Terni, ancora botte in centro: «Mio figlio ferito, ora basta»

La denuncia e l’esasperazione di una mamma: «Tra sabato e domenica in largo Ottaviani diversi giovani coinvolti. Occorrono più controlli, aspettiamo un altro David Raggi?»

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di S.F.

«Cosa dobbiamo aspettare, un altro episodio drammatico come accaduto con David Raggi?». La preoccupazione è di una mamma del territorio ternano dopo ciò che è accaduto nella notte tra sabato e domenica – all’altezza di largo Ottaviani, già di recente teatro di problematiche – a pochi passo dal centro di Terni: una rissa tra giovanissimi che ha costretto un 17enne a ricorrere alle cure degli operatori sanitari al pronto soccorso. Si tratta di suo figlio.

Terni, botte in largo Ottaviani: tre denunce

Foto archivio

L’amarezza

La vicenda si è sviluppata poco dopo la mezzanotte con il coinvolgimento di diversi ragazzi. Poi la donna è accorsa sul posto dopo aver appreso del figlio minorenne: «Gli è stato applicato un punto in testa e ha fatto una lastra perché è rimasto ferito, anche il fratello intervenuto per difenderlo e ne è uscito contuso». Immediato l’intervento dei carabinieri dopo la segnalazione dell’accaduto e qui scatta la riflessione di chi vorrebbe maggiore attenzione per i luoghi considerati più ‘critici’ nell’ambito della movida e di ritrovo per i più giovani: «Non è la prima volta che accade e da ciò che mi è stato detto i protagonisti di questi fatti sono sempre gli stessi. Mi chiedo allora: perché continuano a succedere certe cose?». Al momento non risultano denunce.

La soluzione

Già in passato in zona si sono verificate liti e risse tra giovani, con tanto – era fine 2020 – di ordinanza comunale per ‘chiudere’ largo Ottaviani nel weekend in una determinata fascia oraria: «Se nessuno fa nulla è chiaro che la situazione non migliorerà. Con che pensiero mando in giro i miei figli sapendo che si può sviluppare una cosa del genere in ogni fine settimana? Va trovata una soluzione. E sia chiaro: in caso di colpa di mio figlio sarei contenta se fosse punito per il suo comportamento. Ma non è questo il caso». La questione si ripropone.

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