Terni, maxi impianto essiccamento fanghi: niente Via. L’input per le emissioni odorigene

C’è la firma: non c’è necessità di Valutazione di impatto ambientale. Il quadro prescrittivo: serviranno strutture fisse per il contenimento degli odori

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di S.F.

Tiziana Buonfiglio

Il progetto «non determina impatti ambientali significativi e negativi» e dunque c’è la firma sull’esclusione dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale. A metterla sono Alessio Oliveti, Fabrizio Piergiovanni e Andrea Monsignori, dirigente della Regione Umbria: niente necessità di Via e semaforo verde per la realizzazione di un impianto di essiccamento fanghi nell’area del depuratore di Terni, in via Vanzetti. Come noto il soggetto proponente è la Sii e riguarda l’iter per sviluppare la struttura da 2.800 metri quadrati di superficie ed una capacità di trattamento da 21.660 tonnellate l’anno sulla base di 7.896 ore di esercizio.

LA COMMISSIONE TECNICA ED IL GIUDIZIO – DOCUMENTO
IL QUADRO PRESCRITTIVO AMBIENTALE PER L’IMPIANTO – DOCUMENTO

L’area del progetto

Nessuna integrazione. La commissione

Si chiude così dopo quasi due mesi la procedura avviata in piena estate per la verifica di assoggettabilità a Via (la stessa che sta scontando il progetto stadio/clinica Ternana per la questione parcheggi). Nessuno ha chiesto chiarimento od integrazioni nel periodo consentito dalla normativa e la commissione tecnica – Pietro Freda, Marco Trinei, Emanuela Siena, Loredana Natazzi, Caterina Torcasio, Nicola Casagrande – ha rilasciato il parere ambientale concludendo che il progetto non comporta impatti ambientali significativi. Tuttavia c’è il relativo quadro pescrittivo ed in quel caso più di qualche indicazione c’è. Specie legate agli odori. Al centro dell’attenzione c’è l’essiccamento termico dei fanghi nella zona destinata ai letti di essiccamento attualmente in disuso: secondo i proponenti «consentirà di trattare i fanghi prodotti provenienti dai depuratori siti nella Regione Umbria, con l’obiettivo di ridurre il quantitativo di fango prodotto dalla depurazione civile da conferire in discarica e/o da destinare a recupero, con un conseguente risparmio economico». L’atto è stato inviata a Tiziana Buonfiglio (amministratice delegata Sii), Comune di Terni e Arpa Umbria.

IL RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE COMPLETO – DOCUMENTO
TUTTI I DETTAGLI DEL PROGETTO

Il depuratore Sii

La puzza, il suolo ed i liquidi

C’è già chi si è mosso facendo presente che l’impianto porterà problemi agli operatori economici confinanti. Si parla di odori in questo caso. Bene, in tal senso la commissione ha messo nero su bianco il quadro prescrittivo dopo aver letto lo studio preliminare ambientale dell’impianto: «In fase di cantiere – si legge – dovranno essere adottate tutte le misure necessarie per abbattere il rischio di potenziali incidenti che possano determinare lo sversamento accidentale di liquidi pericolosi. Il proponente dovrà predisporre una specifica procedura/istruzione operativa atta a definire gli interventi da mettere in atto, in situazioni di emergenza, in caso di sversamenti di sostanze inquinanti». Inoltre in corso d’opera «ai fini del contenimento delle emissioni odorigene, dovrà realizzare la copertura ed il confinamento delle postazioni di scarico dei fanghi umidi mediante la realizzazione di idonee strutture fisse, con il conseguente trattamento delle arie esauste garantendo la depressione delle aree confinate anche in fase di scarico del fango». Non è finita.

IL SOPRALLUOGO DEL GENNAIO 2021
CONFCOMMERCIO ALZA LA VOCE: «NO ‘TERMINAL’ FANGHI A TERNI»

In rosso l’area interessata

Il post operam: ancora odori

In questo per gli agenti fisici «entro 60 giorni dalla messa a regime dell’attività in progetto, il proponente dovrà effettuare una valutazione di impatto acustico, redatta e sottoscritta da tecnico competente in acustica atta a verificare, tramite indagine fonometrica nel periodo di riferimento diurno, la correttezza dei livelli acustici stimati nella valutazione previsionale di impatto acustico, nonché il rispetto dei limiti vigenti». Infine ancora odori: «Durante il primo anno di esercizio del nuovo progetto realizzato, dopo la messa a regime, il proponente dovrà effettuare con cadenza trimestrale, misure delle emissioni odorigene relative ai nuovi impianti, al fine di confermare i risultati dello studio previsionale di impatto odorigeno ed eventualmente valutare misure di mitigazione da mettere in atto». Le linee di essiccazione saranno due con l’impianto che tratterà fango umido proveniente da decanter centrifugo/nastropresse con contenuto medio del 22% di sostanza secca.

Le reazioni politiche

«Il sostanziale via libera al maxi impianto – il commento degli esponenti Pd Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis – per l’essicamento dei fanghi umbri a Terni, vista la non necessità della valutazione di impatto ambientale, è un altro schiaffo in faccia ai cittadini ternani. Prosegue così senza freni l’iter, in una superficie interessata dal nuovo impianto quantificata in 2.800 metri quadrati, compresa nell’area del depuratore di acque reflue urbane di Terni, in via Vanzetti a un chilometro dal centro città e a pochi metri dalla più grande azienda alimentare della città. Ribadiamo nuovamente che lo si vuole realizzare laddove oggi ci sono le vasche di essiccazione fanghi per evaporazione naturale, non utilizzate da tempo. Rimarchiamo che inoltre lo si vuole far funzionare senza utilizzare l’approvvigionamento da fonti rinnovabili. La realizzazione e la messa in esercizio dell’impianto d’essiccamento dei fanghi disidratati prevede la raccolta di quelli prodotti dagli impianti di depurazione siti nella Regione Umbria, in addirittura due linee di essiccazione equivalenti. Si vuole concentrare a Terni il trattamento di fango dei vari processi di digestione aerobica, prodotto dai vari impianti di depurazione dislocati in tutti gli ambiti dell’Umbria. Dopo la mancata sottoposizione alla valutazione di impatto ambientale, proseguiremo la nostra battaglia contro una scelta a nostro avviso completamente sbagliata».

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