Accreditamenti sanità, la Regione entra in azione sul ricorso della Ternana Calcio

Arriva il passo formale di palazzo Donini a due mesi dal deposito rossoverde: costituzione in giudizio. La casa di cura Liotti si era già attivata

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di S.F.

La mossa era pressoché scontata – da Perugia si sono attivati nei giorni scorsi anche per il procedimento in corso sul maxi impianto di essiccamento fanghi da sviluppare nell’area del depuratore Sii a Terni – ed ora è formalmente arrivata. Martedì 13 dicembre la Regione ha depositato la costituzione in giudizio in merito al ricorso della Ternana sulla delibera di giugno di palazzo Donini: come noto lo scontro è sulla definizione dei requisiti essenziali per l’accreditamento istituzionale in sanità e la riduzione di quelli necessari per ottenerlo. Tutto legato alla vicenda clinica.

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Il 13 dicembre il deposito della Regione

Tre in campo

Da via della Bardesca – in azione ci sono gli avvocati Antonio De Angelis e Francesco Emilio Standoli – il ricorso e l’istanza di fissazione udienza sono state depositate il 20 ottobre, quindi lo scorso 22 novembre ci ha pensato uno dei controinteressati a muoversi concretamente: si tratta della Casa di cura Liotti di Perugia, la quale ha chiesto che l’atto della Ternana sia dichiarato improcedibile, inammissibile ed infondato nel merito in quanto al momento non c’è alcuna autorizzazione alla costruzione della clinica privata rossoverde. Il tutto è da inquadrare nell’ottica del progetto stadio-clinica. La novità delle ultime ore è la costituzione in giudizio della Regione, la resistente. Per l’udienza c’è ancora da attendere. Nel contempo a stretto giro – quantomeno è ciò che è stato promesso – sarà firmato il provvedimento per il riequilibrio territoriale dei posti letto convenzionati. Vedremo.

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Il motivo

«La Regione ha prorogato – ha spiegato il 10 novembre Sergio Anibaldi, project manager rossoverde per i vari progetti in essere – per l’ennesima volta gli accreditamenti e sono dieci anni che non sono verificati nonostante la nomina dell’Otar, l’Organismo di valutazione. Scadevano a giugno 2022. Hanno modificato un regolamento regionale con un atto amministrativo. Di 172 requisiti – le sue parole – solo una ventina sono essenziali: una decisione che evidentemente va in direzione di chi non ha i requisiti. Riteniamo non legittimi i termini deliberati». La storia prosegue.

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