Teatro Verdi Terni: lo studio di fattibilità ambientale e gli effetti su suolo e paesaggio

Fra i tanti atti ci sono diverse curiosità. Pubblicato l’elenco delle ‘presenze’ archeologiche: luoghi e rischi indicati in tutta l’area

Condividi questo articolo su

di S.F.

Vico Teatro Verdi

Il lavoro si «pone l’obiettivo di verificare la compatibilità del progetto con quanto previsto dagli strumenti urbanistici comunali, la conformità con i vincoli esistenti e lo studio dei prevedibili effetti che tali opere possono avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini». Si tratta dello studio di fattibilità ambientale legato al progetto definitivo complessivo del teatro Verdi di Terni, uno degli atti più interessanti dell’enorme mole di documenti legata alla gara del II stralcio funzionale da valore stimato superiore agli 11 milioni di euro. Rispunta anche la famosa verifica preventiva archeologica a firma della professionista Claudia Angelelli di fine 2020: c’è la novità dell’elenco delle ‘presenze’ archeologiche nei dintorni con il relativo grado di rischio.

LO STUDIO DI FATTIBILITÀ AMBIENTALE DEL PROGETTO DEFINITIVO COMPLESSIVO
27 DICEMBRE 2022, GIORGINI FIRMA: IL QUADRO ECONOMICO COMPLESSIVO ARRIVA A 22,1 MILIONI DI EURO

Via dell’Ospedale e, in fondo, il teatro

La ricomposizione originaria del tessuto

Diversi i passaggi interessanti in un documento breve e, a differenza di altri, più facile da comprendere anche per i non addetti ai lavori. In premessa viene specificato che «l’edificio esistente verrà ampliato per ospitare spazi tecnici e di supporto all’attività teatrale; consisterà in spazi realizzati nei livelli interrati e parzialmente in aree storicamente edificate, andando in questo caso a ricomporre l’originaria struttura del tessuto edilizio di quest’area. Si ritiene che l’intervento previsto porterà a diversi effetti benefici in merito all’impatto estetico e funzionale del nuovo edificio rispetto all’esistente inserendosi attentamente nel contesto storico». Si passa ai dettagli.

IL PROGETTO DEFINITIVO COMPLESSIVO – RELAZIONE GENERALE

Via degli Artieri

L’esterno e largo Sant’Agape

Negli anni il focus, tra polemiche e repliche di vario genere, si è concentrato sul teatro in sé. C’è tuttavia da considerare anche l’aspetto urbanistico e l’area esterna. In sintesi – si legge nel documento – è prevista la «sistemazione di largo S.Agape, che ora risulta essere vuoto urbano prevalentemente utilizzato come parcheggio a servizio delle attività esistenti; la trasformazione di questo spazio valorizza sia il nuovo intervento che gli edifici storici esistenti; la separazione degli accessi tra spettatori, attori, funzionari, nell’ottica di un miglioramento della gestione dei flussi e di conseguenza dell’ottimizzazione del servizio; nelle zone aperte al pubblico della struttura sarà garantita l’accessibilità per utenti a mobilità ridotta; sistemazione dei marciapiedi e degli accessi all’edificio, al fine di stabilire una superficie omogenea continua che possa definire uno spazio di relazione, prevalentemente pedonale, attraverso l’eliminazione dell’attuale divisione tra ambito carrabile e pedonale; riassetto funzionale degli accessi carrabili all’area nell’intersezione con via della Biblioteca, in modo tale da garantire sia l’accesso ai mezzi per il carico scarico che una corretta fruibilità del nuovo parcheggio e creazione di parcheggi dedicati per utenti non autosufficienti». Uno degli aspetti più rilevanti è l’impatto dei lavori su tutta la zona. Come facile immaginare non sarà questione di poco conto.

VERIFICA INTERESSE ARCHEOLOGICO: «RISCHIO ALTO»

I resti della cisterna

Aria ed emissioni acustiche

I progettisti partono dall’aria: «Le fasi di demolizione e rimozione, scavi e movimenti terra e riempimento hanno un impatto significato in termine di produzione di polvere ed emissione; le altre fasi di cantiere pur avendo un aspetto negativo e significativo non si ritengono rilevanti per la loro più ridotta durata. Alla luce di ciò l’impresa addetta a tali fasi dovrà utilizzare dei sistemi di abbattimento delle polveri garantendo una qualità dell’aria sempre buona (nebulizzatori)». Ed i rumori? Non da sottovalutare: «Viste la tipologia di macchinari da utilizzare come l’escavatore, la motopala, i mezzi pesanti e vista la tipologia di mezzi manuali come trapani e demolitori e vista la distanza tra l’area di cantiere ed i recettori individuati come abitazioni e attività è plausibile pensare che il contributo di rumore da parte dell’attività di cantiere sia notevole rispetto al clima acustico attuale». Quindi che si fa? «Per tale motivo ogni impresa dovrà comunicare al Comune che l’esposizione supererà i limiti acustici di zona chiedendone deroga per tutta la durata dei lavori ed adottando tutte le precauzioni più opportune. L’impresa dovrà garantire un opportuno piano di monitoraggio al fine di controllare il rispetto dei limiti stabiliti dal Comune anche in caso di deroga». I clienti di Eurospin si preparino.

IL I STRALCIO ALLA KREA PER 6 MILIONI DI EURO

Corso Vecchio e il dettaglio su ‘Casa Simonetti’

Suolo, sottosuolo, paesaggio e qualità negativa

Sarà decisamente un cantiere interessante da seguire, senza ombra di dubbio uno dei complessi degli ultimi decenni. D’altronde a differenza dei lavori per il PalaTerni, si opererà in un’area urbana e con attività vicine. Spazio all’analisi su suolo e sottosuolo: «Per quanto riguarda questa componente gli impatti prevalenti – si legge – si trovano durante gli scavi. I possibili effetti sono fenomeni franosi o di cedimento strutturale dello strato superficiale dell’area interessata. L’impresa dovrà garantire tramite puntellazioni ed opere provvisionali che il terreno adiacente all’area di cantiere sia stabile al passaggio di pedoni e vetture». C’è poi il paesaggio: «La qualità ambientale del paesaggio sarà ovviamente negativa per la presenza del cantiere. L’impresa dovrà gestire ed organizzare il cantiere in modo tale da contenere al minimo le produzione di materiale di rifiuto, limitando la produzione di rumore e polvere. Si prescrive il carico su camion ed il trasporto immediato a discarica del materiale di risulta per evitarne l’accumulo in cantiere con conseguente fenomeno di dilavamento».

TEATRO VERDI, IL PIANO TECNICO DELLE DEMOLIZIONI

Il cantiere nel 1947-1948

La viabilità e l’impatto significativo

L’area di intervento è a tiro di via Carrara, via dell’Ospedale, corso Vecchio e via della Biblioteca: «Si può ritenere che la produzione di combustibile utilizzato dai mezzi in lavorazione sia significativa per la numerosa quantità di mezzi utilizzati in ogni fase lavorativa. Per la conformazione ipotizzata di cantiere e per la sua durata si può stabilire che l’impatto del cantiere sul traffico pedonale carraio sia rilevante in quanto gli spazi occupati dallo stesso ridefiniscono le aree esterne di transito in modo significativo e rilevante; tale ridefinizione durerà per molto tempo ovvero per tutta la durata del cantiere di entrambi gli stralci». La chiusura dello studio di fattibilità ambientale è di natura estetica: «Attraverso il riutilizzo e la reinterpretazione dei materiali e delle soluzioni di facciata tipiche dell’architettura antica e moderna di Terni, si ritiene che l’inserimento dell’edificio nel contesto urbano risulti corretto ed armonioso».

LA VERIFICA DEGLI IMMOBILI CIRCOSTANTI ALL’ARCHITETTO SANGUINETTI
UNA CLASSE 1993 DIRETTRICE OPERATIVA DEI LAVORI DEL I STRALCIO

La verifica preventiva archeologica

Le presenze archeologiche ed il rischio

In questo caso il documento non è proprio recente, ha oltre due anni. Ma a differenza del passato questa volta è stato allegato anche un atto più che interessante (cliccando qui è possibile vederlo tutto), vale a dire l’elenco delle ‘presenze’ archeologiche vicine all’area di cantiere. Esempio? Si parla di rischio alto per tracce di insediamento di età arcaica in via dell’Ospedale tra i civici 44 e 48: «Alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, in uno dei saggi stratigrafici effettuati preventivamente alla realizzazione dei comparti Peep del quartiere Clai, furono rinvenuti ad immediato contatto con il piano geologico, alla profondità di circa due metri dal piano stradale, buchi di palo di capanne e resti di battuto pavimentale. Tali resti, databili in base al materiale associato intorno al VII sec. a.C., sono riferibili al primo nucleo insediativo della città». Distanza dall’opera (il teatro) 28 metri. Un rischio medio-alto è indicato invece in via degli Artieri 13: «Nel cortile di un’abitazione privata è visibile una cisterna di forma circolare (diametro 9 metri) , conservata per circa metà della circonferenza, con muratura in opera cementizia e rivestimento in cocciopesto. La struttura, che emerge dal piano attuale per circa 1 metro, presenta un’altezza massima di 2,65 metri». Citate anche la chiesa di San Lorenzo, piazza Clai 32, via/vico del Tribunale (per un’area ad uso funerario di età medievale) e via della Biblioteca. Meno a rischio alcuni elementi in via Cerquetelli e via Castello. L’unico con rischio ‘molto alto’ è tra corso Vecchio e via Beccaria: «Fonti orali, non altrimenti documentate o circostanziate, riferiscono del rinvenimento di alcuni frammenti di pavimento musivo durante i lavori di costruzione del palazzo all’angolo». Più che curioso. Capitolo appalto del II stralcio: per la progettazione esecutiva l’aggiudicatario avrà 90 giorni di tempo dal verbale di consegna, per l’esecuzione dei lavori 450 giorni naturali e consecutivi.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli