di S.F.
Dal 13 settembre 2024 ad oggi, tempo di nuova audizione sulle problematiche odorigene relative al mangimificio della 4Fish srl di via Mercurio, a Terni. Martedì mattina a palazzo Spada altro appuntamento in I commissione per parlarne: questa volta tra i protagonisti c’è anche Rodolfo Rossi, il rappresentante legale e vertice dell’azienda. Sono in arrivo ulteriori novità e soprattutto la selezione di un cosiddetto ‘panel’ di persone per le segnalazioni delle puzze.
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Un ricco appuntamento in Comune, con Arpa – forse per l’inghippo legato a Francesco Longhi – unico assente. Bene, a che punto siamo con il problema olfattivo manifestato a più riprese dai cittadini? Il primo ad esporsi è stato il dirigente Michele Cenci del servizio sostenibilità, valutazioni e autorizzazioni ambientali della Regione: «Nel luglio 2024 – bypassiamo tutto ciò che è già noto degli anni precedenti – è stato imposto alla ditta di presentare una proposta progettuale ed è stata valutata dal tavolo tecnico. Per quel che ci riguarda è un’idea tecnologica valida con ‘letto’ assorbente per le molecole odorigene. Ora c’è bisogno di fare un progetto vero e proprio, l’azienda deve mandare il progetto definitivo e acquisire il titolo edilizio dal Comune. Dopodiché ci sarà l’aggiornamento dell’Aia. Non possiamo dire – ha proseguito – di quanto sarà l’abbattimento, ma ci si aspetta che con l’ulteriore intervento ci sia un miglioramento».
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Tuttavia Cenci ha parlato di un tassello che manca. Quale? «C’è bisogno di individuare un numero di persone che risiedono/sono nelle vicinanze dell’azienda, affidabili. Perché devono segnalare l’elemento di disturbo nel momento in cui avviene, il mondo olfattivo è variabile da persona a persona. Dunque occorre avere un panel di persone e, in questo modo, un monitoraggio del problema per l’imposizione di altri interventi». Curioso. Una sorta di gruppo di ‘annusatori’. Tutto ciò perché ci sono linee guida nazionali da rispettare. Tra i consiglieri si sono esposti Mirko Presciuttini, Andrea Sterlini, Federica Mengaroni, Agnese Passoni (AP), Marco Cecconi (FdI), Pierluigi Spinelli (PD) e Roberta Trippini (Gruppo Misto). «Ci arrivano segnalazioni anche dall’area di Cardeto, a Cospea si sente e talvolta anche in viale Brin», è stato ricordato.
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Il primo a parlare per l’azienda è stato l’avvocato Marco Prenna che, da tempo, segue gli interessi della società: «Ci siamo sempre mossi per trovare la soluzione ai cattivi odori percepiti e applichiamo nuove tecnologie concordate con Arpa, Usl Umbria 2, Comune e Regione. Non è nostro interesse recare fastidi – ha detto in commissione – o chissà che cosa. La situazione è complicata ma l’impegno è massimo e ci teniamo alla crescita dell’azienda, anche in termini occupazionali. Una scommessa che stiamo facendo viste le spese che occorrono. Dal nostro punto di vista rientriamo nei parametri, ma non ci siamo fermati per queste manifestazioni soggettive e non oggettive – in riferimento alle lamentele – che arrivano. E siamo pronti ad intervenire con ulteriori mezzi. In conferenza di servizi ci scontriamo vivamente ma cerchiamo sempre di uscirne con una soluzione comune». E il monitoraggio con il panel di cittadini? «Anche noi lo chiediamo, siamo in un campo dove le variabili sono tante e la percezione cambia».
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In aula anche il dirigente all’ambiente del Comune di Terni, Paolo Grigioni: «L’inquinamento odorigeno è particolare, in altri casi c’è un’emissione misurabile. Invece gli odori sono composti da sostanze in concentrazioni basse che sfuggono e non esiste uno strumento per misurare questo inquinamento. L’approccio è dunque con una modellistica ambientale che cercare di simulare come si muovono in città le sostanze e dopo si intercettano i siti. E, a questo punto, si fa la valutazione di olfattometria. Si annusa e si stabilisce», il concetto espresso. In ogni caso «l’emissione odorigena è variabile con la stagionalità». A mettere in piedi tale modello è Arpa.
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Per la Usl Umbria 2 c’erano in aula Pietro Freda e il direttore del dipartimento protezione e prevenzione Danilo Serva: «Con la mappatura degli esposti che arrivano – ha detto il primo – si individuano le aree interessate. Poi si passa ai soggetti scelti che dicono quando sentono gli odori e con quale intensità. La percezione degli odori non ha un impatto tossico, non parliamo del nichel delle acciaierie. E senza mettere in atto queste metodiche è difficile. Grazie alla 4Fish che sta intervenendo. Per quel che ci riguarda quando arrivano gli esposti, interveniamo».

Spazio poi per l’assessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali: «Siamo in piena transizione ecologica e l’economia circolare è importante. Dovremmo fare uno sforzo per capire come gestire questi elementi e su questo fronte la 4Fish è innovativa. Utilizzano rifiuti per metterli a servizio per un’altra produzione. Ma si crea il problema olfattivo. L’azienda nasce dopo un fallimento e paga regolarmente gli stipendi, non possiamo permetterci – le sue parole – di perdere posti di lavoro. Da qui a qualche mese dovrebbe esserci un ulteriore abbattimento di odori, ci sono già state diverse verifiche e attività per ridurre il problema. Oggettivamente la situazione è migliorata. Ma non è sufficiente perché è ancora fastidioso per la popolazione. Chiediamo alla ditta, che vogliamo sul territorio, di accelerare per il progetto definitivo per la nuova infrastruttura».
A questo punto è entrato di nuovo in azione Prenna: «Il gruppo Rossi opera in tutta Italia e Terni è location strategica. Ci siamo sentiti di fronte quasi ad un’aggressione. Tutto legittimo, chiaro, e con gli organi (in riferimento agli enti locali) è sempre stata trovata disponibilità. Però non ci era mai successo, nello stabilimento in zona Pavia mai. Noi facciamo investimenti e che facciamo? L’azienda l’ha fatta una riflessione sul continuare a star qui o cogliere opportunità altrove». Cecconi ha poi ricordato – la questione è diventata più politica in questo frangente – gli annunci nell’estate 2023 dell’amministrazione comunale sulla possibile chiusura dell’impianto e l’eliminazione del problema. Gli risponderà successivamente Cardinali. Che, al contempo, ha specificato come dal 2019 «il problema sia stato abbattuto dell’80% con passaggio da cinque unità odorigene ad una. Con tre aggiornamenti della Regione nel giro di un quinquennio per l’autorizzazione».
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Rossi, il numero uno di 4Fish, non è rimasto in silenzio: «Il problema esiste ma siamo nati per risolverli. Abbiamo continuamente migliorato lo stabilimento e un abbattimento degli odori già c’è stato. Ora ce ne sarà un altro. Altri, ulteriori interventi comporterebbe il miglioramento odorigeno ma il peggioramento a livello di emissioni in atmosfera. Siamo sulla strada per risolvere seppur non totalmente. A zero odori non ci andremo, ma abbiamo con noi il miglior tecnico in Italia che studia nuovi metodi e sistemi». Il riferimento è all’ingegnere friulano 49enne – originario di Trieste – Alan Tonon, anche lui a palazzo Spada.
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Si è esposto anche lui: «Le aziende da sole non ha tecnologie per risolvere tutto. E gli enti da soli non hanno soluzioni. Si trovano con il lavoro di squadra. Non perfetta magari, ma che risolve. La materia è molto complicata e difficile a gestire. Un’azienda che non fa odore è chiusa. E il lamento è la base dello sviluppo, dunque anche i cittadini fanno parte di tutto ciò». A chiudere il cerchio, dopo un botta e risposta Cardinali-Cecconi, è stato Serva della Usl Umbria 2: «Le problematiche necessitano di una misurazione e ora siamo in una fase di transizione ecologica delicata. I cittadini non devono essere ‘molestati’ dagli odoro e l’impegno della 4Fish lo accettiamo». Succo del discorso? Tocca al ‘panel’ di annusatori per proseguire il discorso. Ed è in arrivo il progetto definitivo per l’ulteriore manovra della 4Fish.