Parco Cardeto: niente concessione lunga a Terni Reti. Procedura negativa

Dopo quasi due anni chiuso l’iter: si va verso una gestione sperimentale in attesa del completamento dei lavori Pnrr

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di S.F.

Ci sono voluti quasi due anni per il responso e alla fine non c’è l’esito positivo. Non ci sarà la concessione pluriennale a Terni Reti per la gestione del parco ‘Galigani’ di Cardeto, motivo? Il dirigente ai lavori pubblici Piero Giorgini ha firmato la conclusione negativa della procedura indetta per la valutazione del piano. Si fa largo un’altra strada. In arrivo un passaggio specifico in consiglio comunale.

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Il lungo iter

Tutto è nato nel febbraio 2021 con l’approvazione della prima fase del procedimento con tanto di invito – oltre a Terni Reti – ad inviare le manifestazioni di interesse. Come noto nessuno si fece avanti e dunque nel corso del tempo è proseguito il lavoro sulla società partecipata del Comune per l’affidamento in house providing in seguito al plico giunto a palazzo Spada il 6 maggio 2021. Lunga pausa e si arriva al settembre 2022 quando viene integrato il documento per la nomina della commissione di esperti per valutare l’offerta di Terni Reti, poi i problemi: «Aveva ravvisato che la documentazione era pervenuta entro i termini assegnati, ritenendo che per la natura dell’affidamento fosse necessaria una attualizzazione dell’offerta tecnica ed economica e manifestare nuovamente l’interesse, avvisando che in caso contrario avrebbe proposto la chiusura del procedimento avviato, per impossibilità di ricorrere all’affidamento in concessione». Così è andata. L’8 dicembre – nel contempo Stefano Stellati ha preso il posto di Carlo Alberto Befani in qualità di amministratore unico della società – ha comunicato al Rup Federico Nannurelli la conferma dell’interesse per la gestione del parco dalla fine dei lavori di riqualificazione. Ma con una novità.

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Si cambia: motivazioni e ristorante

Niente concessione pluriennale, bensì tramite affidamento di contratto di servizio: «Hanno evidenziato – si legge – che le mutate condizioni macroeconomiche derivanti dai costi di approvvigionamento; il fatto che l’edificio ristorante non sarà fruibile nel periodo di vigenza dell’eventuale contratto di affidamento a Terni Reti (generando da un lato minori entrate e dall’altra disagi inevitabili nell’avere un cantiere all’interno del parco); la rilevanza pubblica del sito con la necessità di mantenere degli standard alti di servizio con costi fissi importanti, fa propendere che l’equilibrio economico-finanziario del servizio, possa essere meglio conseguito attraverso l’affidamento di servizi in-house providing, con la proposta non vincolante relativa alle condizioni economico-contrattuali presentate, rimanendo inteso che in prossimità della scadenza contrattuale le parti potranno valutare l’opportunità di un futuro affidamento in concessione di lungo periodo».

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Presa d’atto e conclusione negativa

Lo stesso Nannurelli ha chiuso la partita martedì 17 gennaio con il verbale conclusivo. Il Rup ritiene «che non ricorrono più le condizioni per poter procedere all’affidamento in house providing della concessione pluriennale per la gestione del parco e della relativa impiantistica sportiva, in quanto la mancata attualizzazione dell’offerta tecnica e quindi del piano economico e finanziario, non ha consentito di valutare la congruità dell’offerta economica e la sostenibilità della stessa, ai fini della tutela dell’interesse pubblico, ritenendo che si deve concludere negativamente la procedura indetta e proporre al Consiglio Comunale la definizione di un modello di gestione sperimentale di almeno due anni». Tutto ciò mentre si attende il completamento dei lotti prestazionali finanziati con il Pnrr da 1 milione di euro. Ora ci sarà la gestione sperimentale da due o tre anni, vedremo. In origine la commissione per la valutazione dell’offerta era composta da Alessia Almadori (attività finanziarie), Stefano Carloni e lo stesso Giorgini (lavori pubblici).

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