Strage di Bologna, 40 anni di domande e un vuoto incolmabile

Il 2 agosto del 1980 l’esplosione alla stazione centrale. Terni alla cerimonia con il gonfalone anche per ricordare Sergio Secci

Condividi questo articolo su

Quarantesimo anniversario – domenica mattina – per la strage alla stazione ferroviaria di Bologna, in cui il 2 agosto del 1980 morirono 85 persone (143 i feriti). Alla cerimonia che si è tenuta in piazza Maggiore a Bologna, Terni era rappresentata dal gonfalone condotto da due agenti della polizia Locale e dall’assessore Giovanna Scarcia. Nella strage perse la vita il ternano Sergio Secci i cui genitori, Torquato e la madre Lidia, recentemente scomparsa, hanno sempre combattuto per raggiungere la verità su quella pagina nera della storia italiana.

STRAGE DI BOLOGNA, SERGIO SECCI NEL CUORE

In città non sono mancate le polemiche – a partire dalla presa di posizione di Arci Terni, condivisa da tutti i gruppi consiliari di opposizione – sull’impegno del Comune, ritenuto del tutto insufficiente, nel ricordare un passaggio così buio, anche della propria storia. Polemiche a cui il sindaco ha replicato e che oggi cedono il passo ad un dolore mai sopito e ai tanti interrogativi che non hanno trovato ancora una risposta.

‘Station to station’

Fra le manifestazioni messe in atto domenica per la non dimenticare la strage, c’era anche ‘Station to station’, il flash-mob organizzato dal movimento delle ‘Sardine’ e che a Terni, come in varie parti d’Italia, si è svolto alle ore 10.25 di fronte alla stazione ferroviaria. «Un modo per prendere idealmente a braccetto i sogni interrotti delle 25 vittime – spiegano gli organizzatori -. Tenere viva la memoria storica di certi avvenimenti è dovere, necessità, fondamenta, essenza». In piazza Dante diverse persone con indumenti bianchi, un trolley, un borsone da spiaggia sono rimaste in piedi, ferme, per non dimenticare.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli