domenica senza che Anci né i sindaci (eccezion fatta per Foligno e Torgiano) si decidessero a prende una soluzione. Dopo un pomeriggio trascorso a compulsare i siti e le pagina social ufficiali dei vari comuni, gli studenti si sono rassegnati ad andare a scuola lunedì, pur sapendo che sarebbe stato uno degli ultimi giorni.

La nota Usl

Nel frattempo, il servizio igiene e sanità pubblica territoriale ha prodotto un documento inviato lunedì mattina dagli uffici Isp territoriali a ciascun sindaco. Nella lettera è contenuta, nella sostanza, una ufficiale proposta di emissione di provvedimento ordinativo contingibile e urgente finalizzato all’adozione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. Si chiede «l’emissione di un provvedimento ordinativo contingibile ed urgente finalizzato all’adozione di misure di contenimento della diffusione del Covid-19». E fra queste, oltre a quelle già note dalla giornata di sabato e su cui i sindaci erano sostanzialmente d’accordo (anticipazione del coprifuoco alle ore 21, divieto di consumazione di alimenti e bevande all’aperto, inibizione della distribuzione di alimenti e bevande mediante sistemi automatici, obbligo di attenersi al massimo ad una spesa per prodotti alimentari al giorno e ad una persona per nucleo familiare, inibizione delle attività per centri culturali, sociali, ricreativi, sportivi e assimilabili, riduzione della fruizione dei parchi con inibizione delle attività sportive e ludiche di gruppo e delle aree gioco, inibizione della fruizione di tutte le aree e gli spazi aperti in cui possano evidenziarsi assembramenti), c’era anche il passaggio sulle scuole: «Inibizione delle attività didattiche in presenza per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, di concerto con la provincia di appartenenza».

Nuovo incontro con Dario

Nel frattempo, l’Anci riusciva a strappare un nuovo incontro con il direttore regionale salute e welfare della Regione Umbria, Claudio Dario, per chiedere un un ulteriore supporto tecnico-scientifico che attestasse il carattere di urgenza della sospensione didattica nelle scuole. In poche parole: ‘Se dobbiamo chiudere, ce lo dovete dire voi chiaro e tondo’; questo – in sintesi – il senso della richiesta dell’Anci. La riunione c’è stata. Toniaccini ha dato atto del «grande spirito di collaborazione, come peraltro hanno dimostrato in questi giorni gli altri livelli della sanità pubblica, a partire dal dottor D’Angelo». Nella mattinata di lunedì c’è stato quindi un nuovo confronto fra i 31 sindaci, che ha portato alla decisione di chiudere tutto per due settimane.

Le posizioni dei sindaci

Il fronte dei 31 sindaci chiamati a raccolta è molto variegato. C’era chi era sostanzialmente d’accordo alla chiusura ma chiedeva delle linee guida, chi chiedeva un ulteriore parere della sanità regionale e chi invece, in disaccordo, si è ritrovato ad avere a che fare con quella che è sembrata più una imposizione che una indicazione. Malumore più grande fra chi, pur con un picco di casi, viveva una situazione complessivamente tranquilla negli istituti scolastici. Non è stata compresa da molti la spiegazione secondo cui la chiusura delle scuole potesse avere un effetto di prevenzione rispetto alla ulteriore propagazione del virus. Insomma, se fino a domenica mattina, attraverso l’Anci, i sindaci chiedevano alla Regione di fornire indirizzi vincolanti sul fronte scuole, ora che tali indicazioni sono arrivate in molti non le digeriscono.

Pasquali, Betti e Chiodini: «Perplessità su forma e merito»

«I sindaci si adeguano – scrivono sui social i sindaci di Passignano sul Trasimeno, Corciano e Magione – seppur continuando a nutrire perplessità sulla forma e sul merito, al provvedimento di ordinanza di cui Usl Umbria 1 ‘richiede l’emissione’ ai circa trenta comuni umbri con maggior incidenza di nuovi casi su 100 mila abitanti. Una richiesta esplicita da parte dell’autorità sanitaria che segue un lungo confronto tra la Regione e le amministrazioni i cui territori presentano dati epidemiologici più alti della media regionale. Dopo la prima lettera di semplice ‘invito a valutare’ la possibile chiusura delle scuole di primo e secondo grado, inoltrata due giorni fa dalla presidente Tesei, i sindaci avevano fin da subito ravvisato dubbi sulla eventuale inibizione delle attività didattiche in presenza. Nella stessa lettera venivano invece richieste altre misure restrittive prontamente adottate. Senza l’utilizzo della formula dell’ordinanza regionale, così come più volte richiesto dai primi cittadini, ma con il meccanismo di ‘richiesta di emissione di ordinanza comunale’, l’autorità sanitaria regionale ha poco fa trasmesso ai comuni l’indicazione, nei fatti vincolante, con cui impone la sospensione dell’attività didattica in presenza per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado per la durata di 14 giorni a partire da domani».

Falsacappa (Bevagna): «Ordinanza in vigore fino al 5, poi si vedrà»

«Noi ci muoviamo così. Fino al 5 febbraio c’è l’ordinanza emessa ieri, poi allungheremo l’ordinanza fino al 14. La nostra è anche per l’asilo nido e la scuola materna, per poi decidere come procedere. Primarie, medie e superiori è fino al 14, le altre al momento non rientrano nella richiesta di Cts e Regione. Di conseguenza aspettiamo che “scada” l’ordinanza di ieri e valuteremo».

Marsciano, scuole aperte. Anzi no: dietrofront

«I provvedimenti presi non riguardano, al momento, la scuola. In tutti i plessi – si legge in una nota riguardante l’ordinanza firmata – del territorio comunale, quindi, le lezioni in presenza continueranno a svolgersi regolarmente sulla base delle attuali norme nazionali e regionali. Resta fermo che eventuali misure di limitazione della didattica in presenza saranno prontamente adottate qualora i dati, costantemente monitorati, lo rendessero opportuno». In serata poi il discorso cambia: «Adottiamo questa misura nel rispetto di quanto l’autorità sanitaria impone – il commento del sindaco Francesca Mele – pur nella consapevolezza che la situazione nelle scuole del territorio non presenta particolari elementi di criticità e nella convinzione che, visto il ruolo fondamentale che la scuola assolve, sarebbe stato più opportuno, piuttosto che sospendere indistintamente tutte le attività in presenza delle scuole primarie e secondarie, procedere con eventuali interventi mirati nei singoli plessi».

Amelia, Pernazza: «Campagna di screening eccezionale»

«Avvieremo sin dalla giornata di martedì – le parole del sindaco di Amelia, Laura Pernazza – una campagna di screening eccezionale con tamponi antigienici rivolti agli studenti”, informa il sindaco che specifica: “Domani si partirà dalla prima elementare e si proseguirà per tutta la settimana».

Lugnano, Calvi dell’Umbria e Attigliano

«Il nostro comune – spiega il sindaco di Lugnano in Teverina Gianluca Filiberti – essendo con popolazione al di sotto dei 5.000 abitanti ha attualmente solo 4 contagi. Il dato di incidenza riportato nel verbale del Comitato Tecnico Scientifico evidenzia quindi una situazione in questo momento sotto controllo». Guido Grillino è il primo cittadino di Calvi dell’Umbria: «La situazione nel nostro comune, in rapporto al numero di abitanti e all’evoluzione dell’epidemia prefigura uno scenario di non criticità e pertanto anche una condizione rassicurante per quanto riguarda le attività scolastiche che rimangono aperte». Sulla stessa scia Leonardo Fazio, sindaco di Attigliano: «Al momento ci sono due cluster famigliari nei quali si concentra il 100% degli undici positivi ma che nelle scuole non si è registrato alcun caso di covid-19. Per tale ragione possiamo mantenere aperti i plessi scolastici».

San Venanzo e Montegabbione

«Scuole aperte – le parole del sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli – anche a San Venanzo abbiamo solo 11 casi totali, di cui 7 in un unico nucleo famigliare. La situazione è sotto controllo e non ci sono motivazione fondate per sospendere le attività didattiche». Infine Fabio Roncella, primo cittadino di Montegabbione: «Abbiamo rendicontato la situazione al comitato tecnico-scientifico e alla Asl e sulla base dei numeri relativi al contagio abbiamo convenuto che le scuole si possono tenere aperte. Il rapporto contagi-numero di abitanti è molto contenuto al momento e nelle scuole non risultano casi di positività».

Le reazioni politiche

Giovani Democratici Perugia

«Apprendiamo con grande perplessità e indignazione – scrive Lorenzo Mazzanti, segretario dei Giovani Democratici di Perugia – la decisione riguardante la chiusura delle scuole di primo e secondo grado. Un provvedimento discutibile sia nel metodo che nel merito, figlio di uno scaricabarile della giunta Tesei che dimostra, ancora una volta, una scarsa capacità decisionale ed una totale mancanza di visione nella gestione dell’emergenza. Il teatrino a cui assistiamo da qualche giorno ha superato i limiti del decente. Migliaia di ragazzi e ragazze sono ancora una volta vittime di una gestione sanitaria raccapricciante. Da mesi chiediamo un potenziamento dei trasporti ed uno screening di massa, ma ci ritroviamo nella stessa situazione di settembre. Ci chiediamo cosa aspetti l’assessore Melasecche a rassegnare le proprie dimissioni. Faremo di tutto – conclude Mazzanti – perché la scuola torni ad essere un punto centrale della ripresa sociale della nostra comunità, anche con presidi e petizioni online».

Altrascuola Umbria – Rete degli studenti medi

«Come studenti – afferma Matias Cravero, coordinatore di Altrascuola Umbria – comprendiamo la gravità della situazione nella nostra regione, ma ci troviamo ancora una volta a dover tollerare una decisione che sarebbe stata evitabile attraverso una gestione più responsabile di trasporti e sanità. La giunta Tesei si è dimostrata totalmente incapace di prepararsi alla seconda ondata: il mancato aumento dei posti in terapia intensiva e i mancati investimenti in materia di trasporti si sono dimostrati la vera causa della drammatica situazione che ci troviamo oggi ad affrontare e che ci vede tra le pochissime regioni ad alto rischio. Troviamo inoltre inconcepibile e irrispettosa – osserva Cravero – la mancanza di chiarezza nelle comunicazioni relative a questa chiusura, che arriva dopo giorni di scaricabarile delle responsabilità e confusione. Dopo solo una settimana di apertura le scuole chiudono nuovamente: abbiamo già ribadito più volte i danni educativi e psicologici che stiamo vivendo a causa della didattica a distanza, ma la questione non si ferma più solo a questo. Chiediamo che la giunta regionale – conclude l’esponente di Altrascuola – si prenda la responsabilità politica delle proprie mancanze che hanno messo in pericolo non solo le studentesse e gli studenti, ma la cittadinanza tutta, e che rischiano di mettere in ginocchio una regione che era stata in grado di affrontare positivamente la prima ondata dell’emergenza sanitaria».

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