Terni, Alì Park: il ‘furto’ della polizia scatena paure e intercettazioni

Dalle carte dell’inchiesta emerge il maxi sequestro di droga del 27 aprile 2019 in una casa a borgo Bovio. All’insaputa dei trafficanti

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I legali hanno incontrato i propri assistiti in carcere, fra Terni e Perugia, e lunedì si capirà che proverà a chiarire la propria posizione nel corso dell’interrogatorio di garanzia e chi invece preferirà, per il momento, il silenzio. Dopo la fase delle misure cautelari, l’indagine ‘Alì Park’ sul vasto traffico di droga estero-Italia con epicentro a Terni, condotta dalla sezione antidroga della squadra Mobile di Terni in collaborazione con la Guardia di finanza, passa alla definzione delle singole posizioni anche sulla base di come sapranno difendersi dalle numerose contestazioni mosse dalla Dda di Perugia con il pm Giuseppe Petrazzini, dopo l’avvio dell’indagine targato procura di Terni (pm Camilla Coraggio).

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‘Manovalanza’ italiana

Dieci le persone arrestate venerdì – due delle quali già in carcere – e per tutti c’è l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Sei i pakistani coinvolti – fra cui il presunto capo del sodalizio – oltre a due tunisini, un nigeriano ed un italiano. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Massimo Proietti, era per gli inquirenti una sorta di ‘manovale’ con competenze da chimico anche in ragione di attività lavorative svolte in passato. Fondamentale per trasformare l’eroina ‘plastificata’ che giungeva all’interno di valigie dal Pakistan, in sostanza ‘spacciabile’, una volta trattata con cloruro di ammonio e fatta ‘precipitare’ per ricavarne la polvere da confezionare. Un ruolo apparentemente marginale ma evidentemente ritenuto funzionale alla ‘squadra’ criminale individuata dalla procura. «Domani (lunedì, ndR) il mio assistito chiarirà tutta una serie di aspetti di fronte al gip», afferma l’avvocato Proietti.

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Il ‘furto’ ad opera della squadra Mobile

Dalle carte di ‘Alì Park’, così è stata ribattezzata l’inchiesta, emergono anche i metodi adottati dagli inquirenti per far uscire allo scoperto i trafficanti. Fra questi, un sequestro di droga in un appartamento di via Romagna, a Terni, avvenuto il 27 aprile del 2019 per mano della polizia di Stato. Quasi tre chilogrammi di eroina e 300 grammi di cocaina. Il tutto all’insaputa di chi quella droga l’aveva messa lì per poi confezionarla. Così, al ritorno a casa, la ‘scoperta’ aveva mandato in subbuglio il gruppo. E giù intercettazioni: «È successo un incidente, è successo un incidente! A casa non ci sta niente». Così erano partiti i sospetti, riferiti alla polizia ma pure ad altri membri del sodalizio, fino all’idea – impraticabile – di vedere attraverso le telecamere di sicurezza di una tabaccheria e di una farmacia chi fosse stato a ‘rubare’ il prezioso carico. Rosi dal dubbio e al tempo stesso ascoltati dalle forze dell’ordine. Ormai la vera frittata, che li avrebbe portati in carcere, era fatta.

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