Pietramelina: «Adesso chiediamo i danni»

Perugia, possibile una class action per il risarcimento dei danni alla salute e la svalutazione delle case acquistate vicino alla discarica

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di L.P.

E’ come una valanga che, piano piano, travolge tutto. L’inchiesta partita lo scorso ottobre su impulso della Direzione distrettuale antimafia , in aggiunta alle grane già presenti in casa Gesenu e che ha visto il sequestro di parte della discarica di Pietramelina, ora potrebbe prendere una nuova piega.

LA DENUNCIA RACCOLTA A OTTOBRE DA UMBRIAON – IL VIDEO

pietramelinaClass action Il coordinamento Pietramelina ha infatti deciso di intraprendere una class action coinvolgendo tutti gli abitanti e i residenti sella zona e di costituirsi parte civile in un eventuale processo. «Dal 1984 la nostra comunità si sta facendo carico dei rifiuti della provincia di Perugia prima con la discarica poi con discarica ed impianto di compostaggio ed ora con il compostaggio. – dicono dal coordinamento – Ci hanno reso la vita impossibile, le nostre case non valgono più niente e così i nostri paesi si sono trasformati in dormitori». Nonostante la discarica sia stata chiusa nel 2013, l’area non è ancora stata tombata. Mentre per l’impianto di compostaggio, in funzione dal 1987, è stato approvato il progetto di ammodernamento nel 2015.

Le indagini, tutt’ora in corso e che vedono iscritte nel registro degli indagati 14 persone, tra cui figure apicali in Gesenu, ipotizzano l’inquinamento, con alterazioni irreversibili, del bosco fuori della discarica e del torrente Mussino. Non solo, per la Procura qualcuno potrebbe aver smaltito in maniera illecita il percolato e falsificato i formulari per l’identificazione dei rifiuti speciali e dei rifiuti differenziati gettati in discarica. Inoltre, da giorni, girerebbero voci su una possibile trattativa per l’acquisto dei terreni intorno alla discarica e che fanno pensare a un progetto per l’apertura di un secondo sito di conferimento rifiuti accanto a Pietramelina.

Le foto che testimoniano l'inquinamento del torrente Mussino

L’inquinamento del torrente Mussino

Relazioni tecniche «Viviamo costretti a chiuderci in casa per non sentire la puzza – dicono – questa è una zona inquinata e chi ha comprato casa qui ha subito una svalutazione senza precedenti». Senza contare, poi, i danni alla salute, calcolabili solo tra anni nonostante le denunce portate avanti dal coordinamento sin dal 1990. Sei anni dopo, cioè, l’apertura della discarica le cui relazioni tecniche, già allora, mostravano dubbi circa l’opportunità di stabilire una discarica in quel punto vista la pendenza del terreno e l’esistenza del torrente Mussino che, a valle, era alimentato da fonti sorgive di acqua potabile.

Assemblea cittadina In attesa di sapere come andrà a finire l’inchiesta, martedì 17 maggio al Cva di Sant’Orfeto, il coordinamento invita tutti i cittadini a partecipare a un’assemblea pubblica. Sarà presente anche l’avvocato Canafoglia, dell’Unione nazionale dei consumatori.

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