Perugia, nuovo inizio per il Mercato coperto

Dopo anni di progetti mai realizzati da lunedì gli operatori si trasferiscono in piazza del Circo. Storia e speranze di chi ‘ha trovato una casa’

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di Lucina Paternesi

Dopo anni e anni di progetti di riqualificazione, campagne elettorali, faldoni appoggiati sui tavoli degli uffici tecnici del comune, il ‘grande momento’ del Mercato Coperto è arrivato.

Gerbi, il macellaio del Mercato

Gerbi, il macellaio del Mercato

Trasferimento operatori Da lunedì 4 aprile, infatti, inizierà il trasferimento in piazza del Circo degli otto commercianti che, sopravvissuti a promesse mai mantenute e ricambi generazionali, hanno animato fino ad oggi il mercato della città. Contestualmente, inizieranno i lavori di riqualificazione del Mercato che, sotto l’egida dell’assessore al marketing e al territorio Michele Fioroni, trasformeranno la struttura in un hub agroalimentare sul modello dei mercati europei e italiani più all’avanguardia. Un luogo dove scoprire i sapori del territorio, fare acquisti a km zero, ma anche mangiare e tornare a vivere un pezzo storico della città. Negli anni, si deve a questi otto ‘resistenti’ il mantenimento delle poche saracinesche alzate di uno dei luoghi più affascinanti della città, ricco di storia e di memoria. E che, di sola memoria, è stato costretto a vivere negli ultimi vent’anni, da quando, cioè, il Mercato si è perso in una delle vicende burocratiche ed amministrative più buie della storia del capoluogo umbro.

La struttura

La struttura

Prima pietra Indietro nel tempo, i documenti datano il primo progetto del Mercato Coperto al 1892, ma solo negli anni Trenta verrà posta la prima pietra di questa struttura. Raro esempio di edificio che prevede l’ingresso dal tetto, il Mercato è stato luogo di vivacità sociale e culturale per molti anni, come ricorda il professor Alberto Grohmann, già docente di Storia economica all’Università degli studi di Perugia e profondo conoscitore della città. «C’era tutto lì dentro, – ricorda il professor Grohmann in uno dei tanti appuntamenti cittadini dedicati al dibattito sul futuro della struttura – fino a quando la modernità ha fatto supporre che moderno significasse nuovo, per cui si è usciti dalla città per costruire altrove, in periferia, lasciando il centro storico solo in mano agli studenti che, per loro natura, sono transeunti». A partire dagli anni ’90, assieme alla migrazione delle famiglie dal centro alla periferia, anche il Mercato Coperto si svuota, viene abbandonato a sé stesso e travolto da un susseguirsi di proposte, idee e piani di rilancio mai andati in porto. Oggi il brulichio di voci di un tempo ha lasciato spazio a un grande silenzio. Per anni cittadini, associazioni e commercianti hanno cercato disperatamente di riportare all’attenzione delle amministrazioni la questione del Mercato ma gli unici che, fino a oggi, sono riusciti a riportarlo in vita sono stati i ragazzi dell’associazione Progetto Paul Beathens.

Umbria Grida Terra

Umbria Grida Terra

‘Umbria Grida Terra’ Sulla scia del pensiero di Paolo Vinti, l’associazione neanche due anni fa si è resa protagonista di un’impresa che ha trovato consenso sia da parte della cittadinanza che dell’amministrazione comunale. Freschi di laurea e tutti under 30, nel giro di qualche settimana questo gruppo di amici ha risistemato i box della struttura, ritinteggiato le pareti e nascosto le grate del soffitto con teli colorati. In meno di un mese ‘Umbria Grida Terra’, una mostra-mercato dei prodotti tipici e delle eccellenze enogastronomiche del territorio accompagnata da eventi culturali e musicali ha riportato dentro alla struttura del Mercato tantissime famiglie, giovani e meno giovani utilizzando «Un’ idea vincente, semplice quanto banale, quella cioè di riportare il mercato nel Mercato».

Il Mercato oggi

Il Mercato oggi

Vocazione agricola La prova vivente, dunque, che un altro modello di sviluppo può essere possibile, che si può coniugare insieme la voglia di tornare a vivere il centro storico e la forte vocazione agricola della regione. In linea con il trend nazionale, anche in Umbria sempre più giovani, negli ultimi anni, hanno deciso di aprire aziende agrarie. Secondo i dati Istat, l’Umbria è la regione con più imprenditori agricoli laureati (8,4 per cento contro una media nazionale del 5,4 per cento). Dopo l’esperienza al Mercato, infatti, un gruppo di produttori ha deciso di portare avanti, comunemente, il proprio lavoro scambiandosi saperi, attrezzature e competenze. Sotto l’etichetta ‘Vignaioli resistenti’, otto viticoltori hanno costituito un gruppo d’acquisto per comprare nuove botti, si scambiano lo spaglio per la vinificazione, si consultano per ricercare forme di produzione e vinificazione ambientalmente sostenibili con l’obiettivo di coltivare, trasformare e vendere direttamente, attraverso un ciclo produttivo chiuso e altamente virtuoso. «È per questo – spiegano i ragazzi di Progetto Paul Beathens – che serve una visione lungimirante per il futuro della città. Rilanciare il Mercato significa dare nuovo impulso all’imprenditoria agricola e incrociare la domanda di una spesa a km zero e di qualità dei cittadini».

L'edificio da via XIV settembre

L’edificio da via XIV settembre

Il nuovo Mercato Ed è questa la speranza, non solo dei giovani promotori di Umbria Grida Terra, ma anche di tanti cittadini. Che dopo i due anni di lavori di restyling e recupero filologico di tutta la struttura e degli impianti, negli oltre 2500 metri quadrati di superficie ci sarà posto per la produzione locale. Anche l’assessore Fioroni, che aveva assicurato la pubblicazione del bando di gestione entro la fine dell’anno, auspica la gestione da parte di un consorzio di imprenditori locali capaci di promuovere il made in Umbria e le tante eccellenze del territorio. Intanto per gli otto resistenti – un pescivendolo, un macellaio, un venditore di frutta e verdure, tre coltivatori diretti e due ortolani  – quella di piazza del Circo sarà solo una parentesi, in attesa di veder tornare a nuovo splendore l’edificio e, nonostante l’età, di iniziare un nuovo percorso in quella che, per tutti questi anni, è stata la loro casa.

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