La lingua batte dove il dente duole. Ed è un dente quasi avvelenato quello che in tutta in l’Umbria coinvolge le varie vicende relative ai rifiuti.

Borgiglione Le novità non sembrano essere buone su ogni fronte. A cominciare dalla discarica di Borgogiglione che rischia la chiusura entro fine mese. Scaduta l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, e con il blocco al bioreattore che potrebbe non superare il collaudo dell’Arpa, da marzo dunque potrebbe non ricevere più alcun tipo di rifiuto da parte dell’Ati2. La Regione deve quindi iniziare a fare i conti con due discariche bloccate, perché oltre a quella del Trasimeno, il nodo Pietramelina agita non poco i sonni perugini.
Pietramelina Sull’impianto gestito da Gesenu, infatti, era stata proprio la Regione a inviare una diffida al gestore a continuare ad utilizzare l’impianto in presenza di carenze e irregolarità, come riscontrate da Arpa e dal Nipaf del Corpo forestale dello stato. Scaduti i termini, l’impianto di compostaggio è fermo da inizio dicembre e il rischio è che nei prossimi mesi si blocchi il ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti dal momento che Gesenu non ha ancora presentato un piano per sanare le irregolarità. Intanto l’immondizia nostrana continua a andare fuori regione e da piazza Italia a palazzo dei Priori la battaglia è quella sui costi.

Costi maggiorati ‘Un’export’ dei rifiuti il cui costo rischia di finire in bolletta, già tra le più alte d’Italia. E’ Cristina Rosetti, capogruppo in Comune del Movimento 5 stelle, a puntare il dito contro sindaco e vice sindaco dopo che, in commissione bilancio, i consiglieri d’amministrazione di Gesenu hanno fatto capire che i maggiori costi di gestione saranno ripartiti tra i comuni interessati. «Quindi scaricati sulle spalle dei cittadini, nonostante l’ipotesi di truffa da oltre 20 milioni di euro oggetto dell’indagine dell’antimafia».
Gesenu Tutte le colpe, secondo la Rosetti, sarebbero imputabili a Romizi e Barelli che, a differenza di altri primi cittadini dei 24 Comuni dell’Ati 2, non hanno neanche preso una posizione chiara e precisa intimando al gestore di non far ricadere i maggiori costi sulle bollette. Intanto, da parte sua, Gesenu, sollecitata nei giorni scorsi dal dirigente Vincenzo Piro sulle percentuali di differenziata in centro storico, sembrerebbe correre ai ripari. Così, per evitare che i residenti del centro storico facciano i ‘turisti dei rifiuti’ è iniziato lo smantellamento dei cassonetti stradali nelle vie adiacenti il centro storico. Cosa che sta facendo storcere il naso a più di qualche cittadino, costretto ad adeguarsi agli orari del nuovo servizio di raccolta.
Regione preoccupata E intanto l’assessore regionale all’ambiente fa sapere di aver promosso un incontro con il presidente dell’ambito territoriale, nonché sindaco di Perugia, Andrea Romizi, per esaminare la situazione di difficoltà degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani che ricadono nel territorio dello stesso Ati, «che desta preoccupazione anche per la rilevanza che assume nel sistema impiantistico regionale, e per sollecitare i gestori a mettere in atto i necessari interventi».Per la prima volta, dunque, anche la Regione si mostra preoccupata. «Il cumularsi di queste difficoltà nell’ambito dell’Ati2 – sottolinea l’assessore Cecchini – rende necessaria sia una proposta strategica a medio termine per l’innovazione dell’impiantistica attuale sia un rapido e significativo incremento della qualità della raccolta differenziata. Inoltre, da subito, serve una proposta e un’iniziativa immediata da parte del gestore Gest, che raccoglie insieme Gesenu, Tsa, Sia ed Ecocave, per evitare criticità anche momentanee nello svolgimento completo e corretto del servizio, utilizzando tutte le possibilità offerte dalla normativa esistente».
Ottimizzazione Nodi che sembrano non doversi sciogliere a breve, dunque. E forse, per la prima volta, toccherà ricorrere al principio di assistenza mutualistica tra i vari Ati umbri. «L’Umbria – ricorda l’assessore – è stata la prima regione ad avere esteso in tutto il territorio regionale il ‘porta a porta’ per ottimizzare la raccolta differenziata dei rifiuti e a mettere in atto misure e investimenti per una gestione dei rifiuti in linea con le normative europee. Tutti sono chiamati a fare la propria parte. Pur comprendendo le difficoltà esistenti, vorremmo riscontrare maggior attaccamento e attenzione per il territorio e per i cittadini da parte delle imprese che gestiscono il servizio affinché contribuiscano, con una progettualità seria e moderna, al raggiungimento degli obiettivi della pianificazione regionale».