Terni, boss arrestato: «Alfano che ne sa?»

Il segretario del sindacato Consap, Stefano Spagnoli, contesta il ministro dell’interno

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«Un grande successo quello degli uomini della questura di Terni, a cui vanno fatte le più vive congratulazioni per la cattura del boss superlatitante». A dirlo, in relazione all’arresto di Pasquale Sibillo, è il segretario nazionale del sindacato Consap, Stefano Spagnoli; che però coglie l’occasione per andare oltre.

L’ARRESTO DEL BOSS – IL VIDEO

Una lettura diversa Un successo, dice infatti Spagnoli, «raggiunto senza dubbio con grande sacrificio, elevata professionalità e non comune abnegazione; un successo che noi però leggiamo in una chiave diversa da quella del ministro Alfano. Il ministro dell’interno ha dichiarato che l’importante operazione è la dimostrazione che lo Stato c’è, dimenticando, che Terni è una città con meno di 200 mila abitanti, che non sono neanche lontanamente abituati a questo genere di criminalità e quindi, al di là dell’indiscutibile successo dei colleghi, ritengo che sia esattamente l’opposto, questo arresto e la dimostrazione che lo stato non c’è».

LE FOTO DELL’ARRESTO

Le infiltrazioni Arrestare un camorrista «in questa città è la conferma dell’allarme che la Consap aveva, per prima, lanciato già nel 2010, quando aveva denunciato il rischio di infiltrazioni mafiose a causa della presenza del carcere di massima sicurezza in città. Denuncia – insiste Stefano Spagnoli – più volte reiterata, in cui si è chiesto di attenzionare questa provincia, inviando rinforzi di uomini e mezzi e mai ascoltata. Allora ricordiamo anche che a Terni, quest’anno, ci sono stati ben tre (quelli di David Raggi, di Giulio Moracci e di Gabriella Zelli Listanti; ndr) omicidi particolarmente efferati».

Le rivendicazioni La conclusione del segretario Cosap è tagliente: «Vorrei ricordare al ministro Alfano che esistono momenti in cui la politica può dimostrare una concreta vicinanza alle forze dell’ordine, che non passano da Twitter o dai social; dopo sei anni di blocco contrattuale, finalmente, grazie alla sentenza della Corte costituzionale si ridiscuterà il contratto; ma un aumento di appena 9 euro mensili, come intende fare il governo, mi sembra non sia il modo migliore per ringraziare i servitori dello Stato».

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