Terni, polveri sottili: 145 sforamenti Pm10, già oltre numeri 2019

Le stazioni urbane di Le Grazie, Carrara e borgo Rivo con costanza sopra il limite di 50 µg/m3 negli ultimi giorni: già toccata quota 145. Valutazioni in corso per provvedimenti

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di S.F.

Può sembrare strano o comunque inaspettato considerando che il 2020 è l’anno – sperando che l’emergenza non si trascini a lungo anche nel 2021 – dell’emergenza epidemiologica per il Covid-19 e delle numerose restrizioni imposte ai cittadini per evitare il diffondersi del contagio, anche a livello di viabilità e trasporti. Fatto sta che a Terni si è già superato il numero complessivo di sforamenti da Pm10 fatto registrare nel 2019: con quelli di mercoledì e giovedì è stata toccata quota 145. Anche la stazione di monitoraggio di borgo Rivo che si avvicina alla soglia limite per la salute umana indicata dalle normative. Non è escluso che da palazzo Spada si intervenga, tutt’altro.

LA CENTRALINA ‘LE GRAZIE’ LA PRIMA A SUPERARE QUOTA 35
COVID, LA RELAZIONE DELL’ARPA: METEO PIÙ INCISIVO

Traffico in direzione viale Brin

Ultimi giorni con diversi ‘rossi’

Negli ultimi due giorni le stazioni urbane Le Grazie, Carrara e borgo Rivo hanno sempre sforato il limite – da ricordare che si tratta di una media sulle 24 ore – dei 50 µg/m3 , mentre la centralina industriale di Prisciano –  c’è anche Maratta – è l’unica delle cinque che non è andata oltre tale soglia. I buoni numeri del 2019 sono già alle spalle e si è tornati al trend delle annate precedenti. Sull’impatto del Covid e delle restrizioni sulla qualità dell’aria in città si era già espressa l’Arpa in un paio di circostanze: «Le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) non hanno risentito in maniera evidente del blocco», era stato specificato tirando in ballo anche le condizioni meteo. Discorso diverso per Ast: «Nel mese di marzo 2020, con il rallentare dell’attività di Ast fino al blocco totale dell’ultima settimana, assistiamo ad un decremento delle concentrazioni di questi metalli – tipici della lavorazione siderurgica – nel Pm10, con il raggiungimento di valori ben al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Le concentrazioni cominciano a risalite dalla seconda settimana di aprile con il riprendere, graduale e discontinuo, delle attività di Ast».

ESTATE 2020, PM10 E L’INCIDENZA DELL’AST
I DATI A FINE 2019: DECREMENTO DEL 20%

Il centro di Terni

I camini ed i sistemi di riscaldamento

Lo studio durante la fase di lockdown si era esteso anche ad altri fattori: «Dai dati di quel periodo – l’illustrazione del direttore generale di Arpa, Luca Proietti, a luglio – sarebbe emerso che, sebbene il meteo e la situazione geomorfologica abbiano un ruolo importante, sono i camini a biomassa e i sistemi di riscaldamento obsoleti a riversare in atmosfera il 60% delle Pm10. Una rilevazione che potrebbe tornare utile alle istituzioni e ai decisori politici per mettere rapidamente in campo le misure necessarie ad incidere su questa fonte di inquinamento». La circolazione delle auto passa in secondo piano.

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Possibile novità ordinanze: verifica in corso

Palazzo Spada finora ha deciso di non emettere le ordinanze – «non vogliamo creare ulteriori disagi ai cittadini in un momento del genere, almeno fino a gennaio non ci sarà alcun blocco», le parole dell’assessore all’ambiente Benedetta Salvati a fine ottobre – limitative antismog per le auto ed il riscaldamento domestico. Tuttavia è in corso una verifica sugli ultimi dati del monitoraggio che, in vista del periodo natalizio, potrebbe portare all’adozione di provvedimenti per provare a limitare l’incremento delle polveri sottili. Quadro ben diverso rispetto ad un mese fa.

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