Perugia, morte Maria Elia: la procura chiede l’archiviazione

La 17enne è deceduta lo scorso 27 marzo in ospedale. Cantone: «Non ipotizzabili profili di responsabilità penale nei confronti di alcuno

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«Pur nella consapevolezza della tragicità dell’evento e del dolore dei prossimi congiunti della ragazza, l’ufficio ha ritenuto che non vi sia alcun elemento allo stato emerso per contraddire le conclusioni del consulenti e che quindi il procedimento non possa che essere definito con l’archiviazione per non essere ipotizzabili profili di responsabilita penale nei confronti di alcuno. Le conclusioni, già comunicate alle persone offese che ne hanno fatto richiesta e che potranno presentare opposizione, saranno poi sottoposte al vaglio del giudice delle indagini preliminari». A scriverlo è il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, in riferimento alla morte di Maria Elia, la 17enne di Balanzano che ha perso la vita lo scorso 27 marzo subito dopo il ricovero all’ospedale Santa Maria della Misericordia.

L’AUTOPSIA: IL DECESSO PER UNA POLMONITE

Maria Elia

La ricostruzione della procura: il ricovero

La procura ha richiesto l’archiviazione dopo aver concluso l’attività di indagine. Cantone nel dare delucidazioni sulle motivazioni spiega che «così come emerso dalle indagini e soprattutto dalle dichiarazioni della madre, la ragazza nei giorni precedenti il ricovero aveva avuto mal di gola e tosse e successivamente vomito ed altri sintomi via via più gravi; dopo aver contattato il medico curante era stato un tampone faringeo che aveva escluso l’infezione da Covid-19. A seguito di ulteriori sintomatologie, il medico curante consigliava terapia domiciliare e riacutizzandosi poi i sintomi la ragazza, in data 25 marzo, dapprima veniva visitata dalla guardia medica che le prescriveva accertamenti diagnostici urgenti e, successivamente, sopraggiungendo valori di saturazione di ossigeno pari all’88%, veniva portata in pronto soccorso e ricoverata in ospedale».

POLMONITE E BATTERIO LETALI

Raffaele Cantone

Al Santa Maria della Misericordia: il quadro clinico

In ospedale Maria Elia «veniva sottoposta a vari accertamenti – prosegue Cantone – e a consulenze specialistiche ma le sue condizioni peggioravano fino al verificarsi dell’evento letale. In considerazioni anche della giovanissima età della vittima e dell’assenza di patologie pregresse, l’ufficio aveva ritenuto necessaria la messa a disposizione della salma e successivamente aveva iscritto un fascicolo ipotizzando il delitto di omicidio colposo sia pure contro ignoti e conferito incarico di consulenza per procedere ad autopsia e, quindi, per verificare le cause del decesso. II disposto esame autoptico faceva emergere che il quadro clinico-patologico di ‘shock settico ed insufficienza multiorgano’ che aveva cagionato il decesso della giovane era conseguente sia ad un’infezione virate non da Covid (del tipo ‘HIN1’) sia ad un’infezione batterica da stafiloccocus aureus meticillino-resistente».

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Le cure

Infine l’elaborato medico-legale «ha anche rimarcato come le cure prestate alla paziente siano apparse tempestive e conformi alle linee guida oggi disponibili e che, purtroppo, il decesso della ragazza sarebbe conseguito ad una combinazione delle due infezioni caratterizzate da una rapida evoluzione clinica il cui arresto può ritenersi ‘in alcun modo arrestabile dagli antibiotici, come documentato dalla rapida progressione dei principali indici di flogosi e della grave alterazione non solo quantitative ma anche qualitative delle sottopopolazioni linfocitarie midollari’. Peraltro, i consulenti hanno evidenziato come anche l’effettuazione di una visita tempestiva da parte del medico di medicina generale non avrebbe comunque evitato il decesso della giovane alla luce del già avvenuto e inarrestabile innesco della tempesta citochinica dovuto all’infezione da stafilococco aureus».

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