Taric Terni, scontro sulle riduzioni. Asm, tariffe e regolamento: le novità

Doppia proposta dopo l’approvazione del Pef da parte di Auri: mirino su riduzioni e penali. Masselli: «Modifiche a vantaggio delle utenze». Opposizione: «Le richieste erano altre». Gli aumenti percentuali

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di S.F

Il costo complessivo 2022 (Pef+stima riduzioni)

L’abrogazione del comma sei dell’articolo 28 in merito all’aspetto sanzionatorio. La rimodulazione del numero 29 per le penali in caso di omessa od infedele dichiarazione. L’adeguamento in merito alla riscossione coattiva e l’introduzione di nuove riduzioni: sono alcune delle modifiche pronte ad essere dibattute in III commissione e poi in consiglio comunale lunedì a Terni in merito alla Tariffa rifiuti corrispettiva, la Taric. Tema sul quale negli ultimi mesi si è sviluppato un acceso dibattito – con polemiche e anche un esposto alla procura della Repubblica – per gli aumenti a carico dei cittadini.

LE TARIFFE 2022 TARIC: SIMULAZIONE ASM E TABELLE – DOCUMENTO
IL NUOVO REGOLAMENTO TARIC POST MODIFICHE

La progressività degli svuotamenti minimi 2022

Si mette mano al regolamento: le penali

Primo problema. L’attuale regolamento comporta una duplicazione delle penali per la stessa condotta leggendo l’articolo 29 ed il comma 6 del 28: quest’ultimo viene dunque abrogato («l’attività di accertamento per la mancata comunicazione di attivazione/variazione e/o cessazione comporta l’applicazione di una penale, che verrà determinata con deliberazione del soggetto gestore fino ad un massimo di 100 euro a copertura dei costi amministrativi di verifica e controllo. È in ogni caso fatta salva la facoltà in capo al Comune di irrogare le sanzioni di legge per le violazioni»). Lecito chiederci come mai si arriva a questo punto ad un anno e mezzo dall’entrata in vigore della tariffa rifiuti corrispettiva. Semplice, per il 2021 il regolamento era di fatto sperimentale e, come visto, nel 2022 si è iniziato a fare sul serio con tutte le problematiche del caso. Altro esempio è la necessità di uniformare il tutto (in questo caso è l’articolo 31) al recente input per la riscossione coattiva delle entrate comunali e le istanze di rateizzazione approvata lo scorso 9 maggio in consiglio comunale.

IL PEF 2022 RIFIUTI: L’INCREMENTO SUPERA L’8%. LE DETERMINE AURI
IL REGOLAMENTO TARIC VIGENTE

La stima per le tariffe domestiche 2022

La tariffa per le utenze domestiche: riduzioni

C’è poi la modifica dell’articolo 12 per l’estensione della riduzione tariffaria agli occupanti delle abitazioni ed ai locali diversi dalle abitazioni ad uso stagionale o non continuativo. Esempio pratico? Nel regolamento vigente c’è la riduzione del 30% per le abitazioni di residenza con un unico occupante, ora vengono eliminate le parole ‘di residenza’. Più generico. Al momento c’è il 30% di ‘sconto’ per le «abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo, non superiore a 183 giorni nell’anno solare». Ora invece si fa fuori l’ultima parte relativi ai 183 giorni e si alza al 50%. Anche in questo caso un’indicazione meno specifica. «L’incidenza di tali riduzioni sul totale dell’entrata tariffaria è stata verificata dal gestore e non risulta di rilevante impatto sulla ripartizione tariffaria complessiva», viene sottolineato. Infine l’articolo 25: con l’ulteriore aggiornamento viene stabilito che le riduzioni per utenze domestiche disagiate debbano essere definite di anno in anno nell’ambito dell’approvazione del piano economico-finanziario e delle conseguenti tariffe. Il Collegio dei revisori dei conti ha approvato la modifica del regolamento Taric lo scorso venerdì. Per quel che concerne le agevolazioni per le utenze ‘disagiate’ (famiglie numerose, persone con disabilità e reddito minimo con esenzione 100%) è stato quantificato un importo massimo di 250 mila euro nel bilancio di previsione 2022-2024.

RISCOSSIONI COATTIVE E RATEIZZAZIONI, COSA CAMBIA
L’ESPOSTO ALLA PROCURA PER LA TARIC

Le tariffe non domestiche 2022

Incrementi tariffe Asm 2022 e svuotamenti

Capitolo tariffe. L’aumento massimo delle entrate tariffarie 2022 su quello precedente, come stabilito da Auri la scorsa settimana su indicazioni Arera, è dell’8,60% superiore rispetto al precedente piano economico-finanziario per una cifra complessiva vicina ai 22 milioni di euro. Asm (gestore del servizio) nelle simulazioni effettuate per il calcolo riporta un incremento dei costi dell’8,51%: +0,26% per la parte fissa e ben +14,93% per la variabile. «Le riduzioni previste dal regolamento Taric – si legge nella missiva della società – sono state stimate, in linea con quanto fatturato per l’anno 2021, per un importo pari a 1 milione 688 mila euro». Dunque la somma generale per coprire i costi (Pef+stima riduzioni) nel 2022 è di 23 milioni 524 mila euro. Nella ripartizione hanno inciso le dotazioni dei contenitori distribuite all’utenza non domestica e gli svuotamenti minimi: introdotta in tal senso «una progressività per le utenze domestiche all’aumentare del numero dei componenti». Tutte questioni tecniche. In definitiva l’importo euro/litro da applicare nel calcolo della quota variabile base e di quella variabile aggiuntiva è di 0,12, in aumento appunto dell’8,50%: per le utenze domestiche l’aumento medio è del 6,34% rispetto al 2021, per le non domestiche +0,63% per la fissa e +8,50% per la variabile. Da ricordare che tutto ciò è una proposta di delibera di consiglio e, da prassi, prima dell’approvazione dovrà passare il ‘test’ di commissione e consiglio. Giovedì protagonisti l’assessore al bilancio Orlando Masselli, la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci, il dirigente all’ambiente Paolo Grigioni e la responsabile unica del procedimento, la funzionaria Giulia Scosta.

LA PROTESTA IN PIAZZA DEL 25 MARZO

La funzionaria Scosta, il dirigente Grigioni e l’assessore Masselli

Il dibattito in commissione

Giovedì pomeriggio ad esporsi in primis sul tema Taric è stato Masselli: «Le modifiche sono di carattere economico e sanzionatorio, ritengo tutte a favore dell’utenza. Quella domestica in particolar modo. C’è l’innalzamento al 50% di riduzione per chi occupa una seconda casa, l’Imu invece non la possiamo toccare. Inoltre c’è la conferma per le abitazioni rurali». Questione più che tecnica e che, come di consueto, rende il dibattito molto farraginoso ed a tratti confusionario. Fatto sta che le polemiche non sono mancate, a partire da Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Le richieste erano diverse, non c’erano i proprietari delle seconde case in piazza quando c’è stata la protesta. Le fasce di popolazione erano altre. Comunque quando si diminuisce il carico per i cittadini è ok, ma queste modifiche non risolvono nulla». Stessa linea per Valdimiro Orsini (Gruppo Misto): «Assurdo il discorso della riduzione del 30% per un unico occupante anche in un’abitazione non di residenza. Ok le nuove misure, ma saranno comunque coperte dalla tariffa legata alla generalità delle utenze». Paola Pincardini (FdI) ha ricordato che tutto si basa sulla legge 147 del 2013 («c’era Enrico Letta»), mentre Luca Simonetti (M5S) ha chiesto perché non si è andati ad intervenire sul discorso dei metri quadrati degli appartamenti. E non solo: «Che ricadute hanno sul bilancio le riduzioni?».

I consiglieri di opposizione

Ancora scontro. L’incidenza sul bilancio

Masselli incassa, fa una battuta per stemperare la situazione e controbbatte: «Le modifiche hanno un aspetto di carattere politico, vale a dire le percentuali di riduzione, ma anche legali dovute alla già citata legge 147 del 2013. Abbiamo tenuto conto delle numerose segnalazioni per queste riduzioni. Quanto valgono? 18 mila euro per le case con un unico occupante anche non residente, 105 mila euro per quelle ad uso stagionale e 60 mila per i locali diversi dalle abitazioni adibiti ad uso stagionale o non continuativo».In definitiva le modifiche regolamenti per le riduzioni incidono per 183 mila euro. Il dirigente Grigioni è entrato nel dettaglio parlando della legge 147 e del fatto che le modifiche sono «state riallineate alle diciture della norma. Se il Comune può cambiare in merito alle metrature? Potrebbe, ma poi il piano economico finanziario può subire il disallineamento rispetto al sub ambito 4». Poi lungo discorso sulla differenza tra superficie calpestabili e catastali ed i problemi avuti da migliaia di cittadini con Municipia: «5 mila avvisi perché non c’era corrispondenza tra il dichiarato e il dato reale sulla superficie calpestabile», ha ricordato Simonetti. Anche la Scosta ha preso la parola per far presente ai consiglieri la differenza nel termine e ciò che comporta. In sintesi la diversità di vedute non c’è sulle riduzioni, come ovvia che sia, ma su come vengono applicate. A fatica si arriva all’approvazione, poi spazio al Pef e alle tariffe.

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